giovedì 11 agosto 2011

Crisi, Tremonti annuncia: "Manovra dura tasse sulle rendite e licenziamenti facili"

Tocca a Tremonti. Che prende la parola davanti alle commissioni parlamentari per illustrare la strategia anti-crisi del governo. E, senza scendere nei dettagli, tratteggia le misure che il governo ha messo in decreto legge "discutibile
In parlamento", dopo la lettera della Bce. Sul tavolo, tra le varie cose, interventi sul mondo del lavoro, la modifica dell'articolo 81 della Costituzione, più tasse sui titoli. Senza escludere "un contributo di solidarietà". Una ricetta dura che il segretario del Pdl,
Angelino Alfano, prova a mitigare: "Non tutto quello che ci viene chiesto dalla Bce verrà fatto..". Pessimista Umberto Bossi che boccia Tremonti: "Un discorso fumoso". Controreplica del ministro: "Abbiamo annunciato un decreto legge. E' difficile, prima di andare dal capo dello Stato e a mercati aperti, essere più precisi di come sono stato io". Poi, riferito alla lettera della Bce, il Senatur dice di temere "un tentativo per far saltare il governo". E tira in ballo l'attuale presidente della Bce Mario Draghi: "Temo che quella lettera sia stata fatta a Roma e lui da qui è andato in Europa ma è sempre a Roma".

Dopo che dal confronto fra esecutivo e parti sociali di ieri non sono emersi dettagli sulle misure urgenti che saranno adottate la prossima settimana, Tremonti ci riprova. Stavolta con i parlamentari. E la situazione è seria al punto che Giorgio Napolitano è rientrato in anticipo dalle vacanze a Stromboli. Nel pomeriggio il capo dello Stato vedrà Berlusconi per fare il punto sulle misure che il governo intende mettere in campo per fronteggiare la crisi. Mentre Il decreto legge sulle misure anticrisi chieste all'Italia dalla Banca centrale europea sarà anticipato al 16 agosto. E probabilmente domani si terrà il consiglio dei ministri, chiamato a varare il decreto legge.

Tremonti. Premessa: "la crisi ha preso un corso diverso, non ancora finito e non facile da prevedere nella sua dinamica". Ricette? Eccole. A partire dall'articolo 81 della Costituzione (che disciplina le regole del bilancio dello Stato ndr): "Non costituisce un caso di successo e va cambiato anche perché c'è un vincolo europeo. Ora abbiamo il terzo quarto debito pubblico nel mondo - dice il ministro davanti alla commissioni - La situazione del debito pubblico Italiano e' oggettivamente straordinaria". Per questo, continua Tremonti l'introduzione del vincolo obbligatorio del pareggio di bilancio è "necessaria". Una scelta che segna "la fine di un'epoca nella quale l'Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva". Oggi viviamo in un' epoca, continua il ministro, "che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli". Un lavoro che necessita "di uno spirito costituente" e un "disarmo unilaterale". Partendo dalla proposta di riforma dell'articolo 81 dell'ex parlamentare del Pd Nicola Rossi.

Il ministro, poi, torna a legare l'accelerazione della crisi al brusco cambiamento delle mosse del governo. Passato dal voto della Camera sul decreto che poneva il pareggio di bilancio al 2014 - a metà luglio - alla necessità di correre ai ripari in tempi brevissimi: "Da allora l' intensificazione verticale della crisi, l'anticipo del pareggio di bilancio (dal 2014 al 2013) e le richieste delle parti sociali hanno modificato il corso delle nostre attività". Per questo "dobbiamo fare una manovra molto forte sul 2012 e 2013".

Sul lato della crescita, continua il ministro, serve "la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali". Inoltre il governo ipotizza di "accorpare sulle domeniche le festività" e si dice disponibile ad un intervento sulle rendite. Ovvero più tasse sui titoli: "Fermi i titoli di Stato, prevediamo una riduzione della tassazione della raccolta postale che è al 27%, mentre tutti i titoli finanziari verrebbero tassati dal 12,5% al 20%". Tra le ipotesi allo studio figurano interventi sulle pensioni di anzianità e su quelle delle donne nel settore privato (che, nella maggioranza, la Lega osteggia anche se Bossi ipotizza "un compromesso").

Per il mercato del lavoro l'ipotesi da mettere in campo è "una spinta alla contrattazione a livello aziendale, con il superamento del sistema centrale rigido" ma anche "il licenziamento del personale compensato con meccanismi di assicurazione più felici", una sorta di "diritto di licenziare. D'altro lato bisigna evitare l'abuso dei contratti a tempo determinato" annuncia Tremonti. Che rivela come tra i suggerimenti all'Italia formulati dalla Bce ci sia anche la riduzione degli stipendi nel pubblico impiego ("ma non lo faremo" dice Tremonti nella replica). Solo un accenno al taglio dei costi della politica: "Dobbiamo intervenire perchè ci sono eccessi".

Le ipotesi in campo.
Al momento l'unico punto fermo sembra essere la decisione del governo di convocare un consiglio dei ministri la prossima settimana per varare un decreto con gli interventi per anticipare il pareggio di bilancio al 2013. Nessuna indicazione certa ancora nel merito dei contenuti del provvedimento, ma difficilmente si riusciranno a recuperare le risorse necessarie soltanto con l'accelerazione di alcune norme previste dalla manovra varata a luglio. Le ipotesi che si rincorrono sono tante. A partire da un'eurotassa 3per i redditi al di sopra dei 60-100mila euro. Le più contestate sia dai sindacati che da alcune parti della stessa maggioranza sono l'eventuale nuova stretta sulle pensioni e l'introduzione della tassa patrimoniale ("roba di sinistra" per Berlusconi e Bossi). Si parla poi dell'aliquota unica al 20% sulle rendite finanziarie con l'esclusione dei titoli di stato.

L'opposizione.
Ad ascoltare il ministro, d'altronde, c'erano tutti i big dell'opposizione e della maggioranza. E dal leader del Pd Pier LuigI Bersani arrivano i primi messaggi al ministro. Il primo è politico: "La situazione politica italiana è il cuore del problema". Poi: "Al governo non deve tremare il polso: per noi chi ha di più deve dare di più". Chiaro anche l'atteggiamento verso il governo: "Siamo ancora una volta sconcertati". Antonio Di Pietro chiede al governo cosa voglia fare "di concreto". "Noi siamo disponibili ad aiutare il governo senza preconcetti, ma castelli di sabbia non ne vogliamo più vedere" dice il leader dell'Italia dei Valori. Ma anche dentro il Pdl si agita l'insoddisfazione. "Tremonti è stato deludente. Ora aspettiamo il decreto. Con una sola avvertenza. Il nostro voto parlamentare non è affatto scontato" dicono quattro parlamentari:
Giorgio Stracquadanio, Guido Crosetto, Lucio Malan e Isabella Bertolini

(11 agosto 2011)

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