lunedì 6 giugno 2011

Killer: cetrioli biologici o soia? Nessuno dei due

DARIO BRESSANINI

I miei due cents per fare un po’ di chiarezza.

Il 22 maggio in Germania notano un aumento significativo del numero di pazienti affetti da sindrome emolitico-uremica e diarrea emorragica. Questa sindrome è causata da un tipo particolare di batterio Escherichia coli che, al contrario di tanti suoi “cugini” simili che vivono tranquillamente nell’intestino, produce una tossina, cioè una sostanza tossica per il nostro organismo. Questa particolare tossina si chiama Shiga. Non è una novità che ci siano ceppi di questo batterio che possono essere molto pericolosi. Due anni fa in Italia era scoppiato il caso del latte crudo (quello dei distributori) che conteneva l’Escherichia coli O157:H7 e che aveva mandato all’ospedale una decina di bambini per sindrome emolitico uremica. Secondo l’istituto tedesco Robert Koch il ceppo responsabile questa volta pare essere l’O104.

Indagini preliminari puntano il dito verso dei cetrioli biologici spagnoli prodotti nelle province di Almeria e Malaga e spediti in Germania. L’azienda biologica Frunet Bio è una delle accusate. Visto che l’E.coli vive normalmente nell’intestino animale qualcuno ipotizza come plausibile veicolo dell’infezione l’uso di concime non adeguatamente trattato (il letame ad esempio deve essere fatto “maturare” per un certo periodo).

Non si riscontrano però casi in Spagna mentre con il passare del tempo aumentano i morti in Germania e i ricoveri riguardano anche altri paesi come la Svezia, ma di persone che erano state in Germania.

Il giorno 27 Maggio appare sul portale RASFF (il sistema di allerta alimentare dell’Unione Europea) l’allarme tedesco e l’avviso di ritiro dal mercato dei cetrioli biologici spagnoli, distribuiti anche in altri paesi dell’Unione.

Analisi successive più accurate confermano la presenza sui cetrioli di E.coli che producono le tossine Shiga, ma non sono del sierotipo (questo è il nome tecnico) giusto, cioè l’O104. La Commissione quindi scagiona i cetrioli spagnoli (ma ci sarà sicuramente uno strascico per le perdite economiche lamentate dalla Spagna).

Non deve stupire che si possano trovare batteri nel cibo che mangiamo, e ancor più se biologico: noi siamo circondati da batteri, non c’è da aver paura. Quando dopo una terapia antibiotica vi prescrivono dei “fermenti lattici” state assumendo dei batteri. E anche se ingeriamo qualche batterio patogeno, in basse concentrazioni, il nostro corpo è in grado di difendersi bene. Il problema semmai si pone quando la “carica batterica” (cioè il numero) è molto elevata, oltre il livello sopportabile per l’uomo. Ma questo è un problema che si può presentare anche dalla verdura convenzionale perché i veicoli di infezione possono essere molteplici: ad esempio nella fase di lavaggio se l’acqua è contaminata.

Il numero di morti è salito a 22 secondo l’ECDC, il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, e ora gli accusati paiono essere dei germogli coltivati in una azienda biologica della bassa Sassonia, la “Gaertnerhof Bienenbuettel”.

Germogli di soia, come titolano molti siti italiani? No. O almeno, non lo sappiamo. L’azienda in questione produce vari tipi di germogli: dai fagioli all’alfalfa ai piselli. Non so perché molti media italiani “sparino contro” i germogli di soia quando anche la Reuters parla genericamente di “bean sprouts” e “bean” indica un generico legume.

Già che ci sono, vsto che c’è molta confusione, vorrei chiarire anche che i “germogli di soia” (Fagiolo mung, alias Vigna radiata) non hanno nulla a che fare con la soia (Glycine max) quindi il Corriere.itnon dovrebbe titolare “Batterio Killer? Responsabile la Soia”. Anche IlFattoQuotidiano.it ha fatto lo stesso errore.

Tutto chiarito e trovato il colpevole? No, perché il produttore sostiene che i germogli vengono coltivati solo nell’acqua, niente concime (avete mai provato da piccoli a far germogliare le lenticchie a casa sulla bambagia solo con l’acqua?) e quindi non si capisce come possa essere avvenuta la contaminazione con i batteri. Ammesso ovviamente che l’acqua non fosse contaminata. Insomma, visto quanto successo con i cetrioli potrebbe non essere la fine della storia.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Ora non resta che esaminare l'acqua, a questo punto mi pare l'unico elemento che possa essere implicato nella faccenda, dato che gli ortaggi finora incriminati non sono "colpevoli", non resta che il denominatore comune.
Se così fosse, speriamo che nei paraggi ci sia una centrale nucleare... e gli italiani faremo ... bingo!
Sono perfida!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Visto? Agghiacciante! Anche perché nessuno dice che si tratta della mutazione di un batterio altrimenti innocuo. Dicono,invece, che che ai bovini fa il solletico, mentono!