domenica 13 novembre 2011

Berlusconi, l'ira dell'ormai ex premier "Vinto logica piccoli ricatti, io orgoglioso"


Un fiume di parole, e qualche stoccata verso Gianfranco Fini. E poi, ragionamenti sul ruolo e i meriti del governo appena caduto e la speranza di tornare presto a palazzo Chigi. E' il contenuto della lettera che il premier dimissionario Silvio Berlusconi ha inviato al leader della Destra Francesco Storace. "C'è chi lavora da tempo perché il pendolo della politica italiana torni indietro, ai tempi in cui la volontà degli elettori era commissariata dalle oligarchie di partito abituate a gestire in proprio la forza che i cittadini consegnavano loro al momento del voto", scrive Berlusconi.

L'ex premier poi invita la Destra di Storace a rafforzare il sodalizio col Pdl, per una futura alleanza di governo: "La Destra rappresenta per noi un alleato prezioso", sottolinea Berlusconi, che si dice convinto che la formazione politica di Storace "rappresenti una forza popolare determinante per il futuro del centrodestra e per la futura governabilità del Paese".

"Condivido il vostro spirito e mi auguro di riprendere insieme a voi il cammino di governo", c'è scritto ancora nella lettera.

"Fini, peccato originale". Berlusconi sottolinea particolarmente il ruolo della 'diaspora' guidata da Gianfranco Fini nell'evolversi del suo periodo di governo. La "fronda" della componente finiana è stato il "peccato originale" che ha minato "il percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente e che si è invece incagliata nelle secche di una politica che non ci appartiene", scrive il premier dimissionario, con malcelato rancore.

Continua Berlusconi: "La fronda della componente finiana si è manifestata praticamente subito dopo la vittoria elettorale del 2008, ed è poi sfociata in una vera propria diaspora. Siamo andati avanti comunque non determinazione, nella consapevolezza che la maggioranza voluta dagli italiani avesse il diritto e soprattutto il dovere di governare, ma alla fine in Parlamento ha prevalso la logica dei piccoli ricatti che del trasformismo che è il vizio più antico della politica italiana".

"Modernità da non disperdere".
Berlusconi mette in rilevo il novero dei cambiamenti del Paese avvenuti sotto il suo governo, che reputa positivi. E scrive che si impegnerà affinché "quanto è stato conquistato in questi anni nel segno della modernità non vada disperso" cosi che la "modernità possa consolidarsi in un paese che sta già dando molto, moltissimo in termini di rigore economico e che ha accettato con grande senso di responsabilità i sacrifici imposti dalle manovre" della scorsa estate.

Prosegue Berlusconi: "L'Italia è un paese che sommando il debito pubblico al risparmio privato si colloca per solidità al secondo posto in Europa, subito dopo la Germania, prima della Svezia, della Gran Bretagna e di tutti gli altri paesi".

Secondo Berlusconi, l'Italia è un paese che "può contare su aziende che continuano ad esportare, su una disoccupazione inferiore del 2% alla media europea, sul maggior patrimonio artistico del mondo e che si aspetta dalla politica, da tutta la politica, uno sforzo comune per uscire dalla crisi".

(13 novembre 2011)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

UNA FOTOGRAFIA EMBLEMATICA DELLA SCONFITTA CHE NON PUO' ESSERE TRAMUTATA IN GUERRA GUERREGGIATA.
FA PAURA.