martedì 28 giugno 2011

Manovra, vertice a palazzo Grazioli Bossi: "Va così così, il governo rischia"

Un vertice per cercare di delineare la linea del governo sulla manovra economica e trovare una soluzione ai contrasti che preoccupano l'esecutivo. Lo stato maggiore del centrodestra si ritrova a palazzo Grazioli per parlare di manovra economica. Intorno al tavolo Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti, Umberto Bossi, i capigruppo e coordinatori dei partiti. Alla fine Berlusconi si dirà "soddisfatto del clima". Mentre Umberto Bossi commenta: "Va così così, il governo rischia fino a che non è passata la manovra. Riduzione tasse? Non in questa manovra". E se il leghista Reguzzoni definirà quella odierna "una riunione serena e costruttiva ma nessuna decisione è stata presa e quindi non faccio commenti", il ministro Roberto Maroni rimanda tutto a giovedì in consiglio dei ministri. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, invece, si spinge più avanti: "La manovra sarà di 43 miliardi. Non ci sarà una riduzione delle tasse ma una loro rimodulazione". E anche sui rapporti tra il ministro dell'Economia e il resto dell'esecutivo pare sia in arrivo qualche novità: "Tremonti ha recepito la richiesta di collegialità". Lo stesso Tremonti che esclude ogni volontà di dimissioni . Il compito di spargere ottimismo se lo prende il ministro della Giustizia e segretario Pdl Angelino Alfano. La Lega? "Atteggiamento costruttivo". Il governo? "Rafforzato". Tremonti? "E' convinto che la maggioranza lo sosterrà". Tagli? "Si parte dai palazzi della politica".

Il pre-consiglio dei ministri.
Nel tardo pomeriggio, sempre a Palazzo Chigi, ci sarà poi un pre-consiglio con tutti i ministri nel corso del quale Tremonti illustrerà i contenuti della manovra. Sulla cui necessità si pronuncia la Corte dei Conti : "La tempestività con la quale viene in questi giorni proposta una nuova impegnativa manovra di finanza pubblica dimostra che il Governo è ben consapevole di quanto, nel complesso, il percorso di aggiustamento strutturale dei conti pubblici si presenti gravoso e di grande complessità" dice il presidente di Sezione Luigi Mazzillo.

La manovra di Tremonti.
La manovra pensata da Tremonti prevede l'abolizione dell'irap gradualmente fino al 2014, tre sole tre aliquote irpef, al 20, 30 e 40% (invece delle 5 attuali), ma anche l'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie già dal 2012 con l'introduzione di un'aliquota unica al 20% per finanziare la riduzione delle tasse. C'è poi l'ipotesi di aumento di un punto dell'iva, mentre dal disboscamento della selva di bonus e agevolazioni fiscali il governo punta a incassare fino a un massimo di 16 miliardi. "Non c'è nessuna intenzione del governo di aumentare l'Iva nella manovra" precisa il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Tremonti è da giorni sotto 'assedio' per le indiscrezioni trapelate sulla manovra che non piacciono a nessuno: nè a parecchi pidiellini, nè alla Lega nord. Ieri la segreteria federale del Carroccio aveva ribadito un secco no alla possibilità di un innalzamento dell'età pensionabile ma anche a tagli considerati "insostenibili" dai sindaci del nord che sono "al limite della sopportazione". E oggi Bossi annuncia: "Siamo riusciti a ottenere la modifica del patto di stabilità per i comuni virtuosi".

Le reazioni. "Noi esamineremo voce per voce la manovra di Tremonti e alla fine diremo un sì o un no. Se poi il ministro Tremonti voterà i nostri emendamenti ne saremo ben felici..." dice il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. "La Corte dei conti mette in evidenza che la manovra in corso di definizione è irrealistica. È necessaria una svolta politica per far uscire il paese dalla stagnazione e dalla precarietà dei conti pubblici" afferma
Stefano Fassina responsabile economia e lavoro della segreteria nazionale del Pd. E da Luca Cordero di Montezemolo arriva un monito: "Mi sembra semplicemente folle e irresponsabile il balletto, a cui stiamo assistendo in queste ore, tra le diverse "anime" del Governo, relativamente ai conti pubblici". Il Terzo Polo, invece, è pronto a sostenere le misure del governo antideficit, ma a condizione che siano credibili ed efficaci".

(28 giugno 2011)

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