venerdì 4 novembre 2011

Doppio controllo per Roma



Doppia anche la conferma. Il Fmi seguirà il piano di rilancio italiano, come la Commissione Ue. Il governo dice: niente supervigilanza, solo consigli. Ma la stretta c'è. Eccome.

All'una arriva la conferma. Il presidente della Commissione Barroso e quello del Consiglio Van Rompuy hanno detto che «l'Italia ha chiesto al Fondo monetario un'azione di verifica pubblica del rispetto delle politiche». In pratica, come scritto da La Stampa questa mattina, il Fmi vigilerà sui compiti di Roma insieme con la Commissione Ue che la prossima settimana invierà una missione nella nostra capitale. L'intervento di Washington è stato chiesto dal governo che, di prima mattina, lo aveva negato.

Van Rompuy dice che la vigilanza della Commissione era già decisa e che questo rafforza il desiderio di credibilità dell'Italia che vuole dimostrare la propria buona fede. «Non è un diktat, la discussione è stata costruttiva», assicura il belga. Tutte le fonti dicono che non c'è discussione su un prestito precauzionale del Fondo all'Italia. Per ora è una informazione che si può ritenere credibile.

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Il caso Italia del controllo continuo rafforzato c’è. Eccome.

Nella riunione dei membri dell’Eurozona in seno al G20, il gruppo dei venti paesi più ricchi del mondo, ieri sera il presidente del Consiglio dell’Ue Van Rompuy, insieme con Francia e Germania, ha suggerito di raddoppiare il monitoraggio sull’attuazione della lettera italiana all’Europa, il documento per il risanamento e il rilancio che il governo ha presentato al vertice europeo del 27 ottobre.

In quell’occasione, le conclusioni del summit avevano affidato alla Commissione Ue il compito di piantonare Roma e riferire periodicamente a Bruxelles. «Per massimizzare la credibilità dell’azione», ora si è orientati a chiamare in causa anche il Fondo monetario che, con le sue regole, controllerà in parallelo la realizzazione delle promesse italiane. Sulle quale, sia chiaro, i dubbi di realizzazione superano negli ambienti internazionali le certezze.

Berlusconi, secondo fonti europee, non avrebbe nulla in contrario. «He can live with it», fa notare una fonte. Ma Palazzo Chigi ha un punto di vista diverso. Alla ripresa dei lavori del vertice di Cannes, fonti ufficiali italiane smentiscono che sia stata raggiunta una intesa sul monitoraggio da parte del Fmi e sottolineano che l'intera area euro è sotto stress, Spagna e Italia comprese. Gli advisors del Fondo, precisano tuttavia, si potranno affiancare al ruolo indicato dall'Eurogruppo del 27 ottobre alla Commissione Ue.

A smentire l'Italia è arrivata poi la conferma di Barroso: «Roma ha deciso di sua iniziativa di chiedere all’Fmi di monitorare l’applicazione dei suoi impegni», ha spiegato il presidente della Commissione europea in una conferenza stampa a Cannes. Barroso ha aggiunto che la decisione dell’Italia è «un passo importante» per Bruxelles. L’Italia, ha spiegato il presidente della Commissione Ue, ha chiesto «volontariamente al Fmi di monitorare l’applicazione dei suoi impegni». «Nelle prossime settimane - ha concluso - monitoreremo la situazione dell’Italia e la sua capacità di rispettare gli impegni. È importante per tutti i paesi membri dell’Ue».

La linea sulla quale si è trincerato il governo si fonda sulla distinzione tra monitoraggio e consigli, termine quest'ultimo formalmente diverso, ma che implica necessariamente una vigilanza più stretta del normale sulle scelte di politica finanziaria ed economica. Chi ha ragione? La risposta viene con la domanda "chi fra Bruxelles e Roma ha interesse a non dire esattamente come stanno le cose?".

C’è dell’altro. Si sono avuti ieri dei colloqui informali a proposito della possibilità di un intervento di aiuto preventivo del Fondo all’Italia. Ipotesi che il governo romano osteggia con forza. E’ anche circolata la cifra di 50 miliardi, ma le stesse istituzioni europee ritengono che «non risolverebbe il problema e sarebbe inutile vista la portata del debito italiano». Il quale, assicurano ai piani alti della Commissione, «anche con i tassi al 6% è perfettamente sostenibile; il problema è la mancanza di credibilità che amplifica qualunque distrazione e fa sì che i mercati puniscano all’istante le sbandate e i ripensamenti».

Stamattina gli "sherpa" sono di nuovo al lavoro per mettere a punto i dettagli di un possibile accordo. Si parla di una possibile riunione di paesi Eurogruppo in coda al G20 che si chiede nel pomeriggio.

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