mercoledì 21 settembre 2011

Garimberti difende Zavoli "Minzolini impari a tacere"


Il presidente della Rai interviene nel polemico botta e risposta di ieri tra Sergio Zavoli e il direttore del Tg1: "Ho trovato le parole di Minzolini nei confronti del presidente Zavoli inaccettabili. Minzolini deve imparare a tacere quando è il momento. Non si attaccano le istituzioni", ha dichiarato Paolo Garimberti a margine del Prix Italia, in corso a Torino. Ieri il direttore del Tg1 aveva definito il presidente della Commissione di Vigilanza "di parte. E lo dimostra nelle dichiarazioni che fa".

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Secondo Garimberti "chiunque di noi lavori in Rai, ma anche non in Rai, deve rispettare le istituzioni". Immediata la replica del direttore del Tg1: "Io ho sempre rispettato e rispetto le istituzioni, ma le istituzioni debbono rispettare il Tg1 e chi lo dirige". Ma il presidente della Rai ha continuato: "Zavoli è il presidente della commissione di Vigilanza, è stato presidente della Rai è e resta un grande giornalista". Minzolini dunque "deve imparare a tacere quando è il momento perché non si attaccano le istituzioni, che hanno diritto, soprattutto se si tratta della commissione di Vigilanza, a fare i rilievi critici. Noi dobbiamo rispondere ma dobbiamo farlo con i fatti o comunque in modo educato".

"Ho trovato la risposta di Minzolini nei confronti di Zavoli quando lo ha definito 'presidente di parte' inaccettabile. E aggiungo, questo problema della forma lo porrò nei luoghi opportuni. E' il direttore generale che eventualmente deve occuparsi di questa cosa", ha spiegato Garimberti.

"E' inutile nascondersi dietro un dito ed è inutile che Minzolini continui a sfidare tutto e tutti facendosi scudo con le dichiarazioni dei politici che appena lui viene criticato, come è successo a me l'altra sera, immediatamente dichiarano a suo favore", ha continuato Garimberti. "Mi pare che questo sia un sistema ormai collaudato. Ripeto, non me ne importa nulla di questo sistema collaudato, perché ho il diritto ma soprattutto il dovere come presidente della Rai di dire quando le cose non vanno, e lo dirò sempre. E non saranno sicuramente alcuni politici abituati a dichiarare a gettone che mi fermeranno", ha concluso il presidente Rai.

La polemica era nata dopo che ieri il presidente della commissione di Vigilanza Rai aveva criticato "l'atteggiamento del Tg1 che pervicacemente continua a produrre i motivi del discredito professionale e politico che non giova al prestigio del servizio pubblico". L'aveva fatto rivolgendosi al direttore generale della Rai Lorenza Lei, chiamata in audizione. Zavoli aveva anche sottolineato il calo di ascolti della Rai, "che principalmente è del Tg1". Un tema caldissimo. Lorenza Lei aveva risposto: "Quando dirò basta al Tg1? Basta non lo posso dire solo io ma lo devono dire anche i consiglieri".

Poco dopo era arrivato il commento di
Augusto Minzolini, direttore del Tg1, nell'occhio del ciclone per i suoi editoriali a sperticata difesa del premier e più in generale per il netto calo di ascolti della Rai: "Zavoli è un presidente di parte e lo dimostra nelle dichiarazioni che fa", aveva detto.

Le parole del dg Lei hanno comunque soddisfatto
Nino Rizzo Nervo, consigliere Rai: "Ne prendo atto con soddisfazione", ha detto. "Sono parole - sottolinea il consigliere di area Pd - che non le ho mai sentito dire in Consiglio di amministrazione ogni qualvolta è stato sollevato il caso del Tg1". In relazione poi al fatto che il dg di viale Mazzini abbia ricordato ai commissari della Vigilanza che su un eventuale "basta al Tg1" firmato Minzolini non possa pronunciarsi da sola ma debba essere il Cda a pronunciarsi, Rizzo Nervo dice che di fronte a una proposta "una decisione del Cda per essere valida ha bisogno della maggioranza dei voti dei presenti", come hanno dimostrato anche recenti delibere. Il consigliere ha ricordato poi che la crisi di ascolti, di autorevolezza e di indipendenza della testata "è da tempo sotto gli occhi di tutti" e chi sino ad oggi ha sostenuto e ha continuato a sostenere Minzolini "si assume una grave responsabilità aziendale".

Sullo stesso tema degli ascolti è arrivato oggi l'affondo di Garimberti: "E' il direttore generale che eventualmente deve occuparsi di intervenire su questa cosa. Il direttore generale in commissione di Vigilanza ieri ha detto cose che io condivido completamente. Ha detto che il problema esiste ed è un problema di contenuti e di ascolti", ha sottolineato il presidente della Rai.

