sabato 22 ottobre 2011

GRAN CIRCUS SCILIPOTI


Dall’elogio degli spermatozoi alla Torre Eiffel sullo Stretto Lo show fa commuovere il Caimano: “Grazie Mimmo”

di Fabrizio d’Esposito

Che cos’è la Responsabilità, con l’iniziale maiuscola? “È uno spermatozoo che genererà un mondo nuovo e diverso. Il nostro movimento è stato fecondato dal popolo”. Sono le penultime parole che Domenico Scilipoti, dalla provincia di Messina, pronuncia al primo congresso nazionale del Movimento di Responsabilità Nazionale. In sintesi, i famigerati Responsabili che salvarono B. nel voto di fiducia del 14 dicembre scorso. Le ultime parole, invece, sono: “Viva la Responsabilità, viva l’Italia, via tutti gli esseri umani”. A quel punto, dal versante destro dell’auditorium del Massimo, all’Eur di Roma, la banda musicale di Pietraperzia si alza in piedi e suona l’inno di Mameli. I musicisti sono quasi tutti ragazzini e sono arrivati con un lungo viaggio in autobus dalla Sicilia. Vitto e alloggio gratis, più la paghetta per la prestazione in trasferta. Scilipoti scende dal palco e risale verso l’uscita. L’auditorium deve chiudere alle diciotto, senza deroghe. In platea sono rimasti in pochi, i mille della mattinata non ci sono più.

Tra mercurio e Diderot

L’icona dei Responsabili celebra il suo trionfo personale in una giornata inedita per il berlusconismo della Seconda Repubblica. Il Mnr è una delle sei sigle del gruppo parlamentare che oggi si chiama Popolo e Territorio. Con Scilipoti, ex dipietrista, c’è un altro deputato: Bruno Cesario, ex Pd nominato sottosegretario all’Economia. Per l’auditorium si aggira anche un altro ex Idv, Antonio Razzi, che dice: “Spero che Berlusconi possa vivere almeno sino a cent’anni per governare. Senza di lui non ci sarebbe il Pdl, non ci sarebbe niente”. Il movimento di Scilipoti esiste davvero. I mille di ieri sono rappresentanti di associazioni diversissime tra di loro, che si sono rivolte all’”onorevole dottor professore Scilipoti” oppure al “fratello Scilipoti” oppure ancora all’”onorevole Domenico” per chiedere leggi, riconoscimenti , progetti da finanziare.

Il risultato è senza precedenti: preti, suore, quattro modelle scosciate vestite d’azzurro in onore di B., ex detenuti di Palermo, alluvionati del Piemonte, esperti di medicine alternative e discipline bio-naturali, comitati contro l’usura bancaria, crociati dell’amalgama dentaria (perché “il mercurio è il nuovo amianto e la nostra bocca non può essere una discarica tossica”), ingegneri specializzati nel riciclaggio dei rifiuti, commercialisti esperti di trasporti marittimi, ex democristiani di periferia che citano Aldo Moro e Denis Diderot, i neofascisti di Saya e della moglie Cannizzaro, finanche un folto gruppo per promuovere l’immagine di Terni, “città depressa turisticamente”.

Croce e scimuniti

C’è pure chi vuole fare la Torre Eiffel sul lato siciliano dello Stretto: una fondazione chiede di riqualificare un pilone dell’Enel già esistente e alto 250 metri per costruire il “nuovo simbolo della Sicilia” con “ristorante immerso nel vuoto”. E c’è anche chi vuole una seconda possibilità in politica: è il caso del consigliere provinciale di Roma Pier Paolo Zaccai. Fu espulso un anno fa dal Pdl dopo un festino con tre trans a base di cocaina e finito con un comizio dal balcone, nudo. Costretto al trattamento sanitario obbligatorio, oggi ha fondato il movimento Italia Garantista. Il congresso inizia con una benedizione di don Marcello Stanzione, prete di Campagna, vicino a Eboli. Lo scilipotismo non si è fermato lì, però. I siciliani sono tantissimi, quasi in maggioranza. Don Stanzione, esperto di angeli, fa il segno della croce e recita il Padre Nostro. Scilipoti parla per più di un’ora, a braccio. Sempre in terza persone spiega al “popolo chi è Scilipoti” e declina con una corpo-sa relazione lo slogan congressuale: “Stato, famiglia, cristianità”. Attacca gli “scimuniti” che vogliono togliere il crocifisso e gli omosessuali che vogliono formare una famiglia. Uno show da offuscare il migliore Berlusconi. Un’oratoria castrista, nel senso di Fidel, per la durata: “Potrei andare avanti per 14 ore”. La missione dei Responsabili è come “la strada stretta, piena di rose, ma alla fine ci sarà la luce”. Non solo: “Dobbiamo raggiungere la scossa ormonale dei consensi”. La platea è in delirio e scandisce “Mi-mmo, Mi-mmo”.

Bunga o non bunga

Berlusconi arriva alle 12 e 40, con un’ora di ritardo. Per una notte niente bunga bunga: “Questa notte ho avuto la forza di leggere, nonostante fosse molto tardi, l’intervento di Mimmo”. Il discorso del premier puzza di muffa. L’unico sussulto è provocato da una donna del pubblico che se le prende con le banche. B. si ferma e se la cava con una battuta: “L’aspetto fuori, anche perché è molto carina”. Qualche minuto prima aveva ribadito che le sue cene sono “eleganti e corrette”. Il Cavaliere omaggia di nuovo “Mimmo”, “ha trasformato il male di Fini in bene”, e finisce perché è ora di mangiare. Altra ovazione, altra esecuzione dell’inno nazionale. Ma in platea non applaudono tutti. Il grido di dolore di Maria Antonietta Cannizzaro, presidente del Movimento sociale italiano, è perfettamente udibile: “I miei uomini dove sono? Andiamo via, non venuta qui per fare tappezzeria. Dal palco non ci hanno nemmeno salutato”. Cronaca di un idillio finito. La Cannizzaro è moglie del neofascista Saya. Da mesi corteggiano Scilipoti, ma ieri sono stati snobbati. Nemmeno una foto ricordo con B. Il manipolo della Cannizzaro sfila, ignorato, sino all’uscita: indossano tutti una divisa colore kaki con fascia tricolore missina al braccio. Una decina. In conferenza stampa, Scilipoti chiede il condono fiscale e poi va via. C’è il dibattito congressuale. Un ingegnere avverte: “Scilipoti oggi Berlusconi ti ha passato il testimone, non fartelo cadere”. Un altro, che di cognome fa Battaglia, dice: “Oggi l’Italia ha un nuovo leader: Domenico Scilipoti”. Alle sei della sera, a congresso finito, si ripresenta la Cannizzaro, stavolta senza divisa. Scilipoti tira dritto, facendo finta di non vederla. Al cronista spiega: “Il nostro simbolo è formato da yin e yang. L’armonia non prevede estremismi”. È nata una stella. Si chiama Scilipoti.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Due buffoni che si completano a vecenda.
Cristiana, che ti augura un Buon sabato.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

A me sembrano due clown. Il sorriso di B. poi sembra pietrificato e mi da l'impressione di una maschera tragica, anche se di un clown.
Buona domenica.

nina ha detto...

Ecco Luigi che accolgo il tuo invito.
(Veramente non è la prima volta che passo):
il tuo è uno spazio di conoscenza e approfondimento veramente interessante ed utile per fare i conti con la realtà e cercare di capirne qualcosa di ciò che ci succede attorno.
A leggere il "gran Circus Scilipoti"
Mi son venuti i brividi: ieri sera ho sentito la satira di Crozza sul "Povero Scilipoti" che solo a sentirne il nome, viene da sganasciarsi dalle risate, e mi è venuto da pensare a come ridevamo di Bossi e della sua "Gabina elettorale" e dell'assurdità di tante pagliacciate surreali e grottesche (dal cerone di Berlusconi all'ampolla fetida e via dicendo), che mai e poi mai, pensavamo, avrebbero potuto trovare credito.
Eppure questi buffoni ciarlatani e imbroglioni sono riusciti ad istupidire un paese, a narcotizzarlo e quasi a distruggerlo.
Ora che la parabola dell'impresentabile pare andare a picco, ecco che nuovi furbi ci provano a farsi strada, rimaneggiando il vocabolario e strizzando l'occhio con metafore e accostamenti strani a valori di cui con la loro condotta hanno fatto carta straccia, promettendo elisir e pozioni magiche ad un pubblico di erboristi seguaci new age e cultori della banalità e dell'ovvio.
Mi chiedo: si sveglieranno una buona volta le menti e le coscienze degli italiani o questi venditori di fumo puzzolente riusciranno a gabbarci ancora?

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Bene Nina, un commento veramente interessante e non di 'facciata'.
Io penso che la funzione di questo medico siciliano, che è rimasto silente nell'IdV per almeno 10 anni, e ha aspettato l'opportunità, l'occasione per coglierla al volo quando s'è verificata, sia quella di tenere in vita il governo B., il quale non esitò a baciare la mano a Gheddafi, figuriamoci se adesso gli fa specie elevare agli onori della gloria questo ometto.
Forse tu non lo conosci ma sembra esserci una variante umana siciliana, caratterizzata dalla bassa statura, alcuni geniali (ad esempio Angelo Musco (1870-1937), attore comico del passato di grande talento (possiedo qualche film d'epoca) o Filippo Mancuso (1922-2011) Ministro della Giustizia, e già Procuratore della Repubblica del governo B., che non si volle dimettere dall'incarico e costrinse il Parlamento a varare la legge della c.d. "sfiducia individuale", per cui il ministro sfiduciato dal Parlamento è costretto a dimettersi o viene dimissionato. Il nostro Scilipoti si gode il proprio momento di gloria, cercando di trarne il maggior profitto possibile. Della serie 'finché dura me la godo'.
La 'res pubblica', il 'bene comune' dove sono finiti? 'Ai posteri l'ardua sentenza', salvo che il collasso economico-finanziario dell'Italia, ormai alle porte, faccia piazza pulita di ogni indegnità e gli italiani debbano lottare per non morire di fame, altro che Bossi o Scilipoti.
Vai a leggere in questo blog l'intervista rilasciata oggi al FATTO da una ex leghista, secondo la quale Bossi dal 2004 (in cui ebbe un gravissimo ictus cerebrale) in poi non connette più. Non solo. Nel 2001 B. acquistò il simbolo leghista, ripianando i debiti in cui la Lega affogava.