lunedì 12 settembre 2011

Nel ritrovo dell'Alcova «Non siamo una setta»


Tutt'intorno ci sono maschere e frustini, anelli fallici, vibratori a forma di paperella, camicie di forza, olii lubrificanti. Pochissima, la voglia di parlare. Adesso sono soprattutto furiosi e addolorati, i Bdsm di Roma: «Non siamo mica una setta satanica, ci avete fatto passare per depravati, voi giornalisti, vergogna!». Sono addolorati per Paola, la loro amica che è morta impiccata l'altra notte durante un breath play, il gioco del respiro. Ma anche furiosi con Stefano, il loro istruttore di bondage , il titolare del negozio «Alcova» di piazza Sforza Cesarini, a due passi da piazza Navona, uno dei due punti di ritrovo (l'altro è a Ponte Lanciani e si chiama «Veleno») per i seguaci di « bondage , disciplina, dominio, sottomissione, sadismo, masochismo» (Bdsm) della Capitale. Sono furiosi con lui, lo tempestano di telefonate e di email: «Ma che hai fatto? Perché hai parlato con i giornali e le televisioni? Vuoi lucrare sulla pelle dei nostri amici, questa è la verità...».

In mezzo ai frustini e ai vibratori a forma di papera, in realtà, ora è addoloratissimo anche Stefano La Forgia, barese, 41 anni, dal 2000 a Roma. «La comunità è arrabbiata con me - dice - ma io volevo spiegare a chi non ci conosce che noi, appunto, non siamo maniaci. Noi siamo normali, semplicemente diamo retta all'istinto. Da piccolo magari giocavi all'indiano e ti piaceva sentirti legato al palo, adesso che sei grande ti piace farti mummificare. Oppure la ragazzina che giocava alla principessa e teneva in mano una bacchetta, a 20 anni si sente dominatrice e vuole avere uno schiavetto tutto per sé. Queste sono pulsioni, non è violenza. Violento semmai è l'uomo ubriaco che picchia la moglie. Eppure, purtroppo, ci sentiamo carbonari, viviamo nell'ombra, come trent'anni fa capitava ai gay». Vita da carbonari. Si scrivono su Internet. Si danno appuntamento.

I siti più frequentati: «Legami», «Bacarosadico» e «Sadomatti». Tra loro ci sono anche un professore universitario, un chirurgo, un giornalista, dei dirigenti d'azienda, ci sono studenti e casalinghe, ma per carità niente nomi: «Saremmo rovinati». La scrittrice Luciana Cameli («Donne d'azzardo», «Sex Park») ha messo nei suoi libri parecchie storie raccolte in mezzo a loro. E così pure ha fatto Cristiana Formetta, quasi un'esperta del ramo («Fetish sex», «Sesso senza vie di mezzo», per citare alcune sue porno-opere). Fino a qualche anno fa si vedevano tutti i mercoledì al pub «Lo Zero» vicino a viale Jonio, zona Talenti. Loro li chiamavano i «mercoledì ludici», funzionava col passaparola, ognuno portava un amico, un'amica e via via la comunità cresceva. Oggi sono almeno 200 e trenta di loro frequentano la scuola di bondage di La Forgia, un locale prestato dall'Arci nel quartiere del Pigneto, dove lui insegna agli allievi i nodi della corda che portano al dolore o al piacere.

Al pub di viale Jonio, prima che chiudesse, i ragazzi Bdsm giocavano a Monopoli davanti a una birra e intanto si facevano coraggio l'un l'altro e parlavano finalmente dei loro gusti a letto, delle loro fantasie: «C'è a chi piace l'ostrica cruda e chi invece l'ostrica lo fa vomitare, no? E allora perché vi scandalizzate, ipocriti!, funziona così anche per il sesso - esemplifica La Forgia -. Tutti pensano al famolo strano di Verdone e della Gerini. Oppure al film di Kubrick, Eyes wide shut ...Ma quelli sono i due estremi, nemmeno tanto diffusi. Quello è folclore. Ciò che davvero conta, invece, è la complicità, conoscenza, che si realizza nella coppia. Non ti fai frustare dal primo che passa. Quello è solo masochismo patologico. Tu ti fai frustare perché vuoi scoprire chi ami, oppure chi sei, vuoi toccare il tuo io nel profondo. Ricordate quell'altro film, Killing me softly , dove la coppia fa il gioco del respiro durante un amplesso? Ecco, funziona così. Ma Soter, Paola e l'altra amica l'altra sera hanno sbagliato tutto, non si può rischiare la vita in questo modo dimenticandosi il coltello in macchina, come ha fatto Soter...».

Adesso i «mercoledì ludici» si sono spostati in un locale di Prati, poiché sono in tanti non si può più giocare a Monopoli e allora la scusa per riunirsi sono le Coppe europee. Il 23, 24 e 25 settembre molti di loro partiranno per Londra dov'è in programma un immancabile festival del bondage . Ma ora, soprattutto, bisogna commemorare Paola in qualche modo. Fare sì che non sia morta invano. Ripetono tutti: «Non dobbiamo avere paura, è stato solo un incidente, non finisce, non finisce, non finisce...».

