venerdì 17 giugno 2011

Gli 007 nella rete dell'ex pm: «Istituzioni ricattate»

Non ci sono soltanto le estorsioni agli imprenditori e le manovre per pilotare nomine e appalti. Perché secondo l'accusa Luigi Bisignani e Alfonso Papa sono inseriti in «un'organizzazione che ricerca notizie segrete per favorire o ricattare persone, tra cui anche membri delle istituzioni». Nella sua ordinanza il giudice chiarisce: «Sono informazioni che talvolta Papa adopera in prima persona, altre volte porta a Bisignani. Altre volte ancora Bisignani ha affermato di sapere che Papa ha informato direttamente altre persone». E adesso l'indagine si concentra sulla «rete» interna agli apparati e agli Enti pubblici che fornivano queste notizie «anche sui "dati sensibili"». Molti nomi sono già svelati dalle carte processuali, altri sono coperti da «omissis». Un aiuto prezioso è arrivato dal sequestro di una «pen-drive» che contiene la «rubrica di Papa». Il resto lo hanno rivelato le donne che avevano rapporti stretti con i due e sono state ricompensate con gioielli preziosi e contratti di lavoro.

Il gruppo degli ufficiali
Afferma Bisignani durante il suo interrogatorio del 14 marzo scorso: «Ho conosciuto Papa e lui mi disse che mi avrebbe dato notizie sulle indagini avviate nei confronti di
Stefania Tucci alla quale ero legato... Da tempo Papa mi diceva di poter contare su un gruppo di ufficiali di polizia giudiziaria e in particolare su un carabinieri che attingeva notizie riservate e segretate dagli uffici giudiziari di Napoli... Non c'è dubbio che i canali informativi di Papa erano prevalentemente nella Guardia di finanza... Papa mi disse che conosceva Pompa e che lo aveva conosciuto in occasione di un intervento che il padre aveva avuto al San Raffaele di Milano». Si tratta di Pio Pompa, stretto collaboratore dell'ex capo del Sismi Niccolò Pollari e accusato di aver gestito l'archivio segreto di via Nazionale con dossier riservati su politici, magistrati, giornalisti, imprenditori. Dei rapporti di Papa con gli uomini dei servizi segreti parlano anche altri testimoni ascoltati dai pubblici ministeri. Tutti concordano sugli «stretti legami tra Papa e Pollari». Tra loro il magistrato Umberto Marconi. È stato coinvolto nell'inchiesta sulla P3 e con Papa era entrato in netto contrasto, ma le sue affermazioni sono state ritenute attendibili. Racconta a verbale: «Seppi che Papa abitava a Roma in un appartamento della Finanza. In particolare si parlava di un appartamento tra via Condotti e via Frattina. Non sono in grado di ricordare se l'appartamento fosse della Guardia di finanza e dei Servizi. Addirittura il Papa, almeno all'epoca, era solito girare per Napoli con un servizio di accompagnamento svolto dalla Guardia di Finanza... Sono certo che Papa abbia spiegato e spieghi le proprie energie intrecciando rapporti con i carabinieri e con i servizi segreti, occupandosi poco, anche come parlamentare, delle vicende politiche, concentrato sempre nell'agire nell'ombra, Papa ha praticamente a disposizione delle "truppe" che utilizza per perseguire i suoi scopi personali». Marconi non può negare che ci siano dei motivi di attrito: «Sono certo che Papa abbia tramato nei confronti miei e anche - fatte le debite distanze con me - di Caliendo, al quale non ha perdonato di essere stato nominato sottosegretario al posto suo».

