mercoledì 14 settembre 2011

Berlusconi al Colle poi vota la manovra Stasera Cdm: sul tavolo il ddl Bavaglio


Si riapre anche il caso Milanese: dopo aver annunciato ieri il voto compatto contro l'arresto, la Lega ritratta e Bossi apre alla "libertà di coscienza". Come nel caso Alfonso Papa. Poi finito in carcere

Un incontro al Quirinale e poi in aula a Montecitorio a votare la fiducia sulla manovra, passata con 316 voti a favore e 302 contro. Silvio Berlusconi ha così cominciato la giornata romana al ritorno dalle trasferte di ieri a Bruxelles e Strasburgo. Ufficialmente il colloquio con il Capo dello Stato è stato richiesto dal Quirinale proprio per conoscere l’esito degli incontri che il Cavaliere ha avuto con il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, e con il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Ma l’incontro è stato incentrato sui provvedimenti da adottare per far fronte alla crisi economica di cui il Capo dello Stato è fortemente preoccupato. Presente al Colle anche il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta.

Al termine dell’incontro, Berlusconi ha raggiunto la Camera per votare la fiducia e ha poi riunito un vertice di maggioranza anche in vista del Consiglio dei ministri convocato per stasera alle 20. Presenti il ministro dell’Economia
Giulio Tremonti, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni, il segretario del Pdl Angelino Alfano, i due coordinatori del partito Ignazio La Russa e Denis Verdini, il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto e il vice vicario di Palazzo Madama Gaetano Quagliariello.

Sul tavolo c’è la questione del decreto intercettazioni, su cui il premier vuole imprimere una accelerazione. Ma anche il voto su Marco Milanese preoccupa il Cavaliere. In particolar modo la posizione della Lega che ieri ha garantito di essere contraria alle manette, annunciando il convinto voto in blocco contro la detenzione dell’ex consigliere di Tremonti, ma che stamani ha ritrattato. Come avvenne per la vicenda di
Alfonso Papa, è stato Umberto Bossi a riaprire il balletto di annunci e correzioni. Il leader del Carroccio, infatti, stamani ha spiegato che “è ancora possibile la libertà di coscienza”. Una dichiarazione rilasciata dopo aver incontrato Tremonti, in mattinata. Il messaggio di Bossi è fin troppo chiaro: considerato il precedente di Papa, a cui gli uomini di Maroni alla Camera hanno aperto i cancelli di Poggioreale, è preferibile evitare di correre rischi in aula e sarebbe dunque consigliabile che Milanese si dimetta, come aveva suggerito anche Paniz.

Questo per quanto riguarda le preoccupazione del premier.
E’ il Capo dello Stato a tenere l’agenda politica sul tema economico. ”Il consolidamento dell’euro è una priorità essenziale per l’Europa ma costituisce anche un interesse vitale per l’economia mondiale”, ha detto stamani Napolitano. “L’impegno a prendere tutte le misure necessarie al rafforzamento della moneta unica è inseparabile dallo sviluppo di una più stretta integrazione anche politica europea – scrive Napolitano – e implica al tempo stesso una più forte cooperazione euro-atlantica, nella consapevolezza che solo così potremo esprimere soluzioni efficaci ed aprire nuove prospettive di sviluppo alle nostre società”. La crisi, sottolinea il presidente, impone “la ricerca di soluzioni condivise travalicando i confini dei singoli paesi”.

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