martedì 29 novembre 2011

Finirà così?


di Antonio Padellaro

Finirà che il Pdl voterà i “sacrifici” del governo Monti, ma solo dopo aver proclamato ai quattro venti quanto segue: l’abbiamo fatto per senso di responsabilità verso il Paese, però sia ben chiaro che il governo Berlusconi non hai messo le mani nelle tasche degli italiani e proprio per questo l’hanno fatto fuori con un colpo di mano.

Poi (con la supervisione del famoso venditore di patacche) la lunga campagna elettorale di Alfano & soci suonerà la grancassa contro la moneta unica: tutta colpa dell’euro, imposto da Prodi in combutta coi comunisti, se i prezzi di colpo raddoppiarono lasciandoci più poveri; meglio ritornare alla vecchia, cara lira. Dopodiché, senza più la zavorra mortale dell’ex Caimano e con i sondaggi di nuovo in salita, il Pdl cambierà di nuovo nome contando sulla proverbiale smemoratezza italica. Bel colpo.

Finirà che il Pd voterà tutto, anche le lacrime e sangue del governo Monti se necessario. Lo farà per autentico senso di responsabilità nazionale e perché glielo chiederà Napolitano. E così Bersani, che aveva in tasca il biglietto vincente della lotteria, dopo aver rinunciato alle elezioni col Pd favorito e dopo aver rinunciato a essere il candidato premier (e forse anche il premier), sarà costretto a far digerire al suo elettorato e alla Cgil la stretta sulle pensioni e sul mercato del lavoro. E così, forse, i sondaggi sorrideranno di meno, anche perché i Democratici dovranno guardarsi dagli attacchi di Vendola e Di Pietro, liberi di fare opposizione a piacimento.

Finirà che Casini, col Terzo polo, giocherà al gioco preferito nella Prima Repubblica: la politica dei due forni. Dialogherà a lungo con il Pd, ma se il Pdl dovesse mollare la Lega (o essere mollato), chi può escludere un ritorno ai tristi amori con una nuova maggioranza in Parlamento? Alfano a Palazzo Chigi e Casini al Quirinale: è solo un incubo?

Finirà che Monti farà certamente il possibile per salvarci dal default e restituire un futuro all’Italia. Ma non potrà fare certamente l’impossibile per impedire che, dietro il paravento dell’unità nazionale, le forze dell’inciucio si accordino su quelle nomine che perfino a B. non sarebbero state concesse. Per esempio, l’avvocato di Schifani all’Anti-trust. E certi sottosegretari in conflitto di interessi fino al collo. O siamo troppo pessimisti?

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Lo sono meno di me pessimisti.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sono meno pessimisti di te? Sarà, forse perché fanno i giornalisti, devono attirare lettori, ma non sono degli sciocchi, sanno che il percorso ad ostacoli è OBBLIGATO. Parlo per Padellaro e per Travaglio.
Se non arriva una pestilenza mirata, che cancella i 9/10° del Parlamento, non c'è niente da fare. Marco Travaglio dovrebbe spiegare, ma non lo fa, al punto 1 del pezzo, cosa sarebbe accaduto durante i due mesi minimo di campagna elettorale. Magari egli ha fonti inossidabili che gli hanno suggerito che questa faccenda dello spread è una balla, che il Tesoro si diverte a piazzare i BTP a tre anni a circa l'8% di rendimento, ecc..
Lasciamo perdere e speriamo, i prossimi venti giorni saranno determinanti, c'è il 5 dicembre il varo del decreto legge contenente le misure anti-crisi, il 9 si riunisce il 'direttorio' franco-tedesco, ci sarà anche Monti a illustrare.
La speranza è di convincere la Germania di Angela Merkel a consentire alla BCE di fare il 'prestatore di ultima istanza', acquistando i titoli italiani e spagnoli ad oltranza, per poi piazzarli nel mercato secondario, magari guadagnandoci pure. Solo così la speculazione si arresterà, avendo come 'competitor' una banca che rappresenta 27 paesi della UE.
Poi si passerà agli eurobond, cioè a buoni emessi solo dalla BCE per conto di tutti gli stati membri, misura anch'essa fieramente avversata dalla Germania, che però sta iniziando a cedere sul primo punto.