venerdì 6 maggio 2011

Acqua, nuova mossa del governo un'Authority contro il referendum


di SILVIO BUZZANCA

Il governo, dopo quello sul nucleare, tenta di "depotenziare" anche i due referendum sull'acqua e rendere inoffensivo quello sul legittimo impedimento. La mossa di Palazzo Chigi passa attraverso una norma inserita nel "decreto sviluppo economico", approvato ieri, che crea l'Autorità per l'acqua. Una novità che i comitati promotori dei quesiti hanno subito denunciato come "una farsa ideata al solo scopo di delegittimare il voto popolare". Con Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, sicuro che "i referendum si faranno lo stesso nonostante i ladri di democrazia siano tornati in azione".
La nascita dell'Autorità per l'acqua è stata annunciata da
Giulio Tremonti, ma è toccato a Stefania Prestigiacomo chiarire gli scopi del nuovo organismo. "Era necessario completare la riforma creando un organismo di controllo forte. Ci saranno più garanzie per cittadini e per l'ambiente, più poteri regolatori sulle tariffe e sanzionatori per perseguire ogni possibile abuso", ha spiegato il ministro dell'Ambiente.

REFERENDUM, L'APPELLO DEI GIURISTI 1

Il senso vero dell'operazione l'ha chiarito però
Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico. "La decisione del governo - ha spiegato il membro del governo - testimonia che ci muoviamo nel solco del principio di sussidiarietà: acqua come bene pubblico, regolazione indipendente, gestione in concorrenza e investimenti. Il referendum non sarà superato legalmente ma lo sarà nei fatti".

Dunque in questo caso, al contrario del quesito sul nucleare, l'obiettivo non sembra impedire il voto sul referendum con una nuova norma. La tattica è, invece, creare confusione nell'opinione pubblica, lanciando il messaggio che recarsi alle urne è inutile perché il governo è già intervenuto.

Mossa che, a sentire i sondaggisti sentiti da "il manifesto", sembra vincente. Ora come ora il quorum ai referendum è in forte dubbio. Effetto dell'oscuramento mediatico della vicenda e del passare del tempo dall'incidente nucleare di Fukushima. Tuttavia, se la Cassazione decidesse di ammettere il quesito sul nucleare, il quorum potrebbe tornare alla portata dei referendari.

Serve tuttavia molta informazione in tv. Ma su questo terreno quella che mercoledì sembrava una vittoria del fronte referendario, l'approvazione del regolamento tv da parte della Vigilanza sulla Rai, si è trasformata in un boomerang.
Antonio Di Pietro, ieri, si è accorto che le norme approvate stabiliscono "che la trasmissione delle tribune televisive e radiofoniche riservate ai referendum e nonché dei messaggi autogestiti debba iniziare a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale".

Così, denuncia Di Pietro, ci sarebbe una perdita di altre due settimane di informazione. E al 16 maggio slitterebbero anche gli spot su quando e come si vota. Della cosa si è accorto anche
Marco Beltrandi, radicale eletto nel Pd, che ha votato no al regolamento. Beltrandi spiega che lo slittamento degli spot informativi al 16 maggio è frutto dell'approvazione di emendamento del Pdl che era stato riformulato proprio su quell'aspetto. Quanto basta all'Idv per chiedere l'immediata riconvocazione della Vigilanza e l'annuncio di un immediato ricorso al Tar.

(06 maggio 2011)

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Il gioco si fa sempre più sporco!

Francy274 ha detto...

Sai, una volta un mio amico, che fa l'avvocato penalista, mi spiegò che i mafiosi sono rispettati dalla gente comune non per paura, come pensavo io, ma perchè questi sanno fregare regalando l'illusione di essere generosi e di buon cuore, e l'illusionismo si sa, incanta.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

In parte aveva ragione...