giovedì 4 agosto 2011

Aspettiamoci di tutto

di Antonio Padellaro

Mettiamo che i famosi mercati finanziari parlino attraverso un personaggio che li rappresenta tutti. E che questo personaggio ieri pomeriggio abbia ascoltato in televisione il discorso del presidente del Consiglio per sentirsi rassicurato sulla tenuta dei conti pubblici italiani e per non scappare a gambe levate demolendo più di quanto già non lo siano la nostra Borsa, le nostre banche, i nostri titoli pubblici.

Prima di tutto l’uomo dei mercati avrà visto una scena poco rassicurante: il premier che ignora il ministro dell’Economia che gli siede accanto e che da questi viene ignorato.

Davvero ieri alla Camera i due, Berlusconi e Tremonti, sembravano dei rancorosi separati in casa lontanissimi dall’immagine di un governo coeso e in qualche modo determinato a salvare la baracca.

Quanto ai contenuti delle tanto attese comunicazioni, ciò che hanno capito tutti è presto detto.

Primo: altro che esecutivi tecnici o di salvezza nazionale, altro che elezioni subito, Berlusconi intende restare aggrappato a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura, proprio ciò che i mercati volevano evitare per dare ancora una chance all’Italia.

Secondo: niente sul piano degli interventi immediati per una correzione drastica dei disastrati conti pubblici. Ma solo la larvata promessa che da qui alla fine dell’anno non vi sarà un aumento del debito con il blocco delle spese e degli investimenti previsti. Un semplice rinvio del problema all’anno prossimo quando quei soldi andranno comunque spesi e dunque trovati, indovinate come.

A questo punto che cosa dovrebbe fare l’uomo dei mercati stamane, quando apriranno le Borse? Applaudire? Aspettare? Scappare?

Una sola cosa è certa: aspettiamoci di tutto.

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