mercoledì 9 novembre 2011

E se Berlusconi avesse fregato tutti?


DINO AMENDUNI

Silvio Berlusconi lascia il Quirinale dopo che, per la prima volta in questa legislatura, ha perso la propria sfida parlamentare. Una sconfitta che porta con sé una vittoria parziale, ossia l’approvazione di quel rendiconto dello Stato senza il quale la macchina amministrativa del nostro Paese si sarebbe fermata. Una sconfitta non decisiva, che non era legata a un voto di fiducia, ma dal potenziale simbolico incredibile.


L’incontro con Napolitano gli regala almeno almeno un’altra settimana al Governo del nostro Paese. “Approvo la legge di stabilità e mi dimetto“. Senza maggioranza, senza consensi nel Paese, senza la stima né dei suoi alleati italiani né di quelli mondiali. In queste condizioni, ogni giorno di vita in più potrebbe essere considerato comunque un grande successo.

A questo punto le certezze finiscono. Non si ha alcun vincolo di calendario a breve termine in merito all’approvazione della legge finanziaria. Tra prima bozza, emendamenti, proposte dell’opposizione e discussione parlamentare, Senato e Camera, i tempi potrebbero allungarsi drammaticamente. La Finanziaria deve essere approvata entro il 31 dicembre: non c’è fretta.

Se la legge di stabilità sarà approvata con una maggioranza non assoluta, Berlusconi potrà continuare a vivacchiare perché avrà rispettato gli impegni internazionali, se gli scontenti del centrodestra voteranno contro o si asterranno, diventeranno il capro espiatorio di Berlusconi: “I traditori mettono a rischio il Paese pur di farmi cadere”.

L’opposizione avrebbe gli strumenti per mettere Berlusconi all’angolo, ma hanno un costo politico insostenibile: una mozione di sfiducia corrisponde a un atto che potrebbe essere percepito come pura irresponsabilità da parte dell’Europa e dei mercati, un’intrusione nell’accordo tra Governo e organismi internazionali, una minaccia all’Euro. Stesso discorso se votasse contro una legge di stabilità ispirata (o addirittura dettata) dai funzionari europei. Se invece l’opposizione votasse a favore, Berlusconi potrebbe sopravvivere ancora anche in un pezzo del 2012.

Se si decidesse comunque di rovesciare il tavolo puntando sulla mozione di sfiducia (mettendo a gravissimo rischio l’Italia, aumentando l’incertezza in cui i mercati fanno manbassa da giorni) e l’opposizione facesse cadere Berlusconi ‘al buio’, senza un’altra maggioranza parlamentare garantita che sia in grado di far passare la Finanziaria entro il 31 dicembre, lo Stato finirebbe in una condizione di esercizio provvisorio: un default semi-automatico: l’Italia fallirebbe per colpa del centrosinistra.

Se invece si trovasse una maggioranza alternativa non si andrebbe a votare prima del 2013: un anno e mezzo per il centrodestra per riorganizzarsi e vincere le elezioni, una stagione in cui le responsabilità delle misure impopolari da mettere in campo per provare a uscire dalla crisi saranno ugualmente distribuite in tutte le forze parlamentari disposte a imbarcarsi in un eventuale governo tecnico e in cui Berlusconi avrebbe un sacco di tempo per fare l’opposizione a chi propone misure ‘lacrime e sangue’.

L’Europa, di fatto, non ha alcuna leva politica per cacciare Berlusconi. L’unico strumento che potrebbe adottare è l’interruzione dell’acquisto di titoli di stato italiani. Questa scelta, però, accelererebbe la crisi dell’Eurozona e offrirebbe un ulteriore alibi a Berlusconi.

Il Pd ha già fiutato la fregatura: “Formalizzi subito le dimissioni”. Evidentemente nessuno sa quando si dimetterà davvero perché le ha legate all’approvazione di una legge ‘a calendario variabile’. Comunque lo deciderà lui. Nel frattempo ha tutto il tempo per rinforzare la maggioranza richiamando gli scontenti e, soprattutto, pare abbia il margine per decidere quando si va a votare e con quale legge elettorale.

Doveva essere #laresadeiconti, rischia di essere un capolavoro tattico del Premier.

12 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

UN DUBBIO ATROCE? NO, CERTEZZA!

Francy274 ha detto...

Eh si, finirà così! Lui ama questo Paese perchè in un altro non avrebbe avuto tanta fortuna per fare il bastardo!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sono stato molto pessimista e ve ne erano tutte le ragioni. Questa sera la manovra dilatoria di Berlusconi si è infranta sulla ferrea ed incoercibile volontà del Presidente della Repubblica, l'unico politico ad avere un altissimo gradimento in campo nazionale ed internazionale.
Faccio ammenda e sono felice di farla.

Anonimo ha detto...

Penso anch'io che quell'uomo è troppo scaltro per uscire così tristemente di scena.
Se oggi dovessi votare non saprei veramente chi scegliere, dico che siamo giunti alla fine dell'Impero Romano d'Occidente.
"Eravamo poveri torneremo poveri", forse Giampaolo Pansa ha ragione !
P.S Ciao Luigi, ieri ho parlato di te con un tuo ex collaboratore, tuo dirimpettaio di scrivania al Prap di Milano, Isp. Novelli F.
Ti saluta
Silvio Biondi da Rimini

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ringrazio e ricambio i saluti, davvero una persona perbene Novelli. vero è che la situazione è ingarbugliata ma facendo io una rassegna stampa posso dirti che se si andasse a elezioni (una vera iattura oggi) saprei eccome chi votare: Antonio di Pietro, che diamine!
Oggi abbiamo sfiorato il disastro, la tragedia e l'abbiamo scampata grazie a Giorgio Napolitano, senza lui, senza i suoi reiterati interventi intesi a raffreddare i mercati oggi era la bancarotta.

