venerdì 29 luglio 2011

Caso P4, Tremonti risponde sul Corsera “Ho fatto errori, ma nulla di illegale”

Il ministro dell'Economia risponde all'ambasciatore Saverio Romano che in un fondo sul quotidiano di via Solferino gli chiedeva di chiarire la questione dell'appartamento di Roma, Il capo del Tesoro lo ha fatto con una lettera aperta in cui spiega il caso, ma ribadisce la regolarità

Il ministro Tremonti ieri ha scherzato. “Mi dimetto – ha detto – , ma da inquilino”. Chiaro il riferimento al caso Milanese e all’appartamento che secondo i magistrati sarebbe stato pagato dal deputato del Pdl, sul cui arresto, chiesto dai magistrati di Napoli, sarà discusso alla Camera verso metà settembre. Oggi il capo dell’Economia replica, ma con piglio più serio. E lo fa dalle colonne del Corriere della Sera con una lettera di risposta a un fondo del’ambasciatore Saverio Romano che gli chiedeva conto proprio dei fatti emersi seguendo l’inchiesta su Milanese.

Tremonti inizia col dire che “la mia unica abitazione è a Pavia. Non ho mai avuto casa a Roma. Per le tre sere a settimana che normalmente – da più di quindici anni – trascorro a Roma, ho sempre avuto soluzioni temporanee, prevalentemente in albergo e come ministro anche in caserma. Poi ho accettato l’offerta fattami dall’on. Milanese, per l’utilizzo temporaneo di parte dell’immobile nella sua piena disponibilità ed utilizzo. Apprese oggi le notizie giudiziarie relative all’immobile, già da stasera per ovvi motivi di opportunità cambierò sistemazione”.

Dopodiché arriva la conferma dei pagamenti, ma “calcolata in base alla mia tariffa giornaliera di ospitalità alberghiera. Come facevo prima e come ora appunto faccio ogni settimana in albergo”. Il ministro, però, resta convinto: solo qualche errore, ma nessun nero e quindi niente irregolarità. Spiega Tremonti: “Trattandosi di questo tipo di rapporto tra privati cittadini non era infatti dovuta l’emissione di fattura o vietata la forma di pagamento. Come settimanalmente disponevo del «contante»? Dal 2001 prima, e poi dal 2008, ricevo in contanti, in modo perfettamente lecito ed ufficialmente registrato, il mio compenso da ministro, pari a circa 2.390 euro al mese. Rispetto ai «circa 4.000 euro» mensili, la differenza risulta così pari a circa 400 euro a settimana, a circa 1.600 euro al mese. Inspiegabile, impossibile, come facevo a disporne? Nel 2008, sul 2007, ho dichiarato, tanto al fisco quanto in Parlamento, un reddito annuale molto elevato. Come nei tanti anni precedenti.

Quindi la conclusione: “Chi fa il ministro ha il dovere di rispondere alle domande che gli vengono rivolte. Credo di averlo così fatto”.

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