di Bruno Tinti
Che cos’è il “contributo di solidarietà? Una superimposta sul reddito. I meriti di questa soluzione sono la progressività e la generalità. La superimposta cresce con l’ammontare del reddito: 5% di 10.000 è cosa diversa da 5% di 100.000. E si applica a tutti i contribuenti, il che è giusto: art. 53 della Costituzione. Il problema è che chi evade le imposte rappresenta un reddito minore di quello effettivo; e quindi il suo 5% produrrà una somma minore di quella che dovrebbe pagare secondo giustizia. Mentre chi non evade paga proprio tutto il dovuto; il che non è giusto, sempre per via dell’art. 53 della Costituzione. Il “contributo di solidarietà” perpetuerebbe quindi l’ingiustizia finora consumata nei confronti dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che sono gli unici contribuenti italiani che non evadono le imposte; e che sono anche i più poveri. Sicché sarebbe non solo giusto ma furbo abbandonare un’idea così cretina. Ma allora i soldi dove li prendiamo? Con una patrimoniale. Mentre è facile nascondere quello che si guadagna (per il popolo della partita Iva), è impossibile nascondere quello che si possiede. Intendiamoci bene: è possibile attribuire ad altri la titolarità di un bene; ma non è possibile nasconderne l’esistenza. E allo Stato non importa chi pagherà l’imposta patrimoniale (percentuale del valore del bene); lo paghi pure la società immobiliare, l’armatore, la ditta: “pecunia non olet”. E se la società proprietaria è estera (il solito yacht con bandiera panamense)? Niente paura, in attesa che si accerti a chi detta società lo ha affittato, prestato, regalato etc, lo sequestriamo. Certo, se chi è a bordo decide di pagare il dovuto, allora non c’è problema. Qual è il vantaggio? Che i beni hanno un valore obiettivo: il 5% del valore di una casa, di un terreno, di un immobile commerciale o industriale, di uno yacht o di un’automobile quello è; con qualche approssimazione, ma, come si dice a Roma, “stà a badà al capello”. Qui sì che ci sarà progressività e proporzionalità: chi ha di più pagherà di più. Vogliamo scendere un po’ più nel dettaglio? Come si valuta il valore degli immobili? Catastalmente. Si sa che il catasto non è proprio aggiornatissimo ma abbiamo bisogno di soldi, pochi, maledetti e subito. Come si valuta il valore degli yacht e delle automobili: prezzo di mercato. Una Porsche del 2000 non vale i 150.000 euro che costa il corrispondente modello del 2011. C’è pieno di riviste con quotazioni di questo genere di beni; facciamo una media dei listini proposti dalle 3 o 4 più note e abbiamo il valore cui applicare la patrimoniale. Possono esserci anche altri sistemi: per esempio ci si fa dire dalle società di assicurazione per quanto sono assicurati yacht e automobili. Il che mi fa venire in mente che il parco beni da tassare con la patrimoniale potrebbe essere aumentato. Magari qualcuno possiede quadri, gioielli, opere d’arte. E certamente le ha assicurate. Bene, facciamocelo dire dalle società di assicurazioni. E se le ha assicurate all’estero? Qui ci va un po’ di autorevolezza internazionale; terreno su cui, bisogna riconoscere, siamo debolucci. Nell’attesa di ottenere un bell’elenco dai Lloyds di Londra, dovremo soprassedere. È anche vero però che i Paesi Ue sono un po’ tutti nella stessa barca. La lotta di uno Stato che vuole seriamente mettersi a posto magari interessa anche gli altri. E allora, hai visto mai, qualche aiutino arriva.
1 commento:
Per arrivare a quanto Bruno Tinti auspica, occorre con urgenza che al Governo ci siano Uomini capaci di senso della Giustizia... ma se è vero che le sorti del mondo sono da sempre nelle mani di uomini senza anima, in Italia le sorti del Paese sono in mano alla feccia liquida. Non abbiamo alcuna speranza.
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