mercoledì 2 novembre 2011

Crisi, Consiglio dei ministri straordinario Pd e Terzo polo salgono al Quirinale


Vertice di governo, stamattina a Palazzo Chigi, tra Silvio Berlusconi e diversi ministri per mettere a punto i provvedimenti anti crisi. La riunione è durata oltre cinque ore. Il Consiglio dei ministri è stato convocato questa sera alle 20 per il varo dei provvedimenti. «Stiamo scrivendo il decreto che sarà varato nel Cdm di stasera con le misure più urgenti contenute nella lettera inviata dal governo a Bruxelles» ha detto il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, al termine del vertice di Palazzo Chigi. Il tutto all'indomani del crollo delle Borse, in particolare di Piazza Affari che ha perso il 6,8%, delle fibrillazioni nella Ue alla vigilia del G20 e del richiamo del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha chiesto chiede subito misure efficaci. La stessa richiesta avanzata dalle imprese, mentre le opposizioni chiedono un passo indietro del governo.

SONDAGGIO:
il governo è chiamato a prendere misure urgenti ed efficaci. Secondo voi saprà farlo?

Pd e Terzo polo al Quirinale. Una delegazione del Terzo polo è andata nel pomeriggio al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell'ambito di un giro di contatti informali avviato dal capo dello Stato. Presenti al Colle il leader e il segretario dell'Udc, Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa, il vicepresidente di Fli e il capogruppo alla Camera, Italo Bocchino e Benedetto Della Vedova, e il leader dell'Api, Francesco Rutelli.
A seguire, al Quirinale incontro tra il capo dello Stato e il segretario Pd Pier Luigi Bersani. «Siamo stati chiamati insieme ai capigruppo al Quirinale - ha detto Bersani - e colgo l'occasione per ringraziare il presidente Napolitano per l'attenzione e l'impegno in un momento cruciale per il Paese».

Bersani: serve una scossa. Il leader del Pd, al termine del vertice del Pd e prima di salire al Colle, ha detto: «C'è l'esigenza assoluta e urgente di un colpo di reni e di una scossa nella politica e nei contenuti per dare una risposta credibile a questa situazione che è il passaggio più difficile per l'Italia dal dopoguerra ad oggi. C'è una preoccupazione molto molto seria, perché con ogni evidenza siamo finiti sul fronte più esposto alla bufera». Bersani si rivolge anche alla maggioranza «perché non è più accettabile la sottovalutazione di quello che sta accadendo, chi sottovaluta la situazione si prende una responsabilità storica».

Marcegaglia: Italia in pericolo, servono fatti, no alla patrimoniale. «Il Paese è oggettivamente in una situazione di pericolo - ha detto il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia - Abbiamo chiesto di fare presto e che il governo venga a Cannes al G20 con riforme già approvate e non con una lista di cose da fare. Se il governo non è in grado di approvare alcune riforme già stasera, allora tragga le sue conclusioni». Marcegaglia dice no al prelievo forzoso sui conti correnti: «Non serve una tassa straordinaria, meglio allora una tassa ordinaria sui patrimoni o sulla casa per abbassare le tasse su lavoro e imprese. Il prelievo è una misura eccezionale che crea panico».

Vertici dei partiti di opposizione. Nel primo pomeriggio, anche in vista dei colloqui al Quirinale, erano stati convocati i vertici di partito da parte delle forze di opposizione: Idv, Pd, Terzo polo.

Cesa: disposti a dare contributo, il premier è il problema. «Questo è il momento della responsabilità e dell'unità per il bene del Paese - aveva detto in mattinata il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, ai telegiornali Rai - Noi siamo pronti a dare il nostro contributo, ma Berlusconi deve rendersi conto che tutto il mondo lo considera il problema, non la soluzione».

Bersani: «Sabato in piazza chi ha a cuore il futuro dell'Italia». «Il nostro intento è di riunire tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Paese per avviare insieme una ricostruzione democratica, sociale ed economica dell'Italia» dice Bersani invitando alla manifestazione che il Pd farà sabato prossimo a piazza S. Giovanni a Roma. «Il nostro - sostiene Bersani - è un grande Paese. Gli italiani sono un grande popolo. Abbiamo le risorse per riprendere il cammino che ci spetta, per riconquistare la dignità che meritiamo».

Di Pietro: paghi la cricca, non il 90% «Mi auguro che alcune delle cose scritte nella lettera alla Bce non si realizzino - dice sul suo blog il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro - Noi le riteniamo macelleria sociale. Vorrei chiarire la posizione dell'Italia dei Valori: questa idea che la lettera di Trichet e Draghi sia il Vangelo, noi la rifiutiamo. Una cosa è far quadrare i conti: lo chiede l'Unione europea e noi siamo d'accordo. Un'altra cosa è che a far quadrare i conti siano sempre i poveri cristi, i pensionati e i lavoratori: su questo noi non siamo d'accordo. A pagare l'emergenza sia quel 10% di italiani che detiene il 60% della ricchezza e non sempre il 90% di italiani che detiene meno del 40%. Io non voglio fare il governo dell'emergenza a tutti i costi. Questa politica europea che vuole risolvere i problemi delle banche e non i problemi dei cittadini a noi non sta bene affatto. Io sono ben felice di dare una mano a un governo istituzionale, a patto che si facciano dei provvedimenti lacrime e sangue per la cricca, come ad esempio la riduzione del 50% dei parlamentari».

«Berlusconi come Papandreou - sostiene il deputato di Fli, Claudio Barbaro - Entrambi utilizzano ogni espediente possibile per ritardare la loro già prevedibile e augurabile uscita di scena e salvarsi la faccia, per non dire altro. Uno ha intenzione di usare un referendum, l'altro pensa a misure draconiane per evitare quel preoccupante rischio default che fino a poco tempo fa presentava all'opinione pubblica come una chimera costruita dal pessimismo di una parte politica e dei media a servizio di quest'ultima».

«Io non vedo i margini per un governo tecnico - dice Nichi Vendola, leader di Sel e presidente della Regione Puglia - Né governo tecnico né di emergenza perché non c'è un'emergenza: la crisi è di lungo periodo, la crisi strutturale è di sistema, è di modello. Il punto è come cambiamo l'agenda della politica economica e sociale del Paese. Non esiste la possibilità che un tecnico supplisca ai compiti che sono specifici della politica: decidere chi paga i prezzi della crisi non è una questione tecnica ma politica, come decidere di tagliare sul welfare o sulla struttura della ricchezza e delle rendita in questo Paese».

Napoli: decisioni da prendere oggi o mai più. «Il tramestìo e il traccheggio non si addicono a queste giornate o a queste ore - dice il vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli - Il premier deve presentarsi al vertice G20 di Nizza con il cesto pieno. Pieno di decreti taglia-spesa e di decreti sviluppisti. Da approvare oggi e non domani o dopodomani. La rivoluzione liberale, come ogni rivoluzione, va fatta per decreto. Le grandi riforme hanno bisogno di contesti drammatici per nascere e oggi si presenta un'occasione straordinaria all'Italia. Il premier è un combattente e la sua fibra è intatta. Berlusconi non deve stupirci, ma semplicemente deve essere lui, riaffermando oggi le ragioni che lo spinsero al passo in politica 17 anni fa».

Mercoledì 02 Novembre 2011

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