lunedì 6 giugno 2011

RAI, ADDIO AI BIG PER MEDIASET È OSSIGENO PURO

Fazio verso La7, Santoro ci pensa
L’Usigrai: “Tutto questo ci preoccupa”

di Carlo Tecce

Il banano Rai è incustodito. Giovanni Stella, amministratore delegato di La7, assedia viale Mazzini e aspetta che uno o due simboli del servizio pubblico cadano fra le sue braccia: “Attendo i macachi-conduttori che scendono e con due di loro ho un accordo di massima”, e la metafora funziona. La7 ha campo libero. Intorno al banano Rai c'è soltanto silenzio: né il presidente Garimberti né il direttore generale Lei – interpellati dal Fatto Quotidiano – pronunciano una parola che sia una per proteggere un patrimonio aziendale. E si dimostrano sordi anche all’appello del sindacato Usigrai: “Siamo preoccupati”. Stella ha indicato i quattro: Michele Santoro, Fabio Fazio, Giovanni Floris e Milena Gabanelli. Fedele al suo soprannome, il canaro, l'amministratore delegato di Telecom Italia Media rivela la trattativa e custodisce i particolari. Eppure a La7 sanno che i due macachi-conduttori più vicini sono Santoro e Fazio.

MAI LA LEI consegnerà la terza serata a Che tempo che fa, magari per uno speciale con Roberto Saviano, una riedizione di Vieni via con me; chissà fin quando il procuratore di Fazio terrà la corda tesa prima di spezzarla e rinfoltire il gruppo di Enrico Mentana e Gad Lerner.

E chissà se la firma per La7 – come spiegano numerosi attori della vicenda – arriverà già mercoledì. Mai Annozero avrà un trattamento normale (se non eccezionale per i suoi ascolti), la libertà editoriale per sperimentare senza inciampare nei richiami dell'Agcom, la burocrazia, le circolari.

Le previsioni dicono che domani in Rai sarà un lunedì di tempesta. Lorenza Lei ha convocato i direttori di rete il consigliere Verro vede in bilico – per mostrare un suo palinsesto che farà a pezzi i progetti di Mazza (Rai1), Liofredi (Rai2), Ruffini (Rai3). Il nuovo dg è sul chilometro più delicato, una volata tra nomine e programmi che disegnerà il futuro del servizio pubblico. Un futuro che s'incrocia con i timori di Mediaset per la mannaia milionaria che si abbatterà con la sentenza per il Lodo Mondadori: il Biscione rischia di arrendersi ai concorrenti di viale Mazzini.

E che fanno in Rai? Non possono (e non vogliono) investire. Non vogliono (e possono) confermare i piatti migliori. Così la rodata struttura di Rai Fiction sarà smantellata perché i contratti con i produttori verranno gestiti dai vertici e la direzione diventerà una poltrona vuota. Fabrizio Del Noce l'ha capito e, sfruttando la pensione, passerà a Rai Cinema per lasciare (forse) la carica di direttore generale di Rai Fiction ad Alfredo Meocci, l'ex dg berlusconiano appena reintegrato.

La Lei ha ricevuto un'investitura unanime, fra i suoi grandi elettori c’è anche il Vaticano, oltre il sostegno scontato del governo e la stima del presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. Ha un pacchetto di 35 nomine da smaltire e deve recuperare la maggioranza di Pdl, Lega e Tesoro in Cda.

A PARTE l'idiosincrasia per Luciana Littizzetto e i reality, la Rai secondo Lei può rinunciare a un contenitore come Domenica In. E per decretare un vincitore nel duello rusticano tra l'agente Lucio Presta e il consigliere Antonio Verro – i due si detestano dall'ultimo Festival di Sanremo – il dg accompagna all'uscita i suoi assistiti Lorella Cuccarini e Caterina Balivo compresa la moglie Paola Perego, nonostante i buoni ascolti stagionali. E Mauro Mazza, direttore di Rai1, minaccia le dimissioni. Qui Rai, a voi La7.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

A RAI, a schifiu finì! Locuste fameliche, distruggono tutto ciò che toccano con il loro re Mida a rovescio che trasforma in cenere tutto ciò che tocca. Con la lei di Ratzinger tutto è precipitato precipitevolissimevolmente!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Già, una vera indecenza.