domenica 5 giugno 2011

Tabacci sarà il Tremonti di Pisapia

MARCO ALFIERI

Bruno Tabacci verso il super assessorato al Bilancio del Comune di Milano. È il parlamentare dell’Api, ex presidente Dc della regione Lombardia e della commissione Attività produttive della Camera, l’asso nella manica di Giuliano Pisapia. La lista degli assessori verrà resa nota entro metà settimana, ma l’approdo di Tabacci su una delle poltrone più strategiche di palazzo Marino è data ormai per certa.

L’abboccamento è scattato subito dopo il ballottaggio: il sindaco ha chiesto la disponibilità a condividere un progetto di rilancio della città, il parlamentare centrista si è preso qualche giorno e poi venerdì sera avrebbe sciolto la riserva. I due si conoscono e stimano da anni e Tabacci ha fatto endorsement per Pisapia alla vigilia del secondo turno. Ma la scelta di un peso massimo al Bilancio risponde soprattutto ad uno schema politico preciso. È la prova che il primo sindaco ambrosiano di centrosinistra da quando c’è la Seconda repubblica tenterà di volare alto,
sfruttando la sua forza mediatica per costruire una squadra sganciata per quel che è possibile da logiche spartitorie puntando sulle competenze e su persone di stretta fiducia. Ed è il segno che ha ben chiara la matrice della sua vittoria, che è stata larga, trasversale, partecipata ben oltre il tradizionale recinto del centrosinistra. In questo senso portarsi in squadra il terzopolista moderato Tabacci trasforma un altra volta Milano in laboratorio politico nazionale, in un frangente in cui il berlusconismo ha imboccato il viale del tramonto.

Sintomatica poi la scelta dell’assessorato: le politiche di bilancio hanno una loro unitarietà dunque è probabile che nella delega finiscano anche le partecipazioni comunali, tra cui la gestione delle quote A2A, Atm e Sea, un tesoretto da oltre 3 miliardi di euro. Tabacci non avrà un compito facile, in attesa di una scrupolosa «verifica indipendente sui conti» annunciata ieri dallo stesso Pisapia: dovrà razionalizzare e valorizzare le controllate, tagliare subito 22 milioni per far quadrare i conti 2011, trovare 38 milioni per costituire il capitale sociale della newco che dovrà acquisire i terreni Expo 2015 e chiudere alcune operazioni virtuali scritte a bilancio previsionale come la vendita della quota di minoranza di Serravalle (18,6%) e la quotazione del 35% di Sea. Ma la valenza politica dell’operazione Tabacci è evidente, con ricadute fin dentro i sacrari della galassia del Nord: dalla Mediobanca de-geronzizzata in cui il «maranghiano» Tabacci conserva ottimi rapporti alla Fondazione Cariplo guidata dall’amico Giuseppe Guzzetti.

Fissata la casella Bilancio, già domani ci sarà un secondo incontro con i capi del Pd locale, a cui il sindaco garantirà 5 assessorati più il vice sindaco. Anche qui: l’impressione è che Pisapia vorrà condividere ogni scelta senza appaltare al buio le poltrone al principale partito della coalizione. Quanto al suo vice, in pole position c’è la democratica
Maria Grazia Guida, direttrice della Casa della Carità di don Colmegna. Mentre gli altri Pd sicuri in giunta saranno il campione di preferenze Stefano Boeri (delega all’Expo e alla Cultura), l’ex capogruppo Pier Francesco Majorino (Ipotesi urbanistica) e Davide Corritore (all’Economia). Senza escludere altri colpi alla Tabacci.

L’altra scadenza ravvicinata è Expo 2015, in vista dell’assemblea generale del Bie di Parigi del 14 giugno a cui parteciperà anche il sindaco. «Sarà il segnale - conferma Pisapia - di quanto noi consideriamo l’Esposizione mondiale un vero volano di sviluppo e di come questo possa diventarlo solo grazie a un vero gioco di squadra, lasciando da parte le liti che non hanno portato alcun vantaggio a Milano». Tra lunedì e martedì ci sarà invece l’incontro con Roberto Formigoni. In embrione c’è un’alleanza bipartisan (Pisapia la vorrebbe anche sulla gestione dei profughi dal Nord Africa) per far uscire l’evento dalle secche dei ritardi.

«I nomi che abbiamo scelto per i vertici della newco sono assolutamente provvisori e sono pronti a dimettersi per dare il posto agli amministratori definitivi che saranno scelti da tutti coloro che faranno parte della società», ha precisato ieri mattina Formigoni. Insomma, l’ultima parola spetterà al neo sindaco. L’accelerazione si era resa necessaria per arrivare «a Parigi avendo la disponibilità dei terreni», precisa Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo. Uno dei manager che Pisapia lascerà al suo posto, apprezzandone l’equilibrio. «Ci sono persone che hanno lavorato sul progetto - conferma in serata il sindaco - in cui ho grande fiducia...».

2 commenti:

ilgorgon ha detto...

iniziamo bene...se questi sono gli uomini nuovi grillo ha ragioni da vendere...rigiriamo sempre la stessa minestra senza essere capaci di un vero cambiamento, quello che ha permesso a pisapia di passare, ma che è già la seconda volta che dimostra di non capire (la prima era l'infelice uscita su vendola)

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

C'è un detto, emblematico, che recita: Fare l'omosessuale col culo degli altri. E finiamola qui.