CONCHITA SANNINO
Era potente, quel Milanese. Troppo. E il ministro ascoltava solo lui quando si trattava di affrontare ogni questione relativa alla Guardia di Finanza. Persino di fronte alle pianificazioni del comandante generale, i consigli e i legami di Marco Milanese, l'ex consigliere politico del ministro Giulio Tremonti, dettavano la linea, esercitavano il loro peso. Anche quando si discuteva di trasferimenti, promozioni, avvicendamenti. Soprattutto poi, se bisognava bloccare il trasferimento da Roma di un altro eccellente del corpo, evidentemente vicino a Milanese, il generale Emilio Spaziante.
Una lunga testimonianza da parte dell'ex comandante generale della Guardia di Finanza, Cosimo D'Arrigo, sul "notevole potere" concentrato nella figura di Marco Milanese - nel ruolo chiave di trait-d'union tra il ministro Tremonti e le Fiamme Gialle - arricchisce i nuovi atti che
D'Arrigo aveva già espresso, in un'intervista al Corriere della Sera, il concetto che "fu un errore" da parte di Tremonti "delegare a Milanese", "quasi in toto, il rapporti con noi", cioè con
Sono carte destinate a suscitare nuove polemiche e varie analisi, soprattutto sul tema delle cordate interne alla Finanza, contesto confermato dallo stesso Tremonti durante le dichiarazioni rese, a giugno, alla Procura di Napoli.
Mercoledì prossimo, sul caso Milanese, alle 9.15, torna a riunirsi alla Camera
Di contro, ecco il dossier che arriva dal pm Piscitelli. Sullo sfondo, restano molti dubbi ancora irrisolti sulla vicenda della sontuosa casa di via Campo Marzio abitata (fino ai primi di luglio) dal ministro, ma formalmente pagata con un fitto di 8500 euro al mese da Milanese. Quest'ultimo, a sua volta, avrebbe intascato quel denaro sotto forma di tangente - secondo quanto riferito dall'imprenditore Tommaso Di Lernia - da Angelo Proietti, il titolare della società Edil Ars che, guarda caso, aveva ristrutturato gratuitamente l'appartamento e aveva ottenuto appalti dalla Sogei, controllata dal Ministero delle Finanze. Ipotesi di corruzione all'esame dei pm di Roma. Su tale vicenda, il pm di Napoli, insieme alla Procura di Roma, stanno ancora valutando se ascoltare, come teste, il ministro Tremonti.
Il nuovo dossier di Napoli dovrebbe comunque contenere, oltre all'interrogatorio dell'ex comandante D'Arrigo, anche l'esame di un orologio d'oro, un Patek Philippe portato via da una cassetta di sicurezza di Milanese e molto simile a quelli che sarebbero provento "dell'attività corruttiva". E infine, la consulenza superdettagliata da parte del perito della Procura sulle spese fuori controllo e i lussi del superdeputato Pdl: tenore di vita pressoché incompatibile con i redditi di un potente, ancorché favorito, negli affari, dal suo legame con il ministro.
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