sabato 2 luglio 2011

«Silvio tecnicamente è quasi immortale Con il mio elisir ha 12 anni di meno»

Scapagnini, il sindaco-medico: solo sulla Via della Seta ho trovato gli ingredienti, olio, yogurt e tanti minerali

«Non si illudano: ci seppellirà tutti. La sua vera età è di 55 anni. Berlusconi è tecnicamente quasi immortale».
Il professor
Umberto Scapagnini medico e sindaco è l'uomo che tiene le chiavi del dopo Cavaliere. Il custode dell'elisir: «Provitamine, antiossidanti, immunostimolanti, enzimi, amminoacidi, e soprattutto minerali, magnesio e selenio attivato. Gli stessi che assorbono i centenari che ho incontrato sulla via della Seta, a Sud di Urumqi e nelle oasi tra il deserto del Taklamakhan e il Gobi. Poi un olio particolare, un certo yogurt», e quasi nessuno dei segreti che hanno alimentato suggestioni da alchimia medievale, criniera di unicorno, lacrime di vergine, rugiada delle notti di plenilunio.

«Il criterio è rigorosamente scientifico. C'è un metodo per calcolare la differenza tra l'età anagrafica e l'età biologica, tra i dati teorici e l'effettiva attività mentale, fisica, sessuale». Scapagnini a esempio ha 62 anni, non li dimostra e in effetti ne ha 11 di meno.
«Berlusconi è meglio: meno 12». Il record appartiene a Mike Bongiorno: meno 17. Ma si può migliorare. La prova dell'eccezionalità del Cavaliere, spiega il suo medico, è proprio nel male che l'ha colpito. I calcoli di Scapagnini attribuiscono ai giudici di Mani pulite una morìa da terremoto caucasico di media entità: «Tangentopoli ha fatto 700 morti.

Accanto ai casi noti ce ne sono un'infinità in periferia. Lo stress da arresto, da turba giudiziaria, è normale per i malfattori ma terribile per i «borghesi», colpevoli o innocenti che siano. Provoca una brusca caduta delle difese immunitarie. L'accanimento contro Berlusconi è stato tale che è quasi un miracolo abbia indotto solo una malattia lieve, una forma molto blanda, ormai debellata. Il suo fisico e la sua mente hanno dimostrato una capacità di difesa quasi sovrumana. Il presidente si sottopone ancora a un controllo all'anno, ma non ne avrebbe più bisogno. Sta benissimo», e nessun traguardo gli è precluso.

«Ognuno di noi ha un potenziale teorico di vita di 150 anni». Una durata che non garantisce purtroppo l'eternità biologica ma basta a quella politica, ben oltre verifiche e campagne elettorali. «Un terzo dipende dalla genetica, un terzo dallo stress e dai casi della vita, un terzo dall'alimentazione e dai farmaci». Berlusconi è ben messo sotto tutti gli aspetti: «Geneticamente è eccezionale. Un profilo neuroendocrino eccellente. Un cervello veramente straordinario. E' un tipo previsivo, dall'intelligenza fuori dalla norma, che gli consente di prevedere come andranno le cose. Ha una costanza, una capacità di concentrazione e di lavoro incredibili. Non molla mai.

E sa controllare lo stress. Sa dormire. Gli bastano 3, 4 ore a notte, più mezz'ora strategica al pomeriggio, che gli consente di recuperare il 40% delle energie. E' sbalorditiva la sua capacità di dormire ovunque e in qualunque momento, in auto, in aereo».
Assicura Scapagnini che non esistono diete vietnamite o tibetane. Si potrebbe semmai parlare di dieta Berlusconi, ma il professore la consiglia senz'altro anche agli (altri) esseri umani. «È una dieta iperproteica. Il primo giorno, solo acqua, a litri, e frutta. Poi, dal secondo al nono giorno, niente alcol, né pane, né pasta; solo proteine, che hanno un peso molecolare maggiore. Secondo il ciclo di Krabbs, al quarto giorno l'organismo, per far prima, comincia a bruciare i grassi. Poi due settimane di dieta dissociata. Moto: corpo libero, addominali, venti minuti di corsa. Quindi un altro ciclo. In un mese si perdono 7 chili».

Con le spedizioni esotiche, i cibi di lunga vita, i farmaci brevettati personalmente (insieme con il professore italoamericano Victor Rizza, scomparso in un incidente aereo da lui stesso previsto o almeno presagito), Scapagnini è uno dei personaggi centrali della leggenda di Berlusconi, una forma più sofisticata di quella sotto gli occhi di tutti, una dimensione ulteriore rispetto al Milan, alla politica, alla tv. Dell'Utri che lo accompagna in auto la notte attorno a San Vittore per trasmettere al carcerato Brancher la volontà di resistere, Bondi che teorizza ad Arcore la «mistica del fare, la politica femminile, l'idea dell'amore contro l'ideologia dell’odio», e poi il mausoleo, la confraternita, i ragazzi milanisti usciti dal coma, i molossi ammansiti con un grido, la stessa signora Veronica, «una donna intelligentissima, con un interesse spiccato per la medicina alternativa» racconta Scapagnini.

