martedì 4 ottobre 2011

Beppe Grillo, l'ultimo 'vaffa'


di Mauro Munafò

Dopo aver litigato con De Magistris e Sonia Alfano, il comico genovese rompe anche con il giornale che gli era più amico, 'il Fatto', bollando come un 'residuato' il suo direttore. E subito finisce anche la collaborazione con Marco Travaglio

(03 ottobre 2011)

L'ultimo divorzio in casa Grillo è compiuto: dopo aver lasciato per strada Luigi De Magistris e Sonia Alfano, dopo aver additato come amico di Berlusconi perfino Saviano, adesso il comico genovese chiude le porte anche a Marco Travaglio e al Fatto Quotidiano, unica testata che finora non aveva preso di mira, ma che adesso giudica non abbastanza 'pura' per condividere le battaglie del movimento.

In un post sul suo blog, Grillo ha voluto ribadire la campagna solitaria del Movimento 5 Stelle, lanciando un duro attacco al giornale diretto da
Antonio Padellaro e in cui, secondo Beppe Grillo, lavorano «giornalisti schierati, residuati dell'Unità che ha sempre vissuto di contributi pubblici» che «attaccano il Sistema con la forza di un cane da pagliaio» poiché ospitano la pubblicità di Eni e Banca Intesa.

Poche ore dopo la pubblicazione del post, Marco Travaglio ha annunciato l'interruzione della videorubrica settimanale
'Passaparola', ospitata dal maggio 2008 dal sito di Beppe Grillo e sancendo nei fatti la rottura dei rapporti. I messaggi di commiato di entrambe le parti non resteranno nella storia per le manifestazioni d'affetto reciproche, e si limitano a sbrigare in poche righe la faccenda. «Marco ha deciso di interrompere Passaparola. Io non posso che ringraziarlo per quanto ha fatto finora, sperando che sia un arrivederci. Grazie ancora Marco», scrive Grillo, mentre Travaglio dal suo blog non aggiunge molto altro: «Ho deciso di interrompere il Passaparola dopo 3 anni e 4 mesi perché faccio troppe cose e, da quando trascorro gran parte del mio tempo a Roma come vicedirettore del Fatto Quotidiano, rischio di non farle bene come dovrei e vorrei».

Lo stesso Grillo ha poi sostituito Travaglio nell'appuntamento del lunedì, senza dedicare nella sua prima uscita neppure una parola alla questione, ma ribadendo anzi che «chi non prende i finanziamenti pubblici e fa paginate di pubblicità dell'Eni, Telecom, dell'Expo è ancora peggio di chi prende i finanziamenti pubblici». Il riferimento al Fatto Quotidiano è, se fosse stato necessario, sottolineato ancora una volta. Intanto, apostrofato come un residuato, il direttore del Fatto Antonio Padellaro reagisce senza dilungarsi troppo: «E' la battuta di un vecchio comico che non fa più ridere», e no comment sul resto.


L'ultima uscita di Grillo e la decisione di Travaglio hanno però scatenato il dibattito nei siti del Movimento a 5 Stelle. Tra i commenti del blog si leggono infatti prese di posizione molto critiche: «Si è arrivati a dare addosso anche a Travaglio (spalleggiati dal giornale e da libero, complimenti!). Beppe, tra un po' i bersagli da colpire saranno esauriti, aspetto il giorno in cui comincerai a spararti da solo», scrive Giorgio. «Dopo Di Pietro, De Magistris, Vendola ecc. adesso è cominciata anche l'epurazione di giornalisti che possono veramente fregiarsi di questo titolo», ribatte Franco. Cercando sugli altri siti della galassia dei meetup la situazione non cambia. «Antonio Padellaro e Beppe Grillo sono praticamente coetanei. Certe volte mi viene il dubbio che Grillo abbia un problema in comune con l'arcorese. La differenza è che il secondo cerca di risolverlo circondandosi di ragazze giovani e disponibili. Il primo negando a se stesso di essere in età pensionabile», scrive 'Little John' sul meetup dei grillini di Napoli.

Ma le ragioni della spaccatura con il Fatto Quotidiano, per un certo periodo considerato "testata amica" dal movimento di Grillo, potrebbero andare molto oltre un semplice post.

Come spiega a l'Espresso una fonte interna al Movimento, un peso determinante nella rottura lo potrebbero aver avuto delle motivazioni meno politiche. In una prima fase infatti, il lancio della testata di Padellaro avrebbe raccolto il plauso di Grillo, che nei suoi vari comizi non mancava di segnalare l'iniziativa invitando i suoi sostenitori ad appoggiarla.

Il rapporto si sarebbe però incrinato con l'arrivo della versione on line del Fatto, datata giugno 2010 (a poco meno di un anno dalla versione cartacea) e per il cui sviluppo sarebbe stata contattata in un primo momento la Casaleggio Associati, società che gestisce il blog di Grillo e ne cura la comunicazione. Saltato l'accordo, il rapporto tra la galassia di Grillo e il giornale di Padellaro avrebbe iniziato a raffreddarsi. La ragione sarebbe la comparsa sulla scena di 'Cado in Piedi', un portale di informazione realizzato dalla stessa Casaleggio dal dicembre 2010 per conto della casa editrice Chiarelettere.

La concorrenza tra i due siti, piuttosto simili anche graficamente e rivolti allo stesso target, avrebbe motivato gli spin doctor di Grillo a cercare di boicottare il Fatto riducendo progressivamente i link verso il relativo sito (la pagina ufficiale su Facebook di Grillo presenta link esclusivamente a Cado in piedi e al blog) e lanciando frecciate più o meno dirette al giornale, l'ultima delle quali potrebbe aver sancito il divorzio.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Questo qui sta fregando un po' tutti. Quando sente aria di impegno serio se la squaglia via all'inglese!