venerdì 22 luglio 2011

Nel Pdl campano esiste una questione criminale

VINCENZO IURILLO

Allora ricapitoliamo. Poco fa la Camera ha concesso l’autorizzazione a mandare in galera il deputato Pdl napoletano Alfonso Papa, magistrato in aspettativa, accusato di far parte di una cricca che smerciava informazioni riservate a scopo di ricatto. Nelle carte, allegre storie di ricettazione di rolex rubati, firme falsificate per riottenere auto regalate, pessime frequentazioni.

Pochi giorni fa il Gip di Salerno ha ordinato l’incarcerazione del consigliere regionale Pdl
Alberico Gambino, ex sindaco di Pagani (Salerno). Il giudice, accogliendo una richiesta di arresto della Procura antimafia, lo ha definito capo di un cartello criminale composto da lui, da qualche suo fedelissimo e da esponenti dei clan locali. Un cartello che ha ridotto Pagani a un feudo dove camorra e politica sono strettamente intrecciate, dove l’opposizione e la stampa sono intimidite, e dove tutto è permesso. Gli arresti scattano mentre sono ancora freschi di stampa gli articoli de ‘Il Mattino’, a firma Rosaria Capacchione, sul coinvolgimento del presidente Pdl della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, detto ‘Giggino a Purpetta, in un’inchiesta dei pm della Dda di Napoli per reati di camorra.

Contro Cesaro, che è anche coordinatore provinciale del Pdl, le parole di un pentito e di un avvocato dei boss. Nel mirino una speculazione immobiliare che faceva gola alla famiglia Cesaro. Alle ultime elezioni amministrative, poi, come dimenticare l’arresto in piena campagna elettorale del coordinatore cittadino del Pdl di Quarto,
Armando Chiaro, persona molto vicina a Cesaro? Chiaro è incriminato di collusioni con clan Polverino, che lo definiva ‘l’onorevole Mesillo’ e si rivolgeva a lui per alcuni affari. Tradotto in carcere, è stato lo stesso eletto in consiglio comunale.

Intanto si trascina abbastanza lentamente a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il processo per camorra al coordinatore regionale campano del Pdl,
Nicola Cosentino, di Casal di Principe (Caserta), imputato di aver stretto accordi con i clan casalesi nel business dei rifiuti in cambio di sostegno elettorale. Per il Gip di Napoli Raffaele Piccirillo, Cosentino andava arrestato. Ma il Parlamento lo ha salvato. E a breve la Camera tornerà ad affrontare una spinosa richiesta di arresto, quella del deputato azzurro di origini irpine Marco Milanese, eletto in Campania, per un po’ coordinatore provinciale del Pdl avellinese, ex consigliere economico di Tremonti. Milanese deve rispondere di una storiaccia di tangenti ed estorsioni.

Sicuramente dimentico qualcuno e qualcosa (ad esempio, gli arresti di un consigliere provinciale di Napoli del Pdl, Cigliano, in un’inchiesta sui subappalti dei rifiuti). Ma ce n’è abbastanza per dire che parlare di questione morale è riduttivo. Nel Pdl campano esiste una vera e propria questione criminale.

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