"Il problema degli ascolti - ha insistito Garimberti - c'è, non ci si può nascondere dietro il dito che un giorno fa il 23 e un altro il 21 per cento, e se la gente va via un motivo ci sarà, se la partita di calcio è noiosa io vado via. Non è che gli ascolti sono capricciosi, soprattutto quando gli ascolti sono sistematicamente in una certa direzione". Il presidente della Rai ha quindi sottolineato: "Ho letto quello che ha detto il direttore generale ieri sera in commissione e lo condivido quasi al 100 per cento, soprattutto sui temi più sensibili, trovo che sia stata coraggiosa a dire queste cose e trovo soprattutto che abbia ragione a dire che non può lei da sola decidere, soprattutto su posizioni così importanti". Per Garimberti "ci vuole una presa di coscienza del Cda, ma vera e non per modo di dire".

"Guai se il servizio pubblico fa disinformazione, guai se, e accade in Rai, si omettono notizie per nascondere i fatti. Si fa un delitto grave non solo verso gli ascoltatori e verso chi paga il canone ma verso l'intero Paese", ha detto Garimberti. "Per questo - ha insistito il presidente della Rai - non accetto proteste quando si fa della disinformazione e chi vuole capire capisca, ma credo che tutti possano capire". Garimberti ha ricordato poi il periodo in cui faceva l'inviato nell'ex Unione sovietica: "Ho vissuto un po' di anni in un Paese dove si faceva disinformazione, si distorceva la cronaca a propaganda del regime. Ecco si faceva quel che io chiamo 'disinformatia'. Si riscriveva la storia, si abbelliva il brutto e viceversa". E riferendosi alle dichiarazioni del Capo dello Stato, Garimberti ha fatto notare: "Lo ha detto anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non si può pensare un futuro senza memoria del passato e che non si dà fiducia agli italiani minimizzando i nodi critici della realtà. Napolitano è tornato spesso su questo concetto. Le sue parole tradiscono un disagio per il modo in cui si racconta cosa accade e per come gli storici ritroveranno questi fatti".

Le reazioni.
E sul Tg di Minzolini le parti politiche si dividono. Per Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl: "Assistiamo a troppi attacchi al direttore del Tg1 che hanno evidenti risvolti para-politici. La richiesta di tacere è davvero sopra le righe". In difesa del direttore di testata è arrivato anche il commento del capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "Con tutto il rispetto per il presidente Zavoli, mi sembra che abbia travalicato il suo ruolo con le affermazioni fatte in commissione di Vigilanza in riferimento al Tg1. Lo stesso credo stia facendo il presidente della Rai Garimberti". "Entrambi - prosegue Gasparri - non hanno sollevato alcuna critica, invece, quando abbiamo assistito ad altri autentici episodi di faziosità e di disinformazione". Dello stesso parere anche il vice presidente Pdl della Camera dei deputati, Maurizio Lupi: "Ormai siamo alla lotta ad personam. Gli attacchi al direttore del Tg1, Minzolini, oltre che assolutamente ideologici e strumentali, dimostrano quanta demagogia ci sia ogni volta che si affronta il dibattito intorno alla Rai".

Per la chiusura del telegiornale di RaiUno si è pronunciato il vicepresidente Pd della commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Merlo: "E' inutile nasconderlo o fingere che il problema non esiste. Di fronte a un preoccupante calo di ascolti, l'azienda ha il dovere e il diritto di intervenire. E' questo senza alcuna polemica e senza accanimento", ha dichiarato. "Minzolini dimentica che il suo ruolo è quello di fare informazione in modo obiettivo al servizio dei cittadini che pagano il canone. Il rispetto delle istituzioni dovrebbe essere cosa scontata per un direttore professionista, ma a quanto pare non è così", ha detto il senatore dell'Italia dei Valori Pancho Pardi, capogruppo in commissione di vigilanza Rai. Mentre dal Pd il senatore Fabrizio Morri, della commissione di Vigilanza Rai, ha aggiunto: "Con una conduzione insopportabilmente faziosa, con la scelta di evitare perfino di dare notizie scomode a chi governa, ma sulle prime pagine di tutti gli altri media, il direttore Minzolini si è reso responsabile del peggior crollo di ascolti che mai abbia riguardato il principale Tg del Paese. Dovrebbe perciò stare solo chiedere scusa ai telespettatori e farsi da parte". Per il senatore del Pd Vincenzo Vita: "Non c'è bisogno neppure di commentare, mentre a questo punto diventa dirimente la domanda: ma Minzolini rimane per preparare la privatizzazione della Rai?". "Zavoli è un simbolo di libertà e professionalità per tutti noi - afferma il segretario dell'Usigrai Carlo Verna - è inammissibile cercare in un solo colpo di intaccare la sua personale autorevolezza morale e il suo ruolo istituzionale di Presidente della commissione parlamentare di Vigilanza".

(21 settembre 2011)

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