sabato 21 maggio 2011

Amministrative a Milano Il gioco sporco ora lo fa Bossi

SARA NICOLI

Dopo la debacle de primo turno, Berlusconi si chiude in silenzio e passa il testimone al leader del Carroccio che davanti alle telecamere dice: "E' matto". Poi smentisce, "ma il suo progetto non è compatibile con una Milano decente"

Il senso della realtà è tutto racchiuso in una frase con cui Matteo Salvini, capofila leghista sotto il Duomo, ha disegnato il futuro prossimo dell’alleanza Bossi-Berlusconi: “A Milano abbiamo il 10 per cento di possibilità di farcela”. Troppo poco. Ma abbastanza per non mollare e per giocarsi il tutto per tutto.

Ieri, dopo settimane di gelo, dopo un Consiglio dei ministri flash, Bossi e Berlusconi hanno fatto i conti a quattr’occhi. Il patto tra i due al momento regge, si parla addirittura di un “nuovo progetto”, solo che poi la realtà sembra un’altra, ma l’importante è far finta che vada tutto bene: “Il governo non può non fare niente – ha spiegato il Senatùr – bisogna fare delle scelte, anche noi abbiamo fatto degli errori”. Ecco, il nodo sta qui. Bossi ha detto chiaramente a
Berlusconi che dopo i ballottaggi si dovrà cambiare marcia, che Tremonti non farà il vicepresidente del Consiglio e neppure Maroni ci aspira, ma è chiaro che le leggi ad personam, così come tutte quelle riforme non strettamente necessarie, dovranno essere messe da parte. E che Tremonti – questo sì – vigilerà sui conti, consentendo però di allargare i cordoni della borsa per dare sostanza al “nuovo progetto politico” che la Lega ha in mente. Il Pdl un po’ meno.


Soprattutto, Bossi ha detto sì – malignamente – alla prossima verifica di governo, quella che ha chiesto Napolitano. E quella che, paradossalmente, potrebbe diventare una trappola senza uscita per Berlusconi e il suo governo. Però Bossi ha rassicurato che no, di far cadere il governo adesso non è proprio il momento. Intanto si pensa a riconquistare Milano “che non perderemo”, ha assicurato il Senatùr, di fatto credendoci poco anche lui. Anche se l’attacco a Pisapia è stato comunque nell’ordine di una consueta volgarità: “I milanesi non daranno la città in mano a un estremista di sinistra, la Lega s’impegnerà, non la lasciamo in mano a un matto che vuole riempirla di clandestini, moschee e vuole trasformarla in zingaropoli, non abbandoniamo Milano nelle mani di questa gente”. Parole dure che mal si conciliano con il cambio di passo nella comunicazione auspicato dalla stessa Moratti. Che ieri – dopo essere stata fischiata dalle associazioni dei disabili che denunciavano i tagli del governo sotto il Pirellone – ha persino detto di essere pronta a scusarsi, a patto che ci sia un nuovo confronto tv.

I sondaggi raccontano spietatamente che i punti che la separano da Pisapia sono ancora tutti lì, niente è stato scalfito. Tant’è che il Carroccio, fatta salva l’apparenza, lascia aperta la possibile exit strategy. Bossi non ha chiarito cosa succederà se la Moratti dovesse perdere. E ieri sempre il Senatùr ha rimandato a Berlusconi il vero dubbio che rischia di far saltare tutto il banco, ovvero il comportamento dei Responsabili; il timore della Lega è di restare vittima “collaterale” di una guerriglia parlamentare. Di lì l’exit strategy che resta sotto traccia. D’altra parte i rapporti tra Lega e Pdl sono logori da mesi, ma ora “si prende tutto quello che è possibile dall’alleanza con Berlusconi – sostiene una fonte di via Bellerio – a partire dal federalismo fiscale, poi si vedrà”. Il Cavaliere, dunque, non può fare passi falsi.

Ieri ha visto prima
Scajola, promettendogli di ridargli le redini del partito appena passate le elezioni, e quindi i coordinatori Verdini, La Russa, il ministro Alfano e Maurizio Lupi, referente di Cl chiamato a rendere conto di un presunto tradimento, nelle urne, nella compagine vicina a Formigoni. Ma soprattutto, ieri a Palazzo Grazioli si è studiata una nuova strategia di comunicazione: Berlusconi è pronto a rimetterci la faccia per tirare la volata finale. Sarà di nuovo coinvolto direttamente, l’esatto contrario di quanto pensato in un primo momento. Il Cavaliere è certo che una sua presenza possa ribaltare la situazione. Si parla di un comizio Berlusconi-Bossi a Milano la prossima settimana, prima del silenzio preelettorale, ma solo su temi locali, niente politica nazionale che possa distrarre.

E, ancora, un Cavaliere presente sul palco assieme ai candidati delle città chiave per aggirare anche la par condicio televisiva, ma tutto questo spaventa Donna Mestizia. Che ieri sera ha detto chiaramente al Cavaliere di non aver intenzione di perdere per colpe non sue.

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