Ricapitalizzazione delle banche europee, potenziamento del fondo salva-stati, taglio del valore nominale dei titoli delle banche esposte in Grecia e monitoraggio della 'questione Italia': così l'Eurozona si gioca il futuro
Ricapitalizzazione delle banche europee, potenziamento del fondo salva-stati, taglio del valore nominale dei titoli delle banche esposte in Grecia e ‘questione Italia’: dopo oltre dieci ore di vertice, sono questi i quattro assi che i leader dell’Eurozona hanno deciso di giocare per salvare la moneta unica e tutta l’economia continentale. Un risultato per certi versi insperato. Si tratta di un accordo su un pacchetto finalmente “completo” di misure anti-crisi, che poggia su quattro mosse: sicurezza delle banche attraverso ricapitalizzazioni per 106 miliardi di euro, certezza ai Paesi a rischio con un fondo salva-Stati da oltre 1.000 miliardi, salvataggio della Grecia con nuovi aiuti per 130 miliardi (con un prezzo maggiore per le banche esposte con Atene) per ridurre il debito del Paese e monitoraggio costante della situazione italiana.
Questione banche – Quelle interessate dalla ricapitalizzazione decisa dall’Europa sono
Fondo salva-stati - Il vertice notturno ha deciso di quintuplicare la potenza dell’Efsf, che avrà un portafoglio che sfiora i mille miliardi di euro. Due le direttive per blindare il fondo: vendere assicurazioni sui titoli dei Paesi e, soprattutto, far funzionare lo ‘special purpose vehicle’, ossia uno strumento ad hoc che attrarrà fondi da investitori esterni (come
Istituti di credito esposti in Grecia -Dimezzamento del valore nominale di tutti i titoli tranne quelli detenuti dalla Bce: una decisione fondamentale per la tenuta dell’Europa. Con il taglio del 50%, infatti, le banche esposte in Grecia saranno costrette ad accettare queste perdite e in tal modo assicureranno al debito greco di tornare nel 2020 ad un livello sostenibile, ovvero al 120% sul pil. L’obiettivo, inoltre, sarà raggiunto anche grazie ad un contributo ulteriore del programma di aiuti pari a 130 miliardi di euro entro il 2014. Non solo. La revisione del secondo piano salva-Grecia dovrà essere approvato entro il 2011 e l’operazione sui bond greci dovrà essere realizzata all’inizio del 2012.
Affare Italia - Soddisfazione con vuoto a rendere: l’Europa di fatto ha commissionato l’Italia. I leader dell’Eurozona, del resto, da un lato si sono detti soddisfatti per gli impegni presentati dall’Italia, ma dall’altro ha chiesto a Berlusconi di “presentare urgentemente” un ambizioso calendario per la realizzazione delle riforme. Come dire: vanno bene le parole, ora vogliamo vedere i fatti. Uno di questi ‘fatti’ sarà la riforma del sistema previdenziale. In tal senso, i rappresentanti dei governi europei hanno accettato con favore le intenzioni italiane, ma al contempo hanno chiesto che entro dicembre venga presentato un piano dettagliato su come raggiungere questo e altri obiettivi. Il nostro Paese, quindi, rientra a tutti gli effetti nel piano dell’Eurozona per arginare la crisi dei debiti: gli impegni che ha preso il premier sono stati inseriti nelle conclusioni del summit, a cui le misure del Cavaliere sono piaciute, ma solo a patto che vengano applicate quanto prima. E l’Ue non ha mancato di dettare i tempi; la prossima tappa, del resto è dietro l’angolo: entro dicembre va definito un piano pensioni degno di tal nome.
“Decisioni estremamente importanti”: le parole del presidente della Bce Jean Claude Trichet sono un’importante conferma sulla bontà di quanto deciso, ma la prova del nove sarà un’altra: i mercati, che oggi esprimeranno il loro giudizio sulle misure anti-crisi messe a punto dalla maratona notturna dell’Ue.
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