martedì 4 ottobre 2011

Non si poteva decidere altrimenti


CARLO FEDERICO GROSSO

I giudici hanno deciso ed assolto. Non conosco gli atti, ma d’istinto, per quanto sono riuscito a cogliere dalle cronache, ritengo che non potessero fare altrimenti.

Spiace che l’assassinio di una giovane donna rimanga in larga misura insoluto (non si può sicuramente dire che la condanna definitiva di Rudy Guede possa tranquillizzare le coscienze; anzi, la nuova sentenza aggiunge perplessità a perplessità). Regole e garanzie del processo penale devono, tuttavia, essere sempre rispettate, e nel caso di specie garanzia voleva che, di fronte alla contraddittorietà degli elementi emersi nel corso dell’istruttoria dibattimentale, i giudici non potessero fare altro che assolvere. Non c’erano indizi sufficienti, non c’erano, soprattutto, stante le contraddizioni emerse nel dibattimento, indizi univoci e concordanti.

Anche se le regole sono state rispettate, e la sentenza è, verosimilmente, ineccepibile, per la giustizia italiana non è, comunque, una vittoria. E’ mancato il riscontro probatorio delle accuse; di fronte al dubbio i giudici hanno tratto, inesorabilmente, ma anche giustamente, le loro conclusioni. Si tratta di un’assoluzione che lascia, comunque, l’amaro in bocca. Chi ci dice che, se non vi fossero stati errori, incertezze, cambi improvvisi di rotta nella prospettazione accusatoria, inconcepibili divergenze fra i periti, fallimento della prova scientifica, la risposta processuale non avrebbe potuto essere diversa? Ma perché potesse essere diversa, sarebbe stato necessario evitare, appunto, i vuoti, le incertezze e le contraddizioni, e non incorrere in errori. Tutto ciò non è, sicuramente, accaduto.

Ed allora, quasi per necessità, il discorso si sposta sull’efficienza della nostra giustizia e sulle capacità dei nostri magistrati, poiché troppi sono, ormai, i casi d’omicidio ai quali la giustizia non è riuscita a dare risposte in grado di convincere del tutto o, addirittura, di convincere e basta. Su questo terreno è, sicuramente, necessaria una riflessione. Il processo di Perugia, in questa prospettiva, fornisce più di uno spunto. Ma in realtà altri spunti, e di non poco conto, erano già stati forniti da altri, altrettanto clamorosi, casi giudiziari.

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