sabato 2 luglio 2011

Tutto finto

ANTONIO PADELLARO

La finta manovra economica per evitarci la fine della Grecia che rimanda tutto al 2014 e dunque saranno cavoli di un altro governo. I finti tagli alla casta e ai Suv. La finta soddisfazione di Tremonti che risponde alle finte domande dei telegiornalisti. Il finto decreto per salvare Napoli, così finto che Napolitano nel firmarlo ne pretende uno vero. La finta elezione del finto segretario del Pdl che ispira a Bersani una battuta finalmente riuscita su Alfano segretario di Berlusconi. La finta trattativa di La7 con Michele Santoro la cui finzione dura fino al termine dei lunghi conciliaboli, quando il giornalista pone il vero interrogativo. “Ma voi lo volete fare questo programma o no?”.

Lo ha insegnato Machiavelli che finzione e politica camminano a braccetto. Che il Principe deve fingere di stare ai patti, pronto però a romperli quando più non convenga rispettarli. Il raggiro, la frode, la morte, tutto sarà lecito purché sia salvo il potere. Quello è il dramma alto del comando che persegue il fine con qualunque mezzo. Ma quando sulla scena del governo si agitano mezze figure balbettanti mezze verità, allora siamo nella farsa più insopportabile. Passi per la nomina di Alfano, poiché in un finto partito si può essere obbligati a guadagnarsi la paghetta spellandosi le mani negli evviva, e peggio per loro. Ma giocare con i conti pubblici mentre le agenzie di rating suonano l’allarme, o abbandonare per turpi motivi una grande metropoli nel più completo disastro ambientale non ha giustificazioni. Prendono in giro il Paese, ma quando li cacceranno via sarà tutto vero.

Il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2011

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