MARCO ALFIERI
Bruno Tabacci verso il super assessorato al Bilancio del Comune di Milano. È il parlamentare dell’Api, ex presidente Dc della regione Lombardia e della commissione Attività produttive della Camera, l’asso nella manica di Giuliano Pisapia. La lista degli assessori verrà resa nota entro metà settimana, ma l’approdo di Tabacci su una delle poltrone più strategiche di palazzo Marino è data ormai per certa.
L’abboccamento è scattato subito dopo il ballottaggio: il sindaco ha chiesto la disponibilità a condividere un progetto di rilancio della città, il parlamentare centrista si è preso qualche giorno e poi venerdì sera avrebbe sciolto la riserva. I due si conoscono e stimano da anni e Tabacci ha fatto endorsement per Pisapia alla vigilia del secondo turno. Ma la scelta di un peso massimo al Bilancio risponde soprattutto ad uno schema politico preciso. È la prova che il primo sindaco ambrosiano di centrosinistra da quando c’è
Sintomatica poi la scelta dell’assessorato: le politiche di bilancio hanno una loro unitarietà dunque è probabile che nella delega finiscano anche le partecipazioni comunali, tra cui la gestione delle quote A2A, Atm e Sea, un tesoretto da oltre 3 miliardi di euro. Tabacci non avrà un compito facile, in attesa di una scrupolosa «verifica indipendente sui conti» annunciata ieri dallo stesso Pisapia: dovrà razionalizzare e valorizzare le controllate, tagliare subito 22 milioni per far quadrare i conti 2011, trovare 38 milioni per costituire il capitale sociale della newco che dovrà acquisire i terreni Expo 2015 e chiudere alcune operazioni virtuali scritte a bilancio previsionale come la vendita della quota di minoranza di Serravalle (18,6%) e la quotazione del 35% di Sea. Ma la valenza politica dell’operazione Tabacci è evidente, con ricadute fin dentro i sacrari della galassia del Nord: dalla Mediobanca de-geronzizzata in cui il «maranghiano» Tabacci conserva ottimi rapporti alla Fondazione Cariplo guidata dall’amico Giuseppe Guzzetti.
Fissata la casella Bilancio, già domani ci sarà un secondo incontro con i capi del Pd locale, a cui il sindaco garantirà 5 assessorati più il vice sindaco. Anche qui: l’impressione è che Pisapia vorrà condividere ogni scelta senza appaltare al buio le poltrone al principale partito della coalizione. Quanto al suo vice, in pole position c’è la democratica Maria Grazia Guida, direttrice della Casa della Carità di don Colmegna. Mentre gli altri Pd sicuri in giunta saranno il campione di preferenze Stefano Boeri (delega all’Expo e alla Cultura), l’ex capogruppo Pier Francesco Majorino (Ipotesi urbanistica) e Davide Corritore (all’Economia). Senza escludere altri colpi alla Tabacci.
L’altra scadenza ravvicinata è Expo
«I nomi che abbiamo scelto per i vertici della newco sono assolutamente provvisori e sono pronti a dimettersi per dare il posto agli amministratori definitivi che saranno scelti da tutti coloro che faranno parte della società», ha precisato ieri mattina Formigoni. Insomma, l’ultima parola spetterà al neo sindaco. L’accelerazione si era resa necessaria per arrivare «a Parigi avendo la disponibilità dei terreni», precisa Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo. Uno dei manager che Pisapia lascerà al suo posto, apprezzandone l’equilibrio. «Ci sono persone che hanno lavorato sul progetto - conferma in serata il sindaco - in cui ho grande fiducia...».
2 commenti:
iniziamo bene...se questi sono gli uomini nuovi grillo ha ragioni da vendere...rigiriamo sempre la stessa minestra senza essere capaci di un vero cambiamento, quello che ha permesso a pisapia di passare, ma che è già la seconda volta che dimostra di non capire (la prima era l'infelice uscita su vendola)
C'è un detto, emblematico, che recita: Fare l'omosessuale col culo degli altri. E finiamola qui.
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