giovedì 15 settembre 2011

Escort, centomila intercettazioni


Otto indagati e più di centomila intercettazioni (effettuate fino all'estate del 2009 ma non trascritte). Ventotto capi di imputazione (tra cui associazione per delinquere e favoreggiamento della prostituzione) e trenta ragazze portate nelle residenze del premier. I magistrati di Bari chiudono le indagini sul presunto giro di escort gestito dall'imprenditore barese Giampaolo Tarantini, tratteggiando in maniera dettagliata i contorni dell'inchiesta che vede fra gli indagati, oltre a Tarantini e al fratello Claudio, Sabina Began, soprannominata l'«Ape Regina» e poi l'avvocato brindisino Salvatore (detto Totò) Castellaneta e l'amico di Gianpi, Massimiliano Verdoscia.

«RAPPORTI AFFARISTICI» - Tarantini - affermano i pm - voleva «consolidare il rapporto con Silvio Berlusconi (avviato nell'estate del 2008), ottenere, per il suo tramite, incarichi istituzionali e allacciare, avvalendosi della sua intermediazione, rapporti di tipo affaristico con i vertici della Protezione civile, di Finmeccanica spa, di società a quest'ultima collegate (Sel Proc, Selex Sistemi integrati Spa e Seicos Spa), di Infratelitalia spa e altre società». A questo scopo, e assieme all'avvocato brindisino Salvatore Castellaneta, a Pierluigi Faraone e a Masimiliano Verdoscia (suo amico fraterno), l'imprenditore pugliese contribuiva al «funzionamento del meccanismo criminoso» partecipando all'organizzazione delle serate nelle residenze del premier» e non solo, «provvedendo alla ricerca e alla selezione delle prostitute» e alla «verifica della loro disponibilità a prostituirsi». Sempre Tarantini si preoccupava di selezionare le donne in base a «specifiche caratteristiche fisiche», preferendole di giovane età e di corporatura esile. L'imprenditore badava anche ad altri aspetti nell'organizzazione degli incontri, secondo la procura di Bari: impartiva alle donne «disposizioni sull'abbigliamento da indossare e sul comportamento da assumere»; sosteneva le spese di viaggio e di soggiorno, «mettendo loro a disposizione il mezzo per raggiungere il luogo dell'incontro».

ARCURI - Almeno trenta le ragazze portate da Tarantini nelle residenze del Cavaliere, tra le quali figura anche Manuela Arcuri. L'imprenditore pugliese chiese all'attrice di prostituirsi con Berlusconi promettendole che il premier l'avrebbe favorita nella conduzione del Festival di Sanremo, ma lei rifiutò, spiegano i pm. Tre le ragazze iscritte nel registro: oltre alla Began, figurano Francesca Lana e Letizia Filippi. Tutte si sarebbero date da fare per reclutare ragazze e favorirne la prostituzione. Nei 28 capi di imputazione sono infatti citate molte ragazze già apparse nei mesi scorsi, tra cui anche alcune coinvolte nell'inchiesta milanese su Ruby. Ci sono Terry De Nicolò e Carolina De Freitas, Francesca Lana e Barbara Montereale e poi ancora Daniela Lungoci, Niang Kardiatau (detta Hawa), Karen Margaret Buchanan, Manuela Arcuri, Camille Cordeiro Charao, Chiara Guicciardi, Sara Tommasi, Fadoua Sebbar, Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone (detta Monia), Roberta Nigro, Maria Josefa De Brito Ramos, Grazia Capone, Luciana Francioli De Freitas, Michaela Pribisova, Marystell Polanco, Michelle Conceicao dos Santos, Cinzia Caci (detta Mariasole), Ioanna Visan, Barbara Guerra, Patrizia D'Addario, Lucia Rossini e una certa Marica. Secondo la procura ce ne sarebbero però anche altre: nel capo di imputazione che riguarda Letizia Filippi si legge infatti che la giovane, assieme a Tarantini, avrebbe reclutato Maria Josefa De Brito Ramos affinchè si prostituisse con il Cavaliere e la avrebbe invitata «a far partecipare altre ragazze all'incontro, impartendole disposizioni sul comportamento da tenere e l'abbigliamento da indossare».

TRE RAGAZZE - E ancora: sempre secondo quanto si legge in uno dei capi di imputazione, la Began portò a Palazzo Grazioli tre ragazze, di cui almeno una si sarebbe prostituita con Silvio Berlusconi. L'«Ape Regina» e Tarantini, è scritto, reclutarono «Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone (detta Monia) e Roberta Nigro», ne favorirono e sfruttarono «l'attività di prostituzione della prima, esercitata, in favore di Silvio Berlusconi, presso la sua residenza romana, dietro pagamento di corrispettivo in denaro, provvedendo, in particolare, il Tarantini, ad istruire le stesse sulle modalità comportamentali da assumere, sulle finalità della serata, a sostenere le spese di viaggio e soggiorno delle donne, e a mettere a loro disposizione un'autovettura per raggiungere palazzo Grazioli». I reati sarebbero stati commessi tra il 30 agosto e il 6 settembre 2008.

«VOGLIO FARE L'EURODEPUTATO» - Il nome di Tarantini è emerso da principio in relazione al caso della escort Patrizia D'Addario, che ha detto di aver trascorso una notte con il premier a Palazzo Grazioli e ha depositato alla procura di Bari video, foto e registrazioni delle sue visite nella residenza romana del premier. L'imprenditore pugliese, si scopre ora, per un certo periodo sognò di fare il parlamentare europeo e di questo parlò anche col premier in una delle telefonate intercettate dalla procura di Bari.

GHEDINI: SERATE CONVIVIALI - La difesa di Berlusconi continua sulla strada delle «eleganti serate conviviali». Una tesi più volta ribadita dallo stesso premier in risposta a chi parlava di «festini» erotici nelle residenze di Roma e Milano: «Le prospettazioni accusatorie contenute nel capo di imputazioni per la vicenda di Bari, non solo vedono totalmente estraneo il presidente Berlusconi, ma dimostrano la sua completa non conoscenza circa l'asserito comportamento del Tarantini e dei suoi coindagati». I legali del premier Niccolò Ghedini e Piero Longo lo scrivono in una nota: «Del tutto infondate invece - aggiungono - appaiono le ricostruzioni delle serate, che erano soltanto riunioni conviviali, come più volte affermato dalle stesse protagoniste».

Fiorenza Sarzanini
15 settembre 2011

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

UN VERO HAREM! INVIDIOSO? NO, NON MI CHIAMO PUTIN!