È stato ucciso l'imam radicale Anwar al-Awlaqi, legato ad Al Qaeda e ricercato dagli Stati Uniti. Lo ha annunciato il ministero della Difesa yemenita e la notizia è stata confermata al New York Times da un alto responsabile di Washington, sotto richiesta di anonimato.
Awlaqi, che aveva doppia cittadinanza americano-yemenita, era stato citato tra i papabili alla guida della rete terroristica dopo la morte di Osama Bin Laden. "Il leader terrorista di Al Qaeda, Anwar al Awlaqi, è stato ucciso assieme a dei membri dell'organizzazione che si trovavano con lui", ha precisato un portavoce del ministero, citato dalla tv di Stato. Il ministero non ha precisato le circostanze della morte di Awlaqi, ma secondo alcune fonte tribali il leader terrorista sarebbe morto in un raid aereo lanciato alle prime ore di oggi contro due veicoli che viaggiavano tra il Maarib, a est della capitale San'a, e Jouf, provincia desertica vicina all'Arabia Saudita. Awlaqi era uno dei tre "most wanted" della Cia perché considerato uno dei responsabili di alcuni attentati, come quello alla base militare americana di Fort Hood, in Texas o il tentativo di attacco su un aereo nel Natale 2009, o ancora del fallito attentato a Times Square a New York.
Al Awlaki, nato negli Usa 40 anni fa, figlio di un ex ministro dell'Agricoltura yemenita, è stato il primo cittadino statunitense nella storia ad essere inserito nella lista degli obiettivi della Cia e compare anche nella lista nera dell'Onu di personalità considerate legate ad Al Qaeda. Dall'11 settembre fonti dei servizi segreti occidentali citati dalla stampa americana lo hanno indicato come ispiratore di numerosi attentati.
Il leader torrorista, che ha vissuto per diversi anni negli Stati Uniti, era un punto di riferimento per i jihadisti di tutto il mondo per i suoi video-messaggi diffusi sul web e per gli articoli che scriveva per le riviste 'al-Malamih' e 'Inspire' pubblicate dai forum di al-Qaeda su internet. Awlaki ha predicato in numerose moschee americane e ha lavorato in un'associazione di beneficenza legata all'imam radicale yemenita Abdel Majid Zendani, accusato da Washington di essere coinvolto in attività di "gruppi terroristici". Nel 2006 è ritornato nello Yemen, dove è stato detenuto alcuni mesi per il suo coinvolgimento nel sequestro del figlio di un ricco cittadino yemenita, attraverso il quale avrebbe voluto "finanziare al Qaeda". Nel 2008 fu rilasciato con la condizione di rimanere a San'a e presentarsi in commissariato ogni giorno. Dopo alcuni mesi, però, fuggì dalla capitale e si rifugiò nella regione di Shabwa.
Il 7 aprile scorso, un responsabile dell'amministrazione Usa ha confermato che Barack Obama aveva dato il via libera alla sua eliminazione. Esattamente un mese dopo, e a quattro giorni dall'uccisione di Osama bin Laden, Awlaqi riuscì a scampare a un raid statunitense nel sud dello Yemen. La vettura sulla quale viaggiava fu lievemente colpita da un missile lanciato da un drone americano, ma l'imam radicale e i suoi accompagnatori furono capaci di mettersi in fuga con un'altra automobile. Secondo fonti di intelligence citate da Abc News, i servizi americani seguivano i suoi spostamenti da mesi e attendevano solo il momento giusto per il raid.
(30 settembre 2011)
Nessun commento:
Posta un commento