mercoledì 2 novembre 2011

Crisi, ora B. pensa a patrimoniale prelievo forzoso e dismissioni


Dopo il tracollo di piazza Affari, il presidente del Consiglio riflette su misure choc per rispondere all'Europa e a Napolitano. Il ministro dell'Economia Tremonti gli ha chiesto di lasciare. Al Cdm di oggi si discuterà di un pacchetto di misure choc per frenare la speculazione

Una serie di “interventi straordinari”: patrimoniale, prelievo forzoso su conti correnti e depositi, un doloroso piano di dismissioni. Ecco le “misure choc” a cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi starebbe pensando per porre un freno alla crisi economica che ha investito in pieno l’Italia. Misure da inserire in un maxiemendamento, un decreto legge e un disegno di legge. Tre strumenti messi in campo dal governo per varare il primo pacchetto di misure anticrisi concordato con l’Unione europea all’ultimo vertice del 26 ottobre. Un pacchetto sul quale ci sarebbero state, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti al vertice interministeriale presieduto da Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi ieri sera, posizioni contrastanti tra alcuni ministri.

Il presidente del Consiglio avrebbe spinto sulla necessità di inserire misure d’urgenza in un decreto proprio per rafforzare la volontà politica del governo di andare immediatamente al nocciolo del problema con misure ‘immediate’, così come chiesto da Bruxelles ma anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un decreto che accompagnerebbe il maxiemendamento alla Legge di stabilità – che sarà votata il 15 novembre al Senato e il 20 alla Camera – e un altro disegno di legge che, dopo la terapia d’urto del dl, consentirebbero l’introduzione progressiva e diluita nel tempo di tutti gli altri provvedimenti anticrisi.

Ma a questa ‘scaletta’ si sarebbe opposto il ministro dell’Economia
Giulio Tremonti sostenendo l’unica opzione del maxiemendamento con voto secco in Parlamento: senza altri provvedimenti che, a suo avviso, accenderebbero gli appetiti da assalto alla diligenza facendo diventare delle misure nate per il contenimento della spesa delle misure di spesa aggiuntiva. La discussione sarebbe proseguita anche nel vertice ristretto tra Berlusconi, Tremonti ed il ministro leghista Roberto Calderoli, senza modificare sostanzialmente le posizioni in campo. Anzi, con il premier che, secondo voci circolate in ambienti della maggioranza, ma smentite questa mattina dal portavoce di Tremonti – ”La ricostruzione dell’incontro di ieri sera a palazzo Chigi e la posizione che avrebbe assunto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti non rispecchiano quanto avvenuto realmente e quindi sono false” – avrebbe addirittura minacciato di salire al Quirinale per dimettersi. Alla fine si è deciso di rinviare qualsiasi decisione a un nuovo vertice previsto per stamane.

Intanto il ministro dell’Economia ha convocato oggi alle ore 15 il Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria (Cssf). Fanno parte dell’organismo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il direttore generale del tesoro Vittorio Grilli, il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini e il presidente della Consob Giuseppe Vegas.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Mentre lui pensa l'Italia sta andando a puttane! Schifosi!