Finisce senza alcuna decisione il consiglio dei ministri che avrebbe dovuto approvare il provvedimento contro la crisi e per la crescita economica.
Doveva essere il momento della verità, è terminato con un nulla di fatto. Il consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare il “decreto sviluppo”, vale a dire le ricette anticrisi tanto attese di partner europei e dalle parti sociali, si è chiuso senza alcuna decisione in merito. Né è stata comunicata una nuova convocazione per i prossimi giorni. Nella giornata sono state diffuse indiscrezioni e una bozza di decreto, che conteneva tra l’altro ben dodici misure di condono fiscale, subito smentite dal ministero dello Sviluppo. Con tanto di polemica su una legge ad personam in materia ereditaria.
Ma il nodo sembra essere quello delle pensioni. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi pensa all’innalzamento dell’età pensionabile, da
Bossi pare intenzionato a “non cedere di un millimetro”, e in consiglio dei ministri avrebbe invocato “soluzioni che vadano bene a tutti”, cosa non facile in materia economica. Per chiarire il clima,
Rischia così di non essere onorato l’ultimatum dei partner europei, Francia e Germania in testa, che dopo il nulla di fatto al vertice di domenica pretendevano da Berlusconi, entro mercoledì prossimo, provvedimenti chiari ed efficaci per affrontare la crisi e imboccare la via della crescita economica. A questo punto il presidente del consiglio rischia di presentarsi di nuovo a mani vuote, o con indicazioni generiche neppure messe sulla carta di un atto approvato dal governo.
Una situazione preoccupante che potrebbe portare alla caduta del governo, secondo fonti parlamentari del Pdl raccolte dalle agenzie di stampa. Se Berlusconi e Bossi non trovassero l’accordo, si farebbe strada un nuovo esecutivo istituzionale o tecnico, guidato da Gianni Letta – che si sarebbe detto disponibile e ne avrebbe già parlato con Berlusconi -, da Renato Schifani o da Mario Monti. In alternativa, il voto anticipato.
Commenti trancianti dall’opposizione: “Se si pensa a un governo che cerca i nostri voti in Parlamento per fare quelle riforme che non sono riusciti a fare con
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