lunedì 28 novembre 2011

L'incubo del Professore non convincere Berlino


di FRANCESCO BEI

È un gabinetto di guerra quello che si riunisce di sabato, in una Roma semi-deserta, a via XX Settembre. In edicola è arrivato il Financial Times, la bibbia della City di Londra, che sferza Roma e descrive i piani del governo ancora "avvolti nella nebbia". L'ultima giornata di contrattazioni ha lasciato sul terreno uno spread di 500 punti. Mario Monti chiama dunque a raccolta il "nocciolo duro" del nuovo esecutivo: i ministri Corrado Passera (Sviluppo), Elsa Fornero (Welfare), Enzo Moavero (Politiche Comunitarie) e Piero Giarda (Rapporti con il Parlamento). La situazione è molto più grave del previsto, l'Italia rischia di restare fuori dalla futura governance dell'euro. Anche Napolitano chiama il premier e si tiene informato.

Sono ore drammatiche per il futuro della moneta unica e la trattativa segreta tra Merkel e Sarkozy, rivelata ieri dalle indiscrezioni della Bild, punta dritto a un'Europa a due cerchi. Un primo di paesi virtuosi, che andrebbero avanti per conto loro, e un cerchio più largo di paesi cicala, gravati da un debito insostenibile. E l'Italia, ha detto chiaro Merkel a Monti al vertice trilaterale di Strasburgo, rischia di finire in coda. È una sorta di "Schengen dell'euro" quella che si profila, con alcuni paesi del Nord Europa che adottano da subito le nuove regole e gli altri che restano indietro. Le modifiche al patto di stabilità, sostiene la Bild, arriverebbero sul tavolo del Consiglio europeo prestissimo. Già al vertice dell'8 dicembre. Per questo Monti non ha più un minuto da perdere. "Ci chiedono - riferisce un ministro - di approvare qualcosa di concreto prima del prossimo summit Ue". Un'imposizione più che una richiesta, altrimenti il treno della nuova Europa potrebbe partire senza di noi. "A questo punto - detta la linea Monti - dobbