giovedì 13 ottobre 2011

Santoro: “I politici si appellino alla Rai per mandarci in onda”


"Sarebbe straordinario se Di Pietro, Bersani, Vendola, Casini e Fini facessero un appello al presidente Garimberti e a quello della Commissione di Vigilanza Zavoli per avere 'Comizi d'amore' nel servizio pubblico", ha detto il giornalista su Radio Capital. Intanto l'associazione che raccoglie i contributi degli utenti ha già raggiunto quota 400 mila euro

”Sarebbe straordinario se Di Pietro, Bersani, Vendola, Casini e Fini si rivolgessero assieme al presidente della Rai Garimberti e al presidente della Commissione di Vigilanza Zavoli per chiedere di non perdere un pezzo di servizio pubblico. Se dicessero: visto che ci sono tante persone che pagano per avere un programma, perchè non lo mandate in onda? Immaginate cosa accadrebbe?”. E’ la sfida lanciata da Michele Santoro nel corso del Tg Zero, in onda su Radio Capital, in una conversazione con il direttore della radio, Vittorio Zucconi.

“L’opposizione dimostrerebbe capacità di ascoltare una volta tanto ciò che la società vuole – ha aggiunto il giornalista -, una società che si è espressa come ha fatto per i referendum. Sappiamo qual è la gestione monopolistica dei mezzi di comunicazione, ciò che non sappiamo è cosa vogliono fare le opposizioni. Berlusconi è finito, ma gli altri? Se non si sintonizzano di fronte a una class action che è già in atto, che fanno?”.

“Non c’è un dibattito serio su ciò che sta avvenendo – ha proseguito Santoro – Mi piacerebbe leggervi i contratti che devono sottoscrivere, non i giornalisti, ma attori e registi per fare film con la partecipazione di Mediaset o Rai. Gli spazi di libertà creativa si stanno restringendo e chi ti dà lavoro è un padrone come quello delle vecchie ferriere. Sono andato via da un editore che pretendeva di controllare quello che facevo. I giovani giornalisti o accettano o vanno fuori. Un vecchio come me può fare un pò di casino. Nel contratto di La7 – ha proseguito – si prevedeva che un ufficio legale o un amministratore delegato potesse dirmi quello che dovevo fare e questa è una violazione aperta dell’autonomia del giornalista. Tanti accettano, ma io non volevo farlo”.

Santoro ha affermato che “l’impresa messa in piedi avrà un costo finale di 5-6 milioni di euro, perchè vogliamo coprire un’intera stagione e tenere aggiornato un sito. E’ uno sforzo imprenditoriale importante. Le donazioni non potranno bastare, ma sono una straordinaria spinta. In quattro giorni 50 mila persone hanno già versato 10 euro. Vi rendete conto di cosa significhi?”. “Oggi – ha aggiunto – con le donazioni siamo al 10% del costo preventivato, potremmo arrivare al 20% ma ci resterebbe ancora l’80% da coprire”.

‘Servizio pubblico’ infatti ha raggiunto i 400 mila euro di donazioni, come annuncia Giulia Innocenzi in un video sul sito dell’associazione lanciata da Michele Santoro, aggiornando i dati di ieri quando erano stati contati 210 mila euro solo da Paypal.

“La vostra partecipazione sta assumendo i connotati di uno tsunami – dice la Innocenzi -. Quasi 300 mila visitatori unici al nostro sito e oltre mezzo milione di pagine visualizzate. Su Facebook abbiamo superato 50 mila fan e stiamo crescendo a ritmo esponenziale. Ma sono le vostre donazioni che ci hanno colpito di più: abbiamo stimato un ammontare totale di 400 mila euro”. Quindi un appello a “coinvolgere nel progetto amici e parenti. Un progetto che vuole ridare vita a un programma che raccolga l’eredità di ‘Annozero’ e possa andare in onda senza avere alle spalle né padrini, né padroni”.

“Che farà l’opposizione per sintonizzarsi su questa incredibile ondata di cambiamento? – si chiede Giulia Innocenzi – E quando si parlerà della Rai, dello stato in cui versa, come sarà possibile non tenere conto di questi dati? Più alimenterete la vostra partecipazione e più potremo dire che i vostri dieci euro hanno assunto una direzione ben precisa”.

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