sabato 29 ottobre 2011

Mistero "vagabonde blu" enigmatiche stelle bambine



DI ALESSIA MANFREDI

NASCONDONO la loro età in modo sorprendente, apparendo più giovani di quanto non siano in realtà. Più che un vezzo, un vero e proprio mistero quello delle 'vagabonde blu', poetico nome che indica un tipo di stelle rare e sfuggenti. Situate all'interno di ammassi globulari o aperti, risultano più calde - da qui la colorazione blu - delle loro sorelle vicine, quando dovrebbero invece essere loro coetanee. Sfidando così le teorie standard dell'evoluzione astrale, secondo cui invecchiando le stelle evolvono prima in giganti rosse e poi in nane bianche, sempre più fredde e meno luminose. Eppure loro, le "blue straggler", seguono tutt'altra strada: vecchie anche di 13 miliardi di anni, continuano ad apparire calde e brillanti come se fossero ancora bambine.

L'enigma di queste stelle fanciulle e della loro origine ha affascinato astrofisici e scienziati sin dalla loro scoperta, negli anni '50 e sono diverse le ipotesi circolate per cercare di dare un senso all'anomalia che
rappresentano, dalla collisione con altre stelle alla fusione. Ora due astronomi, Aaron Geller, della Northwestern University e Robert Mathieu, della University of Wisconsin-Madison, sono convinti di aver ricomposto il puzzle, indicando - sulla base di dati osservati e di complesse simulazioni - come più probabile l'ipotesi del trasferimento di massa da una stella all'altra ed escludendo invece la teoria della collisione.

Secondo Geller e Mathieu, che hanno pubblicato i loro dati su Nature , le blue straggler ringiovaniscono perché risucchiano la massa di un'altra stella cui si accompagnano, in una sorta di vampirismo che le rafforza e
permette loro di continuare a vivere più a lungo, svuotando invece la loro compagna.

A questa conclusione sono arrivati studiando l'ammasso stellare NGC 188, a 5mila anni luce nella costellazione di Cefeo: uno ammassi aperti più antichi, formato da circa 3mila stelle coetanee, che al suo interno ospita
anche una ventina di vagabonde blu.

Le stelle analizzate dagli scienziati fanno parte di sistemi binari, in cui cioè due stelle sono "costrette" a ruotare l'una attorno all'altra a causa della mutua attrazione gravitazionale. In determinate condizioni una delle due stelle assorbe massa dall'altra diventando cosi una massiccia "blue straggler": "ed è proprio la stella compagna che ci ha aiutato a determinare l'origine delle vagabonde blu", ha spiegato Geller.

Le vagabonde blu "sono stelle anomale, che, in aggregati stellari vecchi, dove da tempo gli astri hanno smesso di formarsi, risultano invece giovani e massicce", chiarisce il professor Francesco Ferraro, astrofisico dell'università di Bologna . "Sono più calde delle altre e la loro luce appare quindi più blu, mentre le stelle vicine, nello stesso agglomerato, risultano più vecchie e più fredde".

Ferraro è un esperto di blue straggler: studiando il sistema stellare M30, insieme ad altri colleghi, ha osservato due gruppi distinti di vagabonde blu con caratteristiche e temperature diverse, suggerendo, sempre su Nature , sulla base delle osservazioni che queste stelle anomale fossero il risultato di collisioni e "vampirismo".

"NCG 188 è un sistema stellare mediamente vecchio, di circa 7 miliardi di anni mentre il nostro Sole, ad esempio, ne ha 4 e mezzo, ed i più vecchi arrivano anche a 13 miliardi di anni. A differenza di M30 studiato da noi,
in cui per la formazione delle vagabonde risultava attivo anche il meccanismo della collisione, NCG 188 non ha una densità molto elevata, quindi la probabilità di collisioni al suo interno non è così elevata", commenta il professore.

Di certo, conclude, questa scoperta "dà un'indicazione importante che suggerisce come il principale canale di formazione delle vagabonde blu, in ambienti a bassa densità stellare, sia il trasferimento di massa, confermando quindi una delle ipotesi più accreditate sull'origine di questi enigmatici astri".

(19 ottobre 2011)

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