Di Pietro sfida il Pd a costruire "insieme" l'alternativa al governo Berlusconi. E lo fa in aula alla Camera, durante la verifica di maggioranza, e dopo un colloquio nei corridoi di Montecitorio con lo stesso premier. 1 Dai banchi del Partito Democratico, la sfida del leader dell'Idv è stata accolta freddamente, in silenzio, senza applausi. Anzi, qualcuno ha pure mormorato "hai già fatto l'accordo con Berlusconi". E Bersani, durante il suo intervento, ha solo detto: "Riunioni ne faremo finchè vorremo, ma l'alternativa sta lì, in una riscossa civica del Paese per rimettersi in moto e risolvere i problemi". Ma la "chiama" di Di Pietro ad un'azione comune con il Pd e con tutte le opposizioni diventa, comunque, il tema dei prossimi giorni per l'agenda politica dei partiti che chiedono la fine del governo Berlusconi.
LE IMMAGINI DEL COLLOQUIO CON BERLUSCONI 2
L'INTERVENTO DEL LEADER IDV / VIDEO 3
E così, quello che doveva essere un intervento contro il governo, in piena verifica di maggioranza, Antonio Di Pietro l’ha “girato” alle altre opposizioni e a Pierluigi Bersani in particolare. "Bisogna cominciare subito a costruire l'alternativa", ha esortato il leader dell'Idv, in diretta televisiva, "comincia tu, amico Luigi, perchè spetta a te il dovere, l'onore e l'onere di convocarci".
Questa mattina il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha ricordato, "ha detto una cosa che deve farci riflettere. E noi che facciamo? Ha detto che ci sono 3-4 opposizioni". Bene, ha aggiunto, "io credo che dobbiamo sfidarlo su questo campo proprio perchè altrimenti ci limiteremmo a chiedere il voto ai cittadini come plebiscito positivo o negativo sull'attività di governo di Berlusconi".
I cittadini, ha ricordato, "hanno già detto alle amministrative e ai referendum che c'è una delusione, una divaricazione tra la maggioranza numerica di questo Parlamento e quella reale del paese. Siccome difficilmente questo governo si schioderà, abbiamo due anni per costruire l'alternativa ma dobbiamo cominciare subito".
Dunque, ha incalzato, "qual è il nostro programma, la nostra coalizione, il nostro modo di scegliere la leadership? Non lo so cosa offriamo come alternativa, perchè - ha scandito - non ho ancora avuto una riunione con gli altri leader dell'opposizione". E ancora: "Su che cosa faremo le primarie? Con quale programma e per chi?", ha chiesto. "Su questo punto serve chiarezza per evitare salti nel buio", ha ammonito.
"Non me la sento di dire ai cittadini di votare un leader senza dire dove mi porta, magari un oscuro premier che parla bene e affabula tanto, ma non so se ha in capo un mondo liberale, di economia basata sulla libera concorrenza, sulla meritocrazia, sull'efficienza del servizio pubblico", ha sottolineato.
"Io non ci sto più a sentirmi dire ogni volta che si parla di opposizione 'la sinistra', l'opposizione è fatta da forze politiche che mettono insieme con grande capacità la solidarietà della sinistra, la difesa delle fasce più deboli della sinistra, la legalità della destra sociale, bisogna mettere insieme solidarietà e libero mercato", ha spiegato ancora Di Pietro. "Io - ha proseguito - sento una responsabilità dopo avere dimostrato di sapere fare opposizione. Se oggi discutiamo di tre referendum è per l'Italia dei valori".
Oggi, ha concluso, "siamo qui e vogliamo discutere di un programma e vogliamo sapere in che cosa consiste questo programma. Chiediamo a gran voce di dare una risposta concreta. Facciamola vedere l'alternativa a questo governo".
Di Pietro non ha comunque "risparmiato" Berlusconi: "Il premier ha detto alle opposizioni: Datemi una mano. Presidente del consiglio - ha aggiunto Di Pietro - io non so cosa vuol dire 'dare una mano'. Ma io la sfido: porti domani mattina la tassazione sulle rendite finanziarie dal 12,5 per cento al 20 per cento e io gliela voto. Lei porti misure per far funzionare la giustizia e io gliele voto. Ma per favore, basta leggi ad personam".
Come detto, molto fredde le reazioni del Pd al discorso di Di Pietro. Per ora, solo Dario Ginefra, ha commentato: "Dopo aver ascoltato il suo intervento mi domando se sia più preoccupato dalla competizione interna al suo partito con l'emergente Sindaco di Napoli, dal quale cerca di smarcarsi nei toni e nel progetto politico, che non dalla voglia di svolgere un ruolo attivo nella costruzione di una coalizione coesa ed alternativa a quella attualmente al Governo". Ginefra conclude ironico: "Mi domando se l'ex IDV Scilipoti sia stato semplicemente l'apripista di un progetto che possa saldare l'antiberlusconismo militante al berlusconismo strisciante. Spero che Di Pietro ci ripensi, questa volta davvero con senso di responsabilità, perchè altrimenti determinerà un frattura con i suoi sostenitori prima che con il Pd".
Ad annuire, invece, nei passaggi del discorso di Di Pietro, è stato lo stesso Silvio Berlusconi, soprattutto nel momento in cui il leader dell'Idv stava "sfidando" Bersani ad avviare la costituzione di una "vera opposizione".
Il discorso di Di Pietro è stato accolto positivamente dal parlamentare dell'Udc, Amedeo Ciccanti: "Per la prima volta ho visto e sentito un altro Di Pietro di fronte a Berlusconi: non lo ha insultato, ha preso atto del fallimento del suo Governo ma ha raccolto la sfida di una maggioranza alternativa chiamando in causa soprattutto il Pd invitandolo a superare le sue incertezze e le sue contraddizioni". "Adesso - conclude - credo che Di Pietro debba fare una ulteriore riflessione per fare un passo avanti: cambiare la legge elettorale per rimettere al centro il ceto medio e un polo liberale e moderato che condizioni le posizioni radicali verso la moderazione".
(22 giugno 2011)
5 commenti:
Non v'è dubbio, nel PD abbondano le teste di cazzo!
Peccato che la gente non ha ancora capito quanto da Te detto!
Mi fanno una tale rabbia!
Ho visto la foto... ma Tu guarda la combinazione. B. usa con Di Pietro lo stesso trucco che usò per avvicinare Obama... Ora mi chiedo... Chi fu a scattare la foto? Mi sa di complotto, si, ma architettato ai danni di Di Pietro, le elezioni regionali e il referendum sono stati un duro colpo per PD e PDL... "elementare Watson, elementare".
A mio giudizio è un gara impari. Di Pietro ha detto ripetutamente, fino alla nausea, che con Berlusconi bisogna sempre pensarci per bene, chiedendosi: "Dov'è la fregatura?".
Non mi pare che il goffo tentativo di Berlusconi possa sortire effetto migliore di quello con Obama. In più, Di Pietro è incazzato nero, e ne ha tutte le ragioni, per cui la mia impressione è stia al gioco per forzare la mano a Bersani, che prima ammicca alla Lega per bene due volte, adesso fa le fusa con Piercasinando: un vero schifo!
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