venerdì 15 aprile 2011

“Oltre”, pure troppo


di Marco Travaglio

Con qualche rara eccezione, i libri dei politici non lasciano traccia alcuna se non nella foresta amazzonica. Ora, per dire, ne è uscito uno di Violante, ovviamente pubblicato da un editore del gruppo Mondadori, Viaggio verso la fine del tempo-Apocalisse di Lilith, che si stenta a crederlo ma è scritto in versi, o forse va spesso a capo per sembrare più lungo. La buonanima di Bondi, al confronto, era un dilettante.

Intanto sta per uscire un libro-intervista di Bersani, la sua opera prima (e si spera anche ultima), che ha almeno il pregio di essere in prosa. Il titolo Per una buona ragione è civettuolo e intrigante quanto la campagna pubblicitaria che lo ritrae in bianco e nero e in maniche di camicia sotto il sepolcrale slogan “Oltre”.

Da alcune anticipazioni, apprendiamo che il segretario Pd sostiene, accanto a cose giuste e condivisibili, tre tesi piuttosto bizzarre.

1) “Abbiamo un governo che non rispetta la divisione dei poteri e, negli anni, non sono mancate invasioni di campo anche da parte di alcuni magistrati... La politica riconquisti l’autorevolezza per dire ai magistrati di rispettare con rigore i confini del proprio campo”.

2) “Non mi sento affatto un giustizialista. Anzi, considero il giustizialismo un atteggiamento contrario ai nostri valori”.

3) “Purtroppo in questi anni la cultura delle garanzie e le garanzie stesse si sono assottigliate. E quando si indebolisce la cultura delle garanzie si ferisce anzitutto la democrazia”.

1) Quanto all’“invasione di campo” dei magistrati, è curioso sentir ripetere dal leader del primo partito di opposizione uno slogan tipicamente berlusconiano. L’accusa a imprecisati rappresentanti del potere giudiziario di calpestare il potere legislativo e/o esecutivo è gravissima: equivale a un golpe. Dunque va provata. Può darsi che Bersani abbia scoperto dei magistrati a invadere il campo della politica (si spera che la scoperta sia recente, altrimenti verrebbe da chiedergli perché non l’abbia denunciata nei sette anni in cui era al governo e poteva attivare il ministro della Giustizia a esercitare l’azione disciplinare). Se è così, dovrebbe essere così gentile da dire chi sarebbero, quando e in quali inchieste o processi l’avrebbero fatto. Così il Csm potrebbe accertare se l’accusa è fondata o no, gli interessati potrebbero difendersi e si verrebbe finalmente a capo di una diceria che corre da destra a sinistra da vent’anni senza mai un nome o una prova.

2) Il termine “giustizialismo” ha sempre indicato il partito del dittatore Perón nell’Argentina degli anni ‘40-‘50. Poi, inspiegabilmente, venne usata dal partito degli imputati e dei condannati per marchiare d’infamia chi invoca una legge uguale per tutti, anche per i ricchi e i potenti, e dunque una magistratura indipendente. Cioè chi chiede il rispetto della Costituzione che lo stesso Bersani ad Annozero ha definito “la più bella del mondo”. Vuol essere così cortese, il segretario Pd, da spiegarci che cosa intende per giustizialismo? Non risponda, per favore, che si riferiva a chi, ai tempi di Mani Pulite, agitava cappi alla Camera e a chi assediava il Parlamento al grido di “Arrendetevi, siete circondati”, perché nessuno nel centrosinistra ha mai fatto cose del genere: il cappio lo sventolò un leghista e l’assedio lo organizzarono i missini.

3) Quali “garanzie” sarebbero venute meno? A noi risulta che da 17 anni destra e sinistra non fanno altro che varare, in tema di giustizia, leggi scritte da onorevoli avvocati su misura per gli imputati colpevoli. E non risponda che per la gran parte le ha fatte B., perché tra il 2006 e il 2008 il centrosinistra governò, ma non ne cancellò nemmeno una.

Ci sarebbe poi una domanda supplementare. Dopo mesi di agonia, grazie a B. e alla piazza che l’han costretto a fare un po’ di opposizione, il Pd si stava leggermente rianimando nei sondaggi. C’era proprio bisogno di sgonfiare quel vagito di entusiasmo che stava rinascendo negli elettori con tre tesi fasulle e tipicamente berlusconiane? A furia di andare “Oltre”, si arriva ad Arcore.

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