Come ogni leggenda poggia su un fondo di verità, anzi, dice il sindaco professore, sulla verità scientifica, in equilibrio tra ricerca tecnologica e antichi rimedi orientali: farmaci che aiutano la respirazione dei mitocondri; altri che stimolano la produzione degli ormoni positivi, il dea e il gh od ormone della crescita; estratti del timo, la ghiandola che regola il sistema immunitario. Scapagnini parla a voce bassa. Ha una cravatta con gli elefanti simbolo della città, che porta sul gilet. Napoletano, famiglia di ingegneri, dopo la laurea in medicina è partito per Gand, a studiare con Heymans «primo e ultimo premio Nobel belga», e poi per gli Stati Uniti, «professore incaricato al Houston Medical Center e al Mit». Libero docente a 29 anni, associato a 32, ordinario a 33, a Catania.

«Arrivai per fermarmi qualche mese, non sono più ripartito». La sua specializzazione si chiama psico-neuro-immuno-endocrinologia (pnei). «Ho sempre avvertito il fascino, anche metafisico, letterario, del cervello. Leggevo Poe, Lovecraft, il grande noir». C'è un legame tra la testa, gli ormoni e la psiche, su cui lavorare «per prevenire l'invecchiamento cerebrale, l'Alzheimer, l'impotenza». Questo disse in una conferenza a Villa Paradiso, sul Garda, davanti a un gruppo di dirigenti Mediaset in soggiorno rigenerante. «Là incontrai Marcello Dell'Utri. Un uomo eccezionale, di straordinaria cultura. Mi disse che il Dottore sarebbe stato curioso di conoscermi. Qualche giorno dopo ero ad Arcore». 1988: una folgorazione, per entrambi.

«Berlusconi subito si scusò, disse che doveva andare a dormire alle 11. Parlammo fino alle 2 di notte. Era già bene indirizzato, mangiava solo cose naturali, pasta con sughi leggeri, verdure arrosto, poco vino solo rosso; e poi faceva atletica, corsa, pesi. Ne rimasi affascinato. Che generosità. Fotocopiava le indicazioni che gli avevo dato per passarle agli amici. Anche ora, con il lifting: non è vero che eravamo d'accordo, che sono stato io a dare la notizia, io avevo detto il contrario. Un altro si sarebbe adirato; lui ha capito. Cominciammo con la food-therapy, i cibi che prevengono il cancro: il pomodoro di Pachino e il suo apporto di licopene, i broccoli con i derivati solforosi, e un particolare olio d'oliva. Partii con il professor Mordechai per una spedizione sul Mar Morto, alla ricerca dell'olio di onfacio, con cui Cleopatra confezionava i suoi prodotti di bellezza. Scoprimmo che era liquido spremuto a freddo da olive immature».

Poi la spedizione sulla Via della Seta, «alla ricerca dell'immortalità» era il titolo, con il figlio Giovanni, il fratello Sergio, l'amico Sorbini della Enervit, un regista indiano poi premiato a Venezia e i portatori, da Samarcanda allo Xinjiang fino a Turfan, «dove ci sono dieci centenari per villaggio, che mangiano prodotti di una terra ricca di magnesio e selenio. Prelevavo loro campioni di sangue per congelarlo e studiarlo. Purtroppo si sono passati la voce. Appena ci vedevano i vecchietti scappavano tutti». Poi è andato al Milan: consulente medico per cinque anni, tra Sacchi e Capello. Quindi all'Europarlamento: presidente della Commissione ricerca, in contatto con Edith Cresson, caduta per uno «scandalo veniale, una sciocchezza: nominò consulente il suo dentista». Dal 2000 è anche sindaco di Catania, dov'era stato assessore socialista (all'Urbanistica).

Va così: la sinistra si dilania, nel '93 il ballottaggio tra Bianco e Fava, doppiopetto e camicie bianche aperte, due idee della Sicilia e dell'antimafia; poi arriva Berlusconi, candida il suo medico, 57% al primo turno e non se ne parla più. «Amo questa città. Mi hanno chiamato da Siena, Roma, Napoli, ho detto no. Ho 11 allievi in cattedra, uno in America nominato per il Nobel, si chiama Napoleone Ferrara; io resto qui. Non prendo un soldo, né da Berlusconi né dalla povera gente, e per questo mi vogliono bene». Stamane percorrerà Catania sulla carrozza con i pennacchi e i cavalli bianchi, dopodomani aprirà la cripta di Sant'Agata, culmine di una festa che dura da un mese in una città bellissima e impazzita, fuochi artificiali diurni come colpi di cannone, l'Etna bianco di neve e di fumo.

«Abbiamo salvato la squadra di calcio dalla retrocessione e quando vado allo stadio vince sempre. Tranne una volta, un pareggio». Il Comune veglia anche sui frammenti della mandibola della santa e del velo che ferma la lava, incombenza che Scapagnini ha lasciato all'arcivescovo. «E non è vero che il succo che beve Berlusconi viene dalla Francia. Sono arance rosse che crescono solo qui. Straordinarie nel prevenire l'invecchiamento cerebrale», accompagnate dall’olio e dallo yogurt purché «arricchito da sostanze probiotiche»; e quando verrà il dopo Berlusconi saremo tutti morti.

Aldo Cazzullo

3 febbraio 2004


1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

E a noi comuni mortali nulla? NON è giusto!