sabato 16 luglio 2011

Chiamparino: un mistero italiano

FABIO BALOCCO

FABIO BALOCCO

La mia povera mamma diceva che non bisognava fidarsi delle persone che parlano con la bocca stretta.

Quando ho visto Chiamparino per la prima volta parlare mi sono ricordato di mia madre. Ma, con tutto il bene che le portavo, anche nel ricordo, non mi sono sognato di darne solo per questo un giudizio negativo. Adesso, a distanza di anni, e adesso che il soggetto (pur anziano) sicuramente diventerà qualcuno di importante nelle file del Pd, devo ammettere che mamma aveva ragione. Espongo qui alcuni dei fatti che hanno caratterizzato i due mandati di Chiamparino, non necessariamente in ordine di importanza.

Sotto la sua guida, secondo Legambiente, Torino ha raggiunto il bel primato di città più inquinata d’Italia (e seconda in Europa). Lo ha raggiunto e se lo tiene bello stretto ancora oggi. Io vado molto spesso in montagna e Torino si riconosce da distante, non già per la sua architettura, ma perché la sovrasta una perenne cappa di fumo nero. Per le sole polveri sottili si calcola che a Torino muoiano più di 800 persone all’anno. Del resto, non è stata forse un’idea di Chiamparino quella di costruire i parcheggi non già alla periferia della città, ma nel suo pieno centro? Le più belle piazze di Torino sono ormai sospese nel vuoto: sotto ci sono i parcheggi. Più parcheggi in centro, più auto in centro. “Elementare, Watson” (nota: sapete che in realtà Sherlock Holmes non l’ha mai detto?).

Il piano regolatore di Torino fu varato nel 1995. Da allora esso ha subito circa 200 varianti (il che significa che il piano è diventato poco più che carta straccia), la stragrande maggioranza delle quali varate dalle giunte Chiamparino. Non credo che ci sia stata una variante che abbia previsto la creazione di un’area verde. In compenso la Torino paleoindustriale è stata completamente cancellata, per fare posto a edificazione residenziale e centri commerciali. Potete stare certi che se a Torino oggi si discute una variante, questa sicuramente prevederà un tot di cemento per palazzi e un tot di cemento per non luoghi. E, notate bene, a Torino nell’aprile 2011 c’erano la bellezza di 144.894 abitazioni sfitte! E sempre Torino detiene altresì il triste record della più alta percentuale in Italia di espropriazioni immobiliari.

Il “Chiampa” (come viene talvolta scherzosamente chiamato) si è poi aggiudicato le Olimpiadi del 2006. Si dice che le Olimpiadi sono state un formidabile volano per il turismo e che grazie ad esse oggi Torino è meta di tour operator, dimodoché anche noi oggi abbiamo in centro i nostri bei giapponesi con la Nikon, di cui si sentiva tanto la mancanza. Sarà, resta il fatto che oggi, anche grazie alle Olimpiadi, Torino è oberata di debiti, ha edifici, tipo il Palaisozaki di cui poteva fare a meno, ma soprattutto le sue valli hanno strutture perfettamente inutili e in perdita secca perché inutilizzate, come i trampolini di Pragelato e la pista da bob di Cesana.

A Torino con la nuova sinistra gli architetti fanno fortuna. Prima Castellani che officiò l’eterno compagno Fuksas per rivisitare (a mio modo di vedere “rovinare”) Porta Palazzo, poi il Chiampa che approva il megagrattacielo di Renzo Piano, a poca distanza da Porta Susa e un po’ più basso della Mole Antonelliana, per non ledere la sua maestà. E non sarà l’unico grattacielo, perché anche la Regione vuole il suo, e un altro chiede di sorgere al posto dell’Alenia Aeronautica. C’è da scommettere che “Globulo” (Fassino, secondo Grillo), seguendo l’esempio del suo illustre predecessore, li accontenterà.

Poi al servizio di Torino, Chiamparino consenziente, e nell’immediata periferia, ecco un bell’inceneritore, attualmente in fase di costruzione, quasi che l’inquinamento non fosse già sufficiente e quasi che non insegnasse nulla il fatto che Novara, a poca distanza, abbia una raccolta differenziata più che doppia rispetto a Torino…

Ma non finisce qui. Il Chiampa infatti è uno dei più accaniti sostenitori della Tav. Ma proprio accaniti, signori miei. Se godesse di superpoteri, ci scommetto che la farebbe lui. E dire che dalla Tav Torino non ricaverebbe (puta caso che la realizzassero davvero, Dio ce ne scampi) un bel nulla se non uno stravolgimento della città e dell’hinterland.

E non finisce qui, infatti il nostro, da buon esponente della nuova sinistra, plaudeva apertamente alla proposta Ronchi (Pdl) di privatizzare la gestione dell’acqua: “Chi è contrario alla privatizzazione dell’acqua parte da un pregiudizio ideologico”. Per fortuna che poi ci sono stati i referendum che hanno messo le cose a posto, altrimenti chissà che cosa combinava.

Ah, dimenticavo: si è schierato a favore del sì a Mirafiori, affermando che, quando necessita, agli operai si dovrebbero ridurre salari e ferie (alla casta non necessita mai, eh?).

Per non parlare del nuovo stadio della Juventus di cui Chiamparino (pur acceso torinista) è letteralmente entusiasta. “Riqualificherà la zona”. Lo stadio vecchio e quello nuovo sono costati, si direbbe in piemontese, “na s-ciupatà d’sold” (“un mucchio di soldi”) pubblici. Per Torino un affare di sicuro non è, per la Juventus si vedrà: quanta gente andrà allo stadio, con la concorrenza delle tv a pagamento sarà tutto da verificare. In compenso, a fianco dello stadio, ovviamente l’ennesimo centro commerciale (ma và là, da non crederci…) e una multisala cinematografica, mentre i cinema di Torino stanno drasticamente chiudendo i battenti.

Ecco, questo è stato il Chiampa per Torino. Voi vi domanderete perché tanto interesse per questa persona da parte mia. Mah, sicuramente perché, come dicevo, nel Pd farà ancora carriera con tutti questi meriti da uomo della nuova sinistra, ma soprattutto perché ci fu un periodo, anche lungo, in cui era considerato il sindaco più amato d’Italia. E io ad arrovellarmi sul perché fosse così amato. Ovviamente, adesso che ho scritto questo post, ci capisco ancora meno. Un mistero italiano.

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