martedì 20 settembre 2011

Caso escort, il procuratore Laudati indagato Scelsi al Csm: “Avviò un’indagine parallela”


Il magistrato avrebbe trattenuto per se l'informativa della Guardia di finanza sugli scambi di ragazze e favori fra Berlusconi e Tarantini, e avrebbe accelerato il trasferimento del pm titolare del procedimento

Giornata nera per il procuratore di Bari Antonio Laudati, messo sotto indagine dai colleghi di Lecce e accusato davanti al Csm di aver avviato “un’inchiesta parallela” sul delicatissimo caso Tarantini, gestito dai suoi sostituti. Laudati, riportano diversi quotidiani, è indagato dalla Procura di Lecce per abuso d’ufficio. Il procuratore si sarebbe adoperato per rallentare la chiusura delle indagini sulle escort che Gianpaolo Tarantini portava nelle residenze del premier Silvio Berlusconi.

Il caso è stato sollevato dall’ex pm Giuseppe Scelsi, titolare dell’inchiesta escort fino al trasferimento in Procura generale, avvenuto a giugno. Secondo un esposto presentato da Scelsi al Consiglio superiore della magistratura, Laudati avrebbe ostacolato le indagini e accelerato il suo trasferimento, anche in seguito a pressioni del governo.

Sentito oggi dalla prima commissione del Csm, l’ex pm avrebbe rincarato la dose. Secondo il suo racconto, Laudati avrebbe avviato un’indagine parallela sull’inchiesta escort, con accertamenti “extra” svolti da militari della Guardia di finanza ritenuti vicini a Laudati e al suo ufficio. L’inchiesta coordinata da Scelsi è sempre stata affidata a investigatori del nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle di Bari, anche dopo che Laudati affiancò a Scelsi i colleghi Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis, che l’hanno portata a termine nei giorni scorsi facendo notificare otto avvisi di conclusione delle indagini.

La deposizione di Scelsi e della collega Pontassuglia, contitolare dell’indagine escort, sarebbero alla base della decisione della Procura di Lecce di iscrivere nel registro degli indagati il procuratore capo Laudati, che giovedì sarà ascoltato dal Csm in vista di possibili sanzioni disciplinari.

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