venerdì 12 agosto 2011

Il tramonto del Tremonti

SOLO, INDECISO E COMMISSARIATO QUATTRO PDL BOCCIANO IL DECRETO

di Luca Telese

Ma che squallida mattinata canicolare, che squallido balletto: benvenuti al Parlamento Burlesque, Bene Bravi, Bis, Tri-chet. É avanspettacolo, certo, ma è pur sempre tragico. Le commissioni parlamentari di Camera e Senato che si riuniscono solennemente e si dissolvono altrettanto precipitosamente, il ministro un tempo spavaldo che diventa titubante, i tavoli negoziali (del nulla) che si apparecchiano e si sparecchiano a palazzo Chigi con la rapidità di un fast food e con il dispiego di forze di interi reggimenti di Burocrazja. I frondisti del Cavaliere che mimano un giochino di dissenso - voto-non voto-chissà - il Colle che fa e disfa, e l’eurobanca che scrive lo spartito. Su tutto, l’immensa cialtroneria della neolingua di potere: la nuova parola d’ordine è “responsabilità”: si pensano Adenauer, ma ci sembrano solo Scilipoti.

IERI MONTECITORIO pareva il teatro dell’assurdo: il presidente del Consiglio del macchiettistico “Ghe pensi mì”, ormai rassegnato al commissariale “Ghe pensano ei” (ovvero gli eurosauri), la maggioranza che si sfarina (poco importa se per celia o per davvero) Pier Ferdinando Casini che infierisce sul povero Giulio Tremonti dentro e fuori dall’Aula con una staffilata al vetriolo: “Questo è scemo, da ricoverare!”. Ma non era il divo Giulio l’ultimo grande illuminato d’Italia, non era il premier in pectore, un moderno Condorcet con il rendigote, il ciuffo, e le chiavi dei forzieri?

Ieri Tremonti annunciava ipotesi e ventilava sciagure. Cercava di nuovo di taroccare la sua disfatta provando a innescare piccole guerre ideologiche intorno alla battaglia contro il 25 aprile e per la “facilità di licenziare” che (non si capisce in virtù di quale pasticcio) dovrebbero aiutare a risanare i conti: “Licenziamento o dismissione del personale...”.

COME GIOCA con le parole Tremonti, e come giocano con le idee i politici di questo crepuscolare fine di partita. Come è patetico il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, quando spiega che la Lega è contraria all’innalzamento dell’età pensionabile “perché l’Italia è un paese diverso dagli altri, e federalismo vuole anche dire che il ruolo della nonna diventa fondamentale nel momento della supplenza con i figli in un paese in cui non ci sono asili”. Il ruolo della nonna? Come se di fronte al finis historiae si potesse ancora giocare alla parodia di Asterix, combattere una battaglia delle idee (e numeri) ostentando il folclorismo tradizionalista e neotribale.

Che ridicolo quel plotone di sindacalisti accorsi intorno al tavolone di Palazzo Chigi: le avete contate, le teste, nelle foto? Sessanta persone convenute per due ore di dibattito e nessuna decisione. I palazzi della politica partoriscono cortine fumogene, tavoli concertativi, liste di priorità che non saranno rispettate, bugie indecenti per velare quello che la “lettera segreta” (solo per i gonzi) ha già chiesto all’Italia: privatizzazioni, licenziamenti, bastonate previdenziali e patrimoniali dolorose.

IN MEZZO a questo paesaggio di lacrime, Casini svetta, perché almeno parla la lingua della verità: “Abolire l’Ici è stata una follia”. E Antonio Di Pietro, leader Idv, tratta a pesci in faccia il ministro dell’Economia: “Io so che cosa vuol dire confidenziale, forse lei no. Questa lettera non gliela hanno inviata perché è un caro amico, ma perché ci impone condizioni che questo paese dovrebbe conoscere”. Tremonti non ha più la sicurezza e la prontezza di spirito della battuta che annichilisce. In questo palcoscenico popolato di balle e sparate rodomontesche, infine, arrivano i quattro moschettieri del Pdl: il sottosegretario Guido Crosetto, Giorgio Stracquadanio, Lucio Malan e Isabella Bertolini, infatti, firmano un comunicato e minacciano di non votare la finanziaria: “L’esposizione del ministro Tremonti, ci aveva fatto credere - sottolineano Crosetto, Stracquadanio, Bertolini e Malan – che il ministro avrebbe colto l’occasione della crisi per essere all’altezza di quello che Tremonti ha definito un tornante della storia”. E invece... “Tremonti – scrivono i quattro moschettieri – avrebbe dovuto indicare la strada per ridurre di almeno sette punti la spesa pubblica. E su questo il Parlamento avrebbe dovuto discutere. Invece, niente”. Dicono che dietro i quattro ci sia il mal di pancia di Berlusconi, che non vuole mettere la faccia sulla manovra. Dicono che il Cavaliere mal sopporti il commissariamento (e il suo ministro) che e sogni l’ultimo colpo di scena. Ma anche Umberto Bossi, subito dopo l’intervento di Tremonti alle commissioni, aveva bofonchiato: “Discorso fumoso”.

A sera, sulla commissione burlesque cala il sipario: i convitati si dissolvono, il nulla torna protagonista sulla scena. Mentre l’Italia dorme. E i padri stipano i portabagagli per le code del ferragosto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Luigi:
"brano, misteriosamente scomparso, del discorso pronunciato dal ministro Tremonti davanti alle commissioni parlamentari"
pubblicato su la prima pagina de "La Stampa" da M. Gramellini
http://triskel182.wordpress.com/2011/08/12/faccio-una-premessa-massimo-gramellini/

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Pensavo non mi meravigliasse più niente, ma sopprimere un passo saliente del'audizione di Tremonti (evidentemente il testo era stato diffuso prima, e peggio mi sento) mi mancava. Adesso posso dire che lo schifo è completo.