martedì 14 giugno 2011

Liberazione

ANTONIO PADELLARO

Prima di tutto, sentite condoglianze agli scudi umani Quagliariello, Gasparri, La Russa, Scajola e soci costretti (unitamente ai tre dell’Ave Maria: Feltri, Sallusti e Belpietro) a fingere in tutte le tv, che i quasi 27 milioni di ceffoni ricevuti da Silvio Berlusconi sui quattro referendum, fossero teneri buffetti. Divertente anche la scena dell’inquilino di Palazzo Grazioli impegnato in compere di anellini e farfalline nella bigiotteria di sotto, mentre tutto gli sta crollando addosso. I regimi finiscono così. Con i cortigiani che sparlano della “malattia” senile del padrone e pensano a come mettersi in salvo dalla gente che “già sta tirando le monetine” (Santanchè a Briatore). Con gli ex alleati che sparano sul monarca diventato un peso insopportabile, un “bollito” che “non sa più comunicare” (Bossi). È il governo dei morti viventi a cui manca solo l’atto finale.

Come Craxi, l’uomo di Arcore travolto dal voto popolare minimizza: sperando in tempi migliori, che però possono essere solo peggiori. Non si rende conto di essere già a Salò con la Liberazione alle porte. Come sempre, è la spinta del popolo a cambiare le cose. Non le congiure di palazzo. Non le alchimie dei professionisti della politica. Adesso sono in tanti a mettere il cappello sulla vittoria. La verità dice che i referendum li hanno fortemente voluti i comitati di base per l’acqua pubblica e contro il nucleare. E Di Pietro, che ci ha creduto quando nessuno ci credeva e ha raccolto le firme. Poi, dopo Pisapia e De Magistris, è sceso in campo anche il Pd con tutto il suo peso.

Cerchiamo invece di dare ascolto a ciò che dicono quei 27 milioni di italiani. Di sinistra, ma anche di destra. Ritornati a essere cittadini, consapevoli di diritti e doveri. Decisi a spazzare via illusionisti e imbonitori. Dopo diciassette anni di sultanato.

Il Fatto Quotidiano, 14 giugno 2011

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Mi hanno sempre fatto rabbia, tanta rabbia, adesso non mi fanno pena per nulla!