DAVIDE VECCHI
Da settimane il presidente della commissione parlamentare antimafia sostiene l'ipotesi di un esecutivo di larghe intese condivisa da almeno una decina di senatori. Ora, dopa il salvataggio di Romano, ha accelerato la situazione
Dopo un anno di battaglie sui numeri alla Camera, con compravendita di deputati e il parto dei Responsabili per avere garantita la maggioranza in aula a Montecitorio, il governo potrebbe scivolare nel più austero e apparentemente sicuro Palazzo Madama. Al Senato il Pdl è in fermento. Da settimane ormai Beppe Pisanu è in aperto contrasto con l’esecutivo e i vertici del partito cui è iscritto. Toni polemici sull’operato del Consiglio dei ministri, tanto da spingersi fino a invocare un nuovo governo e soprattutto un “necessario” passo indietro di Silvio Berlusconi. Da due settimane ormai gira tra i banchi dei senatori un documento redatto dal presidente dell’antimafia che invita gli animi cattolici e le voci critiche a unirsi per ridare dignità alla politica e vita all’azione di governo. Pisanu ha sempre smentito. Così come ieri ha smentito di aver incontrato dodici seguaci raccolti e averli riuniti a tavola martedì 20 nella saletta riservata del ristorante
Le posizioni espresse di Pisanu sono serpeggiate per settimane sotto traccia, ma quando
In molti rievocano gli anni di Tangentopoli, convinti che sarebbe “un errore chiudersi nel bunker per difendersi dall’assedio quotidiano dei pm”, perché poi “il ciclone giudiziario travolse tutti e tutto comunque”. Ora, riferiscono fonti pidielline, per evitare di “commettere gli stessi sbagli del passato”, sarebbe meglio pensare a una “maggioranza più ampia” che eviti il “burrone delle urne”. Il senatore Giuseppe Saro, tra i più attivi in questi giorni, conferma le “grandi manovre” in corso ma esclude “complotti”, “tradimenti” e “documenti” ai danni del Cavaliere : “Tra i parlamentari del Pdl si sta facendo una riflessione sulla situazione politica. In tanti ritengono che ora sia necessaria una fase di transizione che abbia come protagonista in primis il presidente Berlusconi”. Un periodo di transizione, spiega Saro, “eviterebbe che un casus belli o un’azione esterna possa far precipitare tutto verso delle elezioni anticipate devastanti, innanzitutto per la coalizione attuale e per il fatto che si bloccherebbe il processo di riforme”, assolutamente necessario per uscire dall’impasse attuale. Saro cita Mani Pulite: “Io sono di estrazione socialista, Berlusconi teme di fare la fine di Craxi. Io non voglio certo che faccia la fine di Bettino, ma per evitarlo serve subito una soluzione politica”.
Il senatore avverte: “Bisogna trovare una maggioranza più ampia che possa affrontare la difficile crisi economica e consenta di avviare le riforme costituzionali e la legge elettorale”. I senatori delusi rifiutano l’etichetta di dissidenti e ribelli. Del resto ci sono diverse anime: gli scajoliani Franco Orsi e Gabriele Boscetto, i toscani Paolo Amato e Massimo Baldini, e poi Valter Zanetta e Paolo Scarpa Bonazza Buora.
Saro conferma l’incontro a
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