sabato 3 settembre 2011

Tarantini, indagine della procura di Lecce sui magistrati baresi dell'inchiesta escort


La Procura di Lecce ha avviato un'indagine per verificare eventuali responsabilità penali dei magistrati di Bari in una delle inchieste che riguardano Gianpaolo Tarantini. L'imprenditore pugliese è stato arrestato - su ordine del gip di Napoli - per estorsione ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma era già indagato proprio a Bari con l'accusa di aver procurato prestazioni sessuali di giovani escort al premier: un'inchiesta - quella barese per sfruttamento della prostituzione - molto lenta, con un fascicolo preliminare aperto ormai da più di due anni. I magistrati salentini - che sono competenti a indagare per fatti che riguardano i colleghi in servizio nel distretto barese - dovranno capire se, come Tarantini millantava al telefono, l'imprenditore avesse davvero sponde all'interno della procura.

I sospetti su Bari. L'inchiesta è affidata al pm salentino Antonio De Donno ed è partita dopo un'iniziativa dei magistrati napoletani: nei giorni scorsi, infatti, la Procura di Lecce ha ricevuto documenti e intercettazioni telefoniche dai pm di Napoli Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio e Henry John Woodcock che indagano sull'estorsione al premier, reato per il quale hanno chiesto ed ottenuto un'ordinanza di custodia cautelare in carcere contro
Gianpaolo Tarantini, la moglie Angela De Venuto e Valter Lavitola.

Nelle carte dei pm napoletani ci sono intercettazioni che riguardano proprio la condotta della procura barese. Ecco uno stralcio di una conversazione telefonica tra Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola. Parlano della riapertura dell'inchiesta a Bari.
"È per darci un vantaggio", dice Gianpi.
GT: "È stato fatto per non chiudere le indagini, per non mandare l'avviso di conclusione, così non escono intercettazioni".
VL: "Embè, e che vantaggio ha il pm a riaprire le indagini, scusa?"
GT: "No, il vantaggio ce l'abbiamo noi; l'ha fatto apposta Laudati (ndr, capo della procura di Bari) questo, perché, si sono messi d'accordo, nel momento in cui riaprono l'indagine e non mandano l'avviso di conclusione, non diventano pubbliche le intercettazioni. Pure Nicola l'ha detto (Quaranta, uno degli avvocati difensori ndr), pure Perroni l'ha detto (l'altro legale, ndr)".

L'inchiesta barese era d'altronde finita in qualche modo anche all'attenzione del Csm: il 9 luglio l'ex sostituto procuratore di Bari Giuseppe Scelsi scrisse al Consiglio superiore della magistratura attaccando il capo, Antonio Laudati. Sostenne di essere stato ostacolato proprio nell'indagine sulle escort portate da Tarantini a palazzo Grazioli.


Convocata la segretaria di Berlusconi. Ma torniamo all'inchiesta napoletana. I pubblici ministeri campani hanno convocato in procura, come persona informata dei fatti, la storica segretaria del premier, Marinella Brambilla. E' stata sentita, per due ore e mezzo, dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock. Al termine i magistrati si sono detti "soddisfatti". Secondo quanto si sostiene nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Amelia Primavera, Marinella Brambilla - per conto del premier - avrebbe consegnato denaro a un collaboratore di Valter Lavitola: in tutto 500 mila euro. Lavitola avrebbe girato una parte - appena 100 mila euro - a Tarantini e ad altri indagati, trattenendo per sè quella più consistente. Secondo i pm napoletani - lo ricordiamo - il premier doveva pagare proprio per il silenzio sulla vicenda delle escort.

Lavitola è ancora irreperibile, si trova all'estero ("per motivi di lavoro", ha detto). Gianpaolo Tarantini e la moglie sono invece in carcere in regime di isolamento e con divieto di colloqui con i difensori fino all'interrogatorio di garanzia: appuntamento fissato per domani mattina. Berlusconi stesso potrebbe essere sentito dai magistrati, come parte lesa? Se ne riparlerà solo dopo gli interrogatori di garanzia: comunque, sembra che i pm siano in attesa di un'eventuale richiesta da parte di Berlusconi di essere ascoltato.

Il ruolo degli avvocati di Tarantini. Negli uffici della Questura di Roma sono stati sentiti, come persone informate dei fatti, gli avvocati Giorgio Perroni e Nicola Quaranta, difensori di fiducia di Giampalo Tarantini nell'inchiesta in corso a Bari sulle escort procurate dallo stesso Tarantini a Silvio Berlusconi. Sono stati sentiti da alcuni dei magistrati napoletani e dal pm di Lecce Antonio De Donno, titolare dell'indagine avviata dalla magistratura salentina su quella barese.

Il ruolo degli avvocati di Tarantini viene ritenuto importante dai magistrati napoletani perché - stando alle intercettazioni - erano al corrente delle somme versate da Berlusconi all'imprenditore barese ma soprattutto per la strategia processuale scelta dal loro assistito. Tarantini - secondo l'ordinanza del gip di Napoli - voleva andare al dibattimento nell'indagine sulle escort fornite al premier, mentre "l'opzione del patteggiamento sembra suggerita 'ab externo' a Tarantini nell'interesse sostanziale di Berlusconi". Perchè? Perchè - si legge ancora nelle carte - "essendo Tarantini l'unico indagato, il procedimento finirebbe in archivio, insieme a tutte le trascrizioni delle conversazioni, senza possibilità quindi di circolazione sulla stampa".

Infine, gli avvocati di Tarantini potrebbero fornire un contributo anche nell'inchiesta della procura leccese su quella di Bari. A questo proposito uno dei due difensori, Nicola Quaranta, al termine dell'interrogatorio ha detto: "Devo pubblicamente smentire quanto avrebbe riferito Tarantini a Lavitola in varie circostanze e, in special modo, su alcuni colloqui avvenuti tra me e il procuratore capo di Bari. Neanche una virgola di quanto riportato dal Tarantini al Lavitola corrisponde al vero". Il riferimento è ad Antonio Laudati, finito nelle intercettazioni della procura napoletana.

(02 settembre 2011)

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