LUCA TELESE
Contrordine compagni. Però questa volta, a cambiare linea (e slogan) sotto la pressione degli eventi, non sono gli epigoni della sinistra italiana, ma gli uomini di punta del marchionnismo, i manager del pensiero a girocollo.
Fino a ieri, nella azzeccatissima, antibuonista, provocatoria (e martellante) campagna pubblicitaria della Ypsilon al fianco del macho-noir per eccellenza del cinema francese, Vincent Cassel, c’era un unico, folgorante slogan: “Il lusso è un diritto”. Polemiche nel web, messaggi arrabbiati, stroncature e adesioni entusiastiche: tutto aveva contribuito al successo del lancio. Oggi – però – “Todo cambia”: nulla è come prima, sotto la grandine delle Finanziarie ad orologeria e dei balzelli a targhe alterne. Il bianco e nero chic è rimasto, il sorriso da cattivo di Cassel pure, ma lo slogan è stato riscritto in modo politicamente corretto: “L’eleganza è un diritto”. I dirigenti della Fiat dicono che un cambio di marcia era già previsto, ma la differenza si sente e ha un innegabile potere suggestivo.
Come spesso capita, quando l’esattezza scientifica di un refrain fotografa lo stato d’animo di un sentimento collettivo, questo terremoto semantico racconta molto dei destini di una macchina, sul piano dei simboli e delle idee. Intanto perché
Ma questo cambio di marcia è ancora più interessante perché la piccola Lancia – al contrario del gippone Freemont – è la quintessenza di un’idea italiana di macchina: molto piccola, parcheggiabile, maneggevole (come sua sorella 500), consuma pochissimo, ma è anche dotata – al contrario del modello precedente – di cinque porte (come sua mamma Panda). È equipaggiata di uno di quei motori d’avanguardia che hanno contribuito ad alimentare l’orgoglio dei progettisti italiani. Bene, questa macchina, che doveva essere la punta del rilancio della Fiat italiana, si è invece ritrovata chiusa ai box, forzatamente, per mesi. Il lancio era stato ritardato per i cambi di piano di Marchionne, e le nuove priorità dettate dalla sinergia con
Forse, proprio per questa sua complessa carta di identità,
Certo, oggi il cambio di passo viene motivato dal manager francese così: “Questo claim si inserisce in una strategia che prevede tre diversi momenti di comunicazione per posizionarsi sul mercato”. Come per dire: era tutto già previsto: “Il primo atto della nostra strategia – spiega lui –affermava una nuova idea del lusso, non basata sugli eccessi o sull’ostentazione. Il secondo atto – aggiunge Francois – prevede il passaggio dal lusso all’eleganza. Nella nostra testa, però, il lusso è l’eliminazione del superfluo”. Se è così, anche questo è un cambio di concezione che è interessante documentare.
Dal cattivismo che seduce (ma suona male) al buonismo eticamente corretto. Il prossimo mese, vedere cosa cambia nelle quote di vendita, sarà più istruttivo di una ricerca sociologica.
Nella foto, l’immagine originale della campagna pubblicitaria della Ypsilon
Il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2011
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