sabato 4 giugno 2011

D’Alema chiama, nessuno risponde

di Wanda Marra

“Penso che noi dobbiamo far dimettere Berlusconi e arrivare a nuove elezioni, non fare da ‘coach’ al Pdl perché termini il campionato”. La sintesi di Ignazio Marino ben evidenzia la perplessità provata di fronte all’intervista di Massimo D’Alema ieri a Repubblica. Sì, perché mentre il segretario Pier Luigi Bersani continua a dichiarare dopo i ballottaggi che si deve andare rapidamente alle elezioni, il Lìder Maximo tira fuori di nuovo l’idea del governissimo: “Le sue dimissioni (di Berlusconi, ndr) sarebbero necessarie non solo nella prospettiva di andare a elezioni anticipate, ma persino se si volesse salvare il destino della legislatura. Senza l’opposizione non si fanno grandi riforme. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”. E si spinge oltre: “Mi interessa relativamente poco il tipo di governo. L’importante, insisto, è l’agenda, che richiede un certo grado di condivisione. Non saprei dire quale sia la formula di un nuovo governo che riapre il dialogo”.

Dalemismo puro insomma, che mentre invita Berlusconi ad andarsene, ritorna al pallino del dialogo (da altri detto inciucio). Come dire al premier: se te ne vai, il tuo successore lo aiutiamo noi. E se Bersani commenta in maniera netta (pur se sarebbe una buona cosa fare la legge elettorale, “la strada maestra per noi sono le elezioni”).

Poche reazioni in casa democratica, molti no comment e cellulari staccati.

L’impressione - come spiega qualcuno off the record - è che in realtà questo tipo di argomentazioni da parte di D’Alema non interessino e impressionino più di tanto. In pratica, un’intervista “fuori agenda”. Pur se un tema sussiste: mentre Bersani a questo punto effettivamente vuole arrivare rapidamente al voto, D’Alema prende tempo, pensa alla legge elettorale e cerca di tirare dentro l’Udc (idea plasticamente esemplificata dal comizio conclusivo a Macerata insieme a Casini). E nel ritardare il voto ha trovato un inedito alleato in Veltroni (è stato notato lunedì come a Roma mentre Bersani e Prodi festeggiavano sul palco, D’Alema e Veltroni erano insieme ai suoi piedi). Tant’è vero che ieri Walter Verini, storico luogotenente veltroniano, usava toni più che pacati per commentare l’intervista del presidente del Copasir senza escludere che lo stesso Bersani a un certo punto arriverà sulle sue posizioni.

Stessa discrasia sulle alleanze: se in questo momento la via maestra per Bersani sembra quella di accordarsi con Sel e Idv, D’Alema va ancora per la sua strada: non c’è stato uno spostamento dell’asse politico verso la sinistra più radicale perché “le candidature di Di Pietro e De Magistris hanno portato a superare le posizioni più estreme”.

2 commenti:

Giovanni Silvio Celentano ha detto...

Caro Luigi,
perdonami se ti scrivo in una sede poco appropriata ma non riesco a trovare la tua mail! Io ti reputo persona intelligente e quindi se mi dai un consiglio voglio essere sicuro di capirlo: perchè dici che non è saggio fare quello che faccio ? Temi che io sbagli e mi bruci ? Temi che i complimenti di avvocati e praticanti del mio paese siano sarcastici e celino tentativi di boicottaggio ai miei danni ? Temi che io sia sfruttato e poi buttato via ? Molte persone mi stanno ringraziando e tanti bloggers/amici/conoscenti stanno alimentando insieme a me proteste in difesa di beni e valori costituzionalmente rilevanti, ma se oltre ai pro ci sono dei contro che non ho saputo valutare ti prego di spiegarmeli a giovannisilviocelentano@alice.it !
PER ME, UN CONSIGLIO SINCERO O UNA CRITICA COSTRUTTIVA VALE PIU' DI DIECI COMPLIMENTI,QUINDI,TI PREGO DI RISPONDERMI!!! Detto questo, continuo a seguirti con piacere :-))

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Caro giovanotto, la mia mail è nel mio profilo. Servitene pure, ti risponderò.