Fabrizio Caccia
12 settembre 2011

11 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

DEPRAVATI NOOO? DEBOSCIATI, MANIACI SESSUALI, MALATI MENTALI, ECCO COSA SONO. DANNO RETTA ALL'ISTINTO? CI AGGIUNGO CAVERNICOLI.

Anonimo ha detto...

no, Luigi: al di là del fatto che in certi ambienti sia diventata una moda, se sono rapporti consensuali non fatti a scopo di lucro, perciò liberi e conoscendo bene i partner (perché se c'è fiducia lo scambio è anche affettivo), dovrebbe rimanere un gioco;
ma come tutti i giochi ha delle regole: che nessuno si faccia male, nel rispetto di una legge sulla tortura - che ancora in Italia non c'è! - e soprattutto che si sia lucidi, cioè non si assumano né alcol né droghe...

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non, ripeto non cambio idea!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Che c'è, sei rimasta senza parole? Preciso, il mio non è un giudizio sulla rilevanza penale, salvo quando ci scappa il morto, nè sulla rilevanza etico-morale di coloro che praticano rapporti sessuali fra uomo e donna, donna e donna, uomo e uomo. Semplicemente io non approvo questi comportamenti innaturali o addirittura estremi.
Vicino a simili persone io sento il loro fetore morale, provo ripugnanza, non li vorrei mai come amici.

Francy274 ha detto...

Ma questi sono tutti scemi. Lo chiamano gioco, si paragonano ai gay o a "bambini cresciuti" che continuano a giocare in modo diverso. A sentire loro quando ci scappa il morto, che stranamente è sempre una donna, è solo per disattenzione, nulla che non si possa rimediare.Sono dei depravati e tali restano.
Non condivido il pensiero di Angie, secondo cui queste sono persone adulte e consenzienti, quindi diverso dall'essere alcolisti e drogati, ma per lo più lo sono anche questi ultimi maggiorenni, quindi liberi di decidere sulle loro scelte. Comprendere le insane scelte, che mettono in pericolo la propria vita e soprattutto quella degli altri è, secondo il mio punto di vista, rendere simili omicidi una naturale fatalità.
Moralista? Certo che lo sono, per libera scelta, stanca di dovermi sorbire tutta questa immoralità perchè è diventato vergognoso non essere come io sono. Il chè non significa certo essere ipocrita o bigotta, che ha un significato ben diverso.
Ora non ci resta che assistere alle manifestazioni per i "giusti diritti dei Bdsm", e in Italia avremo fatto l'en plein dell'orgia mentale a 360*gradi.Più squallidi di così, penso non potremo più essere.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

L'ingegnere di 42 anni è a Regina Coeli con l'imputazione di omicidio colposo.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

D'altra parte se B. è un erotomane ...

Anonimo ha detto...

scusa, Luigi, dove sono adesso la connessione va e viene (come me, del resto...)
ci sono da affrontare diversi aspetti, a mio parere, e mi riferisco sia alle tue risposte che a quella di Francy274:
la colpa qui è dell'ingegnere a non essersi premunito (e quindi è giusto che venga condannato), ma non sono solo le donne a fare la parte passiva, solo che evidentemente sono più accorte (se non ci sono uomini vittime), altro discorso è quando le donne vengono uccise volutamente dagli exmariti, e lì la loro non è certo una scelta;
io sono sempre stata per il sesso libero - e rispettoso - (anche se non lo pratico per mancanza di materia prima): i nostri retaggi cattolico/cristiani ci hanno educato alla repressione (e qui dovrei citare Wilhelm Reich e la rivoluzione sessuale, con tutti i pro e i contro, ma il discorso si farebbe troppo lungo!), fatto sta' che non ci trovo nulla di amorale in una pratica intima che riguarda solo i protagonisti (tra la stessa specie, non per esempio con animali) e che proviene da altre culture che non siano la nostra "sana", ma perché squallide?;
altro discorso è l'esempio dato da un "erotomane", che deve pagare per soddisfarsi e inscenare teatrini lùbrici con molta poca soddisfazione da parte delle partecipanti: in questo caso, da capire di psico/storico/socio/filosofico, non c'è proprio nulla...
non facciamo di tutta un'erba un fascio!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Confermo la mia repulsione per tutte le devianze del praticare il sesso. E' più forte di me.

Anonimo ha detto...

Luigi, guarda che a volte non si fa neanche, sesso!
e comunque: chi siamo noi per giudicare - al di là della pericolosità, ovvio - cosa sia giusto o sbagliato per gli altri (non dico per la collettività), solo perché il nostro modello comportamentale è diverso?
con questo non cerco mica di convincerti, nessuno dovrebbe essere obbligato a farsi piacere quello che non vuole!
Ciao, buona serata.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Io ho detto e ribadisco che a me non sta bene, se ne può dedurre che io considero sbagliati quei comportamenti, non che io li voglio imporre agli altri, non lo farei neanche se ne avessi il potere. Buona serata a te.