Francy274 ha detto...

... ed io ammetto di essere stata una grande sciocca! Non capendo le ragioni per cui il Presidente della Repubblica ha nominato Monti senatore a vita. Sono partita in quarta, senza documentarmi come mio solito, e ho condannato la nomina.Stanotte non ci ho quasi dormito chiedomi il perchè... ora so, mi sono documentata! Napolitano ha fatto scacco al re... spero si trasformi subito in scacco matto!!
Sono imperdonabile, ora capisco di avere provocato quella Tua "caduta di braccia"... Mi riscatterò ;)

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non avevo dubbi. Questo spread attuale (572 punti base) ho appena sentito che porta l'Erario a pagare 100 miliardi euro di interessi! Ci rendiamo conto?

Francy274 ha detto...

Cosa ne pensi sul fatto che Di Pietro non vuole Monti al Governo e pretende le elezioni anticipate?
Sono curiosa di conoscere il Tuo pensiero in merito :)

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Adesso non ti posso rispondere, sia perché sto uscendo sia perché non sono riuscito ad ascoltare Di Pietro per intero eri sera a Porta a Porta.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Antonio Di Pietro ha due problemi davanti a se, uno dei coerenza e l’altra di prestigio personale.
Il problema di prestigio. Eugenio Scalfari, che gode dell’amicizia del Capo dello Stato Giorgio Napolitino (fra i due corre una grande stima reciproca) non nasconde la sua antipatia motivata dal fatto che lo considera, Di Pietro, un incolto e un populista, due qualità negative che Scalfari disprezza, in ciò io vedo una punta di arroganza intellettuale. Sappiamo che mente Berlusconi era a Cannes Napolitano ha fatto delle consultazioni ufficiose a futura memoria, alle quali l’unico non invitato è stato Di Pietro e la IdV. Ciò non è piaciuto a me, figuriamoci a Di Pietro. In questi casi si innesca nella persone normali, e Di Pietro lo è, una reazione di irrigidimento e di rigore verso le scelte che si viene chiamati a effettuare.
Quali scelte. La prima, di far parte di un governo, in cui c’è anche il PdL e di votare assieme a Berlusconi, suo acerrimo nemico. È possibile ciò? Evidentemente no e Di Pietro l’ha detto senza giri di parole, com’è suo costume. E che cosa bisogna votare, praticamente a scatola chiusa? Il maxi emendamento alla legge di Stabilità (bilancio dello Stato) in base ai punti programmatici (la famosa lettera d’intenti di 14 pagine) che Berlusconi ha consegnato a Bruxelles durante la riunione di capi di governo e di stato che usano la moneta unica, l’euro. Bada bene che B. avrebbe dovuto far pervenire atti formali aventi valore di legge (in questo caso decreti legge), chiesti dalla famosa lettera della BCE firmata da Trichet e da Dragi e approvata da Francia e Germania. Il maxi emendamento, il cui contenuto ancora oggi non è noto, essendo stato depositato al Senato solo ieri pomeriggio 9.11.2011 alle ore 16 recepisce las lettera di 40m pagine e i punti in essa contenuti, che diventeranno pertanto legge dello Stato assieme alla legge di Stabilità. Ecco, un Di Pietro incazzato perché viene continuamente snobbato (nonostante abbia vinto tre referendum raccolto un milione e quattrocentomila firme per l’abrogazione della legge elettorale e seicentomila per una legge di iniziativa popolare (al momento non ricordo quale) è incazzato e non disposto a passare su nulla, per cui egli dice, non voto la fiducia al Governo Monti né voterà il maxi emendamento e lo giustifica dicendo che non può egli andare a braccetto con Berlusconi e il Pdl dopo averlo ferocemente combattuto, non può votare un maxi emendamento in quanto colpisce, come di consueto, le fasce più deboli, egli definisce tali norme ‘macelleria sociale’ con una espressione forte ma efficace. Egli sostiene che non è vero che lo vuole la UE, la quale ha soltanto fatto sapere che quali sarebbero le linee d’indirizzo, segnatamente le pensioni, la riforma del mercato del lavoro ecc., ciò allo scopo di reperire risorse per riavviare il motore della crescita. Come reperirle - dice Di Pietro - è affar nostro dell’Italia farlo, in piena autonomia. Infine, non vuole posti di governo, perché non vuole votarne la fiducia, vuole lasciare le mani libere per votare a favore o contro i provvedimenti che il nascente ma non ancora nato governo Monti (e chi sa se nascerà, cioè se avrà la fiducia, anche la Lega dirà no) a seconda se gli stessi convincono o meno l’IdV. In questo modo viene soddisfatta la necessità di coerenza. Di Pietro è lanciato, ne vedremo delle belle.

Francy274 ha detto...

Sei in gamba, lo sai? :))

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Lo hai capito solo adesso? ;-)