L'amante alle Poste e le false consulenze
La capacità di Papa di influire sulle scelte di politici e dirigenti di aziende è rivelata dalle sue donne. Il 12 aprile viene interrogata Maria Roberta Darsena: «Ho conosciuto Alfonso Papa nel 1999. Il nostro è stato un rapporto personale... Nel 2005 mi sono trasferita a Roma per seguire un corso di preparazione per il concorso in magistratura e Papa mi disse di mandare il mio curriculum alle Poste perché lui avrebbe potuto farmi entrare essendo amico dell'ex presidente e cioè di Cardi. Al riguardo vi posso dire che lui chiamava direttamente Cardi. Sono stata assunta dopo un colloquio prima con uno stage di sei mesi e poi, automaticamente, a tempo indeterminato. Effettivamente conferma che il Papa chiese ad Alfonso Gallo di stipulare con me un contratto di consulenza per una cifra pari a 5.000 euro. Ho anche firmato il contratto tuttavia non si è concluso più nulla dal momento che ho bruscamente interrotto ogni rapporto con Papa». Maria Elena Valenzano, assistente parlamentare di Papa e in rapporti con Bisignani, svela invece la consulenza ottenuta con la Auxilium di
Angelo Chiorazzo, il titolare della «Cascina» indagato insieme a Gianni Letta dalla magistratura di Lagonegro per una vicenda legata ai servizi nei centri per l'immigrazione. Afferma la donna: «Papa mi presentò Chiorazzo nel 2009 a un pranzo con l'ex capo della segreteria di Mastella Francesco Borgomeo... Chiorazzo mi disse che aveva ottenuto da Letta la promessa di essere candidato alle elezioni del 2009, promessa non mantenuta. Dopo qualche mese, intorno a settembre, Papa mi disse che Chiorazzo mi sarebbe venuto a trovare perché aveva da farmi una proposta lavorativa. Venne negli uffici alla Camera e mi propose una consulenza con Auxilium riguardante astrattamente la gestione dei rapporti istituzionali inerente ai servizi parasanitari. Fu stabilito un compenso di 1000 euro lordi per 36 mesi e firmammo il contratto con decorrenza ottobre 2009, tuttavia tengo a rappresentarvi che a fronte di tale consulenza, non solo non ho mai fatto nulla e non ho mai svolto alcuna prestazione pur emettendo regolare fattura, ma addirittura quando rappresentai a Chiorazzo che avevo problemi di dichiarazione dei redditi e che non avevo fatto nulla, Chiorazzo disse ad Alfonso che era inutile che lo chiamavo e così risolsi a recedere il contratto». La donna ha ottenuto in seguito altri contratti: «Ho fatto colloqui e ho stipulato contratti di consulenza con Irses e con Selex per 1.500 euro al mese ciascuno». Sono «lavori» che Papa avrebbe ottenuto in cambio delle informazioni sulle indagini in corso fornite a politici e imprenditori.

Il Rolex «nudo» e la tessera di Montecitorio
Racconta ancora Darsena: «Papa mi ha proposto di procurarmi una casa a via Quasimodo a Roma, ma io non ho voluto. Mi chiedete dei regali che Papa mi ha fatto: mi ha regalato quest'anno sicuramente un Rolex, lo ricordo bene perché non me lo diede in una confezione regalo nè aveva una garanzia nè un'etichetta di alcun negozio ma me lo diede così "nudo". Ricordo che mi ha regalato anche un braccialetto tennis di oro bianco e diamanti a Natale di qualche anno fa. Anche il braccialetto non aveva la confezione di un negozio ma solo un astuccio. Poi un anello nella confezione di un negozio e un altro orologio di marca americana contenuto in una semplice scatola non confezionata e senza indicazione. Mi disse che aveva un amico che vendeva orologi. Mi ha regalato anche diverse borse ma nessuna in confezione regalo, semplicemente in confezione di stoffa». Riferendosi ai regali il gip parla di «elementi utili» e aggiunge: «Sembra molto grave, come può agevolmente comprendere chi vive in una città come Napoli il riferimento al Rolex "nudo". Sul tema ha dato qualche indicazione anche Luigi Bisignani durante l'interrogatorio del 9 marzo scorso quando ha affermato: "Papa mi ha regalato due orologi. Lo stesso Papa mi ha più volte detto che a Napoli c'è un buon mercato di orologi ed ottimi prezzi"».
Gianna Sperandio viene convocata dai magistrati perché ha una carta telefonica utilizzata da Papa, ma soprattutto perché spesso abita in un appartamento di via Capo le Case, al centro di Roma, che risulta a disposizione del parlamentare. Ai magistrati la ragazza racconta di aver vissuto a Milano e a Roma «ospite a casa di due transessuali, perché io preferisco le donne ma sono intrigata da quel mondo... Papa mi riconosce 700 euro al mese, indubbiamente mi aiuta... Effettivamente ho una Jaguar intestata acquistata nell'ottobre-novembre 2010. Questa macchina che mi è stata regalata da Papa la tengo custodita nel mio garage a Latina. Bollo e assicurazione sono molto cari perciò ugualmente se la vede Papa... Effettivamente anche se ho deciso io di buttare la scheda e quindi non sono stata forzata, Papa mi consigliò di buttarla nell'ottobre 2010. Si trattava di una scheda riservata... L'unica sostanza stupefacente che uso è la marijuana. Il mio consumo medio è di due canne al giorno. È vero che una volta sono andata a Conegliano con una Ferrari F430 di colore nero che mi ha prestato Papa e che a sua volta gli avevano prestato... La mia Jaguar ha i vetri oscurati, anzi mi hanno fatto una multa perché non si possono avere i vetri anteriori destro e sinistro oscurati... L'onorevole Papa mi ha fornito una tessera di riconoscimento emessa dalla Camera dei Deputati per poter accedere a Montecitorio. È stato Papa che mi ha portata a Montecitorio e me l'ha fatta fare. In effetti mi sono telefonicamente rallegrata che non l'avessi con me quando sono stata fermata dalla polizia, non facevo una bella figura che una persona che poteva accedere a Montecitorio si facesse le canne...».

Fiorenza Sarzanini
17 giugno 2011

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