domenica 2 ottobre 2011

"Per amore cado in ginocchio Ho passato la vita per terra"



di Fulvio Paloscia

E´ impossibile leggere Oh scusa dormivi e non pensare al suo corpo acerbo come quello di un´adolescente, la cascata di capelli che nascondono due occhi piccoli, quasi orientali, la sua gestualità nervosa. La donna che si agita tra le pareti di una camera da letto claustrofobica, in una notte insonne, interrogando il suo compagno sull´amore che sente scivolare via senza far rumore, come una sottoveste di seta, somiglia troppo a Jane Birkin, la cantante (ha appena terminato di registrare il nuovo album, Winter child, per la prima volta firma le canzoni come autrice), attrice, regista anglofrancese che è stata la musa ispiratrice di Serge Gainsbourg e che in questo libro, il primo pubblicato da una nuova casa editrice fiorentina, Barbés diretta da Tommaso Gurrieri (ha sede negli uffici della libreria Edison e nasce dall´esperienza della rivista Edison Square) dà prova di essere scrittrice sicura e profonda.

Diventato anche film, regista la stessa Birkin, e uno spettacolo teatrale di successo in Francia, Oh scusa dormivi racconta molto dell´interprete di Je t´aime moi non plus, canzone-scandalo che incappò persino nelle censura del Vaticano: «Le notti in bianco mi appartengono fin da piccola, quando non volevo addormentarmi perché cadevo in incubi terribili. I sonniferi sono stati una specie di leit motiv della mia vita: una delle immagini più curiose di Serge che mi porto dietro è lui insieme a mio padre, appollaiati sulle poltrone come vecchi gufi, imbottiti delle stesse pasticche».

Ma il dialogo raccontato da queste cento pagine si svolge su un letto disfatto non dal logorio dell´insonnia, ma dall´insoddisfazione.
«La donna sveglia il proprio compagno nel cuore della notte perché vuole rassicurarsi che lui la ami ancora, come quando si sono conosciuti. Lo tempesta di domande, gli chiede se la vede ancora bella. Lui è stufo. Dice che la passione non si misura con il metro, che niente dura per tutta la vita. Allora lei si rimangia tutto. Quella che avrebbe potuto essere una notte d´amore, diventa una notte di dolore insopportabile, crudele, una notte di valigie sbattute in terra pronte per la fuga. Quanti amanti avranno vissuto situazioni simili...».

Anche lei?
«Io per amore mi sono sempre buttata in ginocchio. Oggi, guardandomi indietro, mi sembra di aver trascorso tutta la mia intera vita su un tappeto».

E´ più dura sopportare il peso dello scandalo o quello della passione?
«Lo scandalo è divertente. La passione può uccidere».

Cosa ha provato quando ha sentito per la prima volta 5:55, l´album inciso da Charlotte Gainsbourg, attrice, sua figlia e di Serge?
«Ci sono tutte le paure e tutta la determinazione di Charlotte. La stimo, perché non si maschera, si mostra così com´è. Alla sua età io dormivo sempre con la matita per il trucco sul comodino per essere impeccabile anche durante il sonno. Lei no, perché non ne ha bisogno: mi ricorda Katherine Hepburn nel suo essere divertente, ma anche tragica. Può farti piangere senza muovere un muscolo».

Il musicista John Barry, Serge Gainsbourg, il regista Jacques Doillon sono stati i grandi amori della sua vita.
«John è stato il mio Gustav Mahler. Serge il mio Apollinaire. Jacques la mia Carson McCullers. Una cosa lega questi tre uomini: la capacità di farmi sorridere. Serge mi disse: ti lascio perché non ti faccio più sorridere, mentre tu hai bisogno di questo».

Per Gainsbourg si è persino buttata nella Senna.
«Litigammo in una discoteca. Serge mi scaraventò addosso il contenuto della mia borsetta, assorbenti compresi. Io gli gettai un pezzo di torta. Lui, seminando pezzi di dolce imboccò boulevard Saint Germain infuriato. A questo punto serviva un gesto plateale. Corsi verso le Senna e mi tuffai in acqua, annaspando perché non so nuotare. Il mio top di Yves Saint Laurent si staccò, allontanandosi verso il nulla, trascinato dall´acqua, e lasciandomi a seno nudo. Ci riappacificammo subito. Serge amava certi coup de théâtre».

(30 giugno 2008)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bell'articolo... però così non vale!
Ciao, baci ai piccolini: sempre i più grandi.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Dai, se prima non lo compro e lo leggo come lo posso recensire?