lunedì 12 settembre 2011

«Troveremo un'altra data Non c'è bisogno di costrizioni»



Procuratore crede davvero che riuscirete a interrogare Silvio Berlusconi?
«Nel nostro processo è parte lesa, io penso sia un suo interesse fornirci la propria versione dei fatti. Finora non mi è mai capitato che una parte lesa si sottraesse alle domande dei magistrati. Del resto era stato lui a indicarci la data di martedì 13 settembre».
Giovandomenico Lepore guida i pm di Napoli che indagano sulla presunta estorsione al premier di cui sono accusati Gianpaolo Tarantini, sua moglie Nicla e il faccendiere Valter Lavitola. E dunque è lui che tiene aperta la linea con Palazzo Chigi.
State trattando nuovamente con l'avvocato Niccolò Ghedini?
«Sabato scorso Ghedini mi ha contattato e mi ha detto che mi chiamava per correttezza, prima che la notizia diventasse pubblica, per informarmi che il presidente sarebbe stato impegnato all'estero e dunque bisognava scegliere un'altra data».
L'avete scelta?
«Ho chiesto all'avvocato di mandare la rinuncia scritta e di indicarci contestualmente una nuova data. Se questo non accadrà stileremo noi una "rosa" di giorni e su quelli bisognerà prendere una decisione. I tempi sono molto stretti».
Perché?
«Dalla deposizione del presidente del Consiglio dipendono molte circostanze legate all'inchiesta. La più importante riguarda il destino di due persone che sono attualmente detenute per estorsione. Per questo è necessario chiarire le modalità dei fatti, soprattutto per quanto riguarda la consegna dei soldi».
E quali sono le altre?
«I difensori degli indagati hanno posto un problema di competenza alla quale bisogna rispondere entro termini fissati dalla legge. Prima di farlo riteniamo però indispensabile conoscere la versione dei fatti del presidente che, lo ripeto, è la parte lesa a meno che non fornisca elementi che delineano una diversa ricostruzione su quanto è accaduto».
Lei è convinto che la competenza sia dei magistrati di Napoli?
«Certamente, abbiamo agito seguendo le regole, come sempre facciamo. Se però ci sarà una diversa valutazione della Procura generale o di altri giudici siamo pronti a trasmettere le carte ai colleghi che ci indicheranno. Non siamo attaccati alle indagini, ci muoviamo perché è nostro dovere farlo».
Se il presidente continuerà a rinviare l'interrogatorio, chiederete alla Camera l'autorizzazione all'accompagnamento coatto?
«Sono sicuro che non ci sarà alcun bisogno di attivare questa procedura. Del resto è stato lo stesso premier a spiegare di non temere i magistrati. Troveremo una data che vada bene, visto che noi non abbiamo alcun problema né di luogo, né di giorno, né di orario. Soltanto se questo non dovesse accadere valuteremo altre mosse».
Berlusconi avrebbe manifestato l'intenzione di mandarvi un memoriale. Vi potrebbe bastare?
«Se arriverà lo leggeremo, ma certamente non potrà essere sufficiente perché ci sono delle domande che dobbiamo porre, trattandosi di un testimone e non di un indagato. Quella potrebbe essere una base di partenza, ma è necessario avere un confronto».
Intanto sarete voi a dover rispondere al ministro della Giustizia che chiede chiarimenti sulla fuga di notizie.
«Lo faremo subito. Anche perché sarà l'occasione per scoprire come mai c'è stata tanta sollecitudine quando è filtrata sul settimanale l'Espresso la frase di un'intercettazione telefonica e invece non è accaduto nulla quando il settimanale Panorama ha pubblicato in maniera pressoché integrale la nostra richiesta di arresto: una fuga di notizie, che certo non è stata provocata da noi, "utilizzata" per avvisare qualcuno di quanto stava accadendo».
Perché dice che queste informazioni non possono essere uscite dal suo ufficio?
«Perché sono servite solo ed esclusivamente a danneggiare noi e le nostre indagini».

Fiorenza Sarzanini
12 settembre 2011

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CONDIVISIBILE LA GRANDE PRUDENZA DEL PROCURATORE LEPORE, B. E' MOLTO PIU' PERICOLOSO DI UN CAIMANO ED HA UN BATTAGLIONE DI AVVOCATI AGGUERRITISSIMI.