martedì 8 novembre 2011

I tempi per arrivare alle dimissioni del premier Il centrodestra: 20 giorni. Il Pd: Una settimana


Dimissioni dopo l'approvazione della legge di stabilità. Cosa significa, concretamente, l'impegno preso dal premier dopo il drammatico faccia a faccia al Quirinale? Quando dovrebbe essere formalizzato l'addio a palazzo Chigi?

Berlusconi durante la riunione del G20 aveva indicato, come tempi di approvazione, il 15 novembre per il Senato e la fine del mese per la Camera, cioè per l'approvazione definitiva. Anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, oggi ha confermato: "Serviranno in tutto 20 giorni".

Il relatore di maggioranza a palazzo Madama, il leghista
Massimo Garavaglia, è entrato nel dettaglio. Ha chiarito che nell'incontro al Quirinale non sono state previste procedure particolari per l'iter della legge. E ha ipotizzando al massimo lo slittamento di qualche giorno rispetto ai tempi annunciati dal premier: "Domani - ha detto - il governo presenterà l'emendamento con gli impegni per la Ue e io aggiungerò qualche modifica come relatore. Poi verrà stabilito un tempo per la presentazione dei sub-emendamenti e si procederà con le votazioni in commissione bilancio. L'approdo in aula è previsto per il 15 novembre e contiamo di chiudere al massimo entro venerdì prossimo in Senato". Dopo il testo passerà alla Camera e si "avvierà lo stesso iter".

Ricapitolando, domani è atteso il maxiemendamento del Governo in commissione Bilancio, poi ci sarà un tempo 'congruo' per presentare modifiche, subito dopo inizierà il voto. Di sicuro, l'aula di palazzo Madama è convocata per martedì mattina alle undici con questo provvedimento all'ordine del giorno. A oggi, si può dunque immaginare che al massimo entro la prima settimana di dicembre Berlusconi sarà costretto a tornare al Colle per le dimissioni definitive.

Ma l'opposizione vuole accelerare. Non si fida del tutto. E chiede che il provvedimento venga approvato in pochi giorni. In una settimana, addirittura.

D'altra parte, complice la crisi, del maxiemendamento cui lavora il governo ufficialmente non c'è ancora traccia a Palazzo Madama. Anche se molte 'bozze' sono circolate in giornata. Una più corposa di 70 articoli e varie più 'light' che sarebbero - spiegano fonti del governo - già passate al vaglio del Tesoro e della Ragioneria. Uno degli ultimi testi circolati contiene, ad esempio, 7 capitoli. E' ancora 'non impaginato'. raccoglie alcuni dei temi già noti tra i molti presenti nella lettera all'Ue. Si va dalla promozione del capitale umano, agli incentivi per le infrastrutture, agli interventi per il mercato del lavoro (quelli per donne e giovani), allo snellimento della giustizia. Ma certezze non ci sono. Mentre gli esperti dell'Unione europea e della Bce stanno per arrivare nel nostro Paese.

Pd, Idv e Terzo Polo sospettano che Berlusconi voglia tirarla per le lunghe con la speranza, in questo modo, di tagliare i ponti ad un governo di transizione."Non faremo ostruzionismo" dice
Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a Palazzo Madama. E chiede che domani una capigruppo a Palazzo Madama metta a punto un iter più breve, per vararla in "pochi giorni". Il segretario, Pier Luigi Bersani, arriva a non escludere del tutto un via libera del Pd al provvedimento. I tempi saranno oggetto di una trattativa tra gli schieramenti. Sicuramente il premier, stavolta, non sarà costretto a porre la fiducia. Anche se, nell'opposizione, qualcuno azzarda: "E se poi Berlusconi, rafforzato dall'approvazione della legge di stabilità, volesse ricandidarsi per un nuovo incarico?"

(08 novembre 2011)

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