sabato 23 aprile 2011

Scontro all'interno della Corte Costituzionale Il giudice Napolitano: "De Siervo ci offende"


Un'intervista del presidente uscente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo innesca una polemica all'interno della Consulta. Il giudice Paolo Maria Napolitano trova infatti offensive quelle parole che sembrano riferirsi proprio a lui e al collega Mazzella, membri del collegio che doveva giudicare la costituzionalità del lodo Alfano che, nell'estate 2009,andarono a cena con Berlusconi a ridosso della pronuncia della Consulta 1. Ma De Siervo sostiene di non aver fatto riferimento a nessun giudice in particolare.

"Che ci sia una tensione tra l'organo politico e quello di controllo è fisiologico. Nessuna meraviglia, ma diventa preoccupante se con sistematicità si dà una rappresentazione assolutamente falsa. Berlusconi ripete che la Corte è fatta da 11 giudici di sinistra e da quattro moderati: non è vero. Nella Corte non ci sono schieramenti politici. Classificare politicamente i giudici è roba da fine del mondo". E aggiunge: "La Corte qualche volta ha subìto nomine di persone che forse non garantiscono, se non la piena indipendenza, la separatezza. E' una questione etica".

E' questo il passaggio che suscita la reazione irata del giudice Napolitano. "Sono allibito, con le sue parole De Siervo offende dei componenti della Consulta, mettendo, quindi, in dubbio l'operato della Corte stessa". Napolitano rimprovera a De Siervo anche una serie di precedenti accadimenti: "Dopo la prima volta nella storia della Corte in cui un suo presidente ha comunicato alla stampa il margine di consenso di una votazione (riguardo la parziale bocciatura del legittimo impedimento, ndr), dopo la prima volta in cui una 'altissima e qualificata fonte della Corte' ha anticipato il suo giudizio circa l'inammissibilità di un conflitto (quello sul caso Ruby, ndr) che non solo non era stato presentato, ma neppure discusso alla Camera, dopo continue dichiarazioni in cui un presidente della Corte è intervenuto in un dibattito politico, confrontandosi perfino, in termini di voti ottenuti, con il presidente del Consiglio, avremmo un presidente della Corte Costituzionale che con le sue affermazioni offende dei componenti della Consulta, mettendo, quindi, in dubbio l'operato della Corte stessa".

Quanto alla "sostanza" delle affermazioni di De Siervo, il giudice afferma di "respingerle al mittente": "Non solo per ciò che riguarda il passato, in quanto non sono mai stato iscritto ad alcun partito politico (avendo solo aderito, nei lontani tempi dell'università, al movimento goliardico che si ispirava alle idee di Pacciardi), ma anche, e soprattutto per il presente. Ne è la conferma l'insistenza con cui mi impegno per l'introduzione dell'opinione dissenziente o consenziente nei giudizi di costituzionalità, proprio per permettere a tutti un attento controllo sulle motivazioni che stanno a fondamento del voto di ciascuno giudice".

"Nelle mie parole - replica De Sievo - non vi sono riferimenti a singoli giudici, in carica o non". Secondo De Siervo, tutti i giudici "devono garantire" tra l'altro "un'etica adeguata all'alta funzione" che - sostiene - "impone pure un'accurata separatezza da precedenti frequentazioni, pur lecite".

(23 aprile 2011)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

UN VERO GALANTUOMO. HA PARLATO QUANDO LO POTEVA FARE E IN MODO ESTREMAMENTE RAFFINATO! COMPLIMENTI!