lunedì 15 agosto 2011

"Era un rapporto malato la picchiava sempre"


di EMILIO ORLANDO

"Ha incominciato prima a gridare contro la sorella della sua ex compagna, poi verso i figli della donna. Ad un certo punto ha anche preso a spintoni uno dei bambini, convinto che il motivo della rottura del rapporto fosse dipeso dalla sorella che era riuscita a convincerla a lasciarlo. Ma uno dei figli della donna, nonostante la giovane età, ha anche provato a difendere la madre dalla furia di Stefano Suriano".

Sono le testimonianze dei conoscenti ed amici della donna perseguitata in modo violenta dall'uomo poi ucciso dal padre della vittima dello stalking, Carlo Nanni, 63 anni. Nel palazzo di via Giacomo Del Duca, parte di un piccolo comprensorio tra campagna e capannoni, nella zona popolare di Casale Caletto, nel quartiere di Tor Cervara, tutti ricordano il rapporto tra i due come una relazione tempestosa con poche luci ma tante ombre, acuite anche dal fatto che l'uomo era tossicodipendente.

"Un rapporto malato fatto di amore ed odio, il loro. Lui la picchiava di continuo,
l'ha pure sfregiata in faccia - racconta una condomina - ma poi, come avviene in questi casi, tornavano sempre insieme. Per settimane la donna era costretta a rimanere in casa per non mostrare i lividi che aveva sul viso e sulle braccia".

L'altra sera, durante una festa di quartiere, tra i cortili dei palazzoni popolari che sembrano formare un labirinto, l'ennesima lite violenta. "E' arrivato come al solito di corsa, sgommando con la macchina. Stavolta ha però minacciato i figli della sorella della sua ex, due bambini di quattro e undici anni - racconta un'amica della donna -. La sorella abita qui e Stefano veniva spesso a fare casino. Ma sabato sera, dopo che era stato violento anche con i bambini, il padre ed altri parenti, non ce l'hanno più fatta a sopportare la situazione. Hanno prima provato a farlo andar via tirandogli una grossa pietra sui vetri della macchina. In questo quartiere le questioni ce le risolviamo a modo nostro senza chiamare la polizia, specie se si tratta ci violenze contro donne e bambini".

"Stefano - racconta un'altra testimone - sembrava una furia, aveva gli occhi e il viso stravolti ma restava immobile nonostante una ventina di persone gli andassero contro. Alla vista del padre però, di cui aveva molta paura - è salito in macchina ed è scappato a forte velocità. Gli altri si sono organizzati e hanno deciso si inseguirlo fino a dove è rimasto senza benzina. A quel punto, davanti a quella stazione di servizio, gliel'hanno hanno fatta pagare".

(15 agosto 2011)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Chissà perché non riesco a provare nessuna compassione per questo uomo violento come una bestia.