domenica 2 ottobre 2011

EFFETTO SLAVINA



Il successo dell’iniziativa referendaria riapre tutti i giochi Maroni: “Fare la consultazione”

di Wanda Marra

Sono rimasto impressionato dal numero di firme raccolte in così poco tempo, quindi è un segnale forte che va ascoltato e credo che si debba procedere al referendum”. La dichiarazione del ministro dell’Interno, Roberto Maroni spiazza tutti: ma come, la Lega non era contrarissima al Mattarellum e per questo pronta anche a far cadere il governo, pur di non rischiare di andare al voto dovendo sostenere nei collegi uninominali i candidati del Pdl? E allora, come vanno interpretate le parole di Maroni: tattiche di posizionamento, ulteriore tentativo di mandare in pensione Umberto Bossi, accelerazioni verso la fine della legislatura, puntando sulla paura del Mattarellum? Da notare, che ieri i suoi colleghi di partito si attestavano su posizioni diversissime. Il Ministro Calderoli: “La riforma della legge elettorale potrebbe essere approvata nella primavera del 2012”. Il capogruppo del Carroccio alla Camera, Reguzzoni, fedelissimo del Senatùr: “Gattopardi in azione per un governo tecnico”.

Quel che è certo è che il successo della raccolta del referendum ha innestato un processo che potrebbe essere inarrestabile verso l’uscita di Berlusconi. Pierferdinando Casini (che teme come la peste il Mattarellum, in quanto nemico giurato del bipolarismo) diceva così: “Si andrà al voto”, dice, non credendo che nel 2012 si terrà il referendum né all'ipotesi che questo Parlamento possa varare una nuova legge elettorale. “Quella di Casini e Maroni non sono posizioni così diametralmente opposte: come denominatore comune hanno il superamento di Berlusconi, il che non è poco”, spiega uno dei più vicini al leader centrista. E c’è chi la legge in altro modo: “Oggi chi dice di volere il referendum, vuole le elezioni”.

Il giorno dopo il successo della raccolta si procede in ordine sparso e si rimescola tutto. Dice il leader Pdl, Angelino Alfano: “Occorre restituire ai cittadini il diritto di indicare il proprio parlamentare”. Primo messaggio: la maggioranza regge fino al 2013. “Voglio ribadire che noi siamo perchè venga mantenuto il bipolarismo: cioè la possibilità dei cittadini di sapere in anticipo chi è il premier, se vince il centrodestra oppure il centrosinistra”. Secondo messaggio: avvertimento all’Udc. E intanto spiega Antonio Di Pietro: “Fino al pronunciamento della Consulta sull’ammissibilità dei quesiti, di mettere mano alla nuova legge nessuno si occuperà”.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Ci vogliono fregare! Io voglio il referendum, non ho firmato perchè questi restino al potere! Spero che Di Pietro batta i pungi sul tavolo e ci riporti nelle urne per il referendum!! Cacchiarola, cacchia!!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

La dichiarazione di Bobo Maroni fa parte della fronda interna alla Lega che vuole, finalmente, pensionare Bossi.
Calderoli mente per la gola, nel senso che quella legge elettorale, il 'porcellum', l'hanno voluta tutto il centro-destra, la Lega Fini e Casini compresi, mentre la sinistra taceva. Di Pietro molto saggiamente dice che fin quando non si pronuncerò la Consulta, nessuno metterà mano alla legge elettorale. Oltre non può andare né lui né nessun altro. Si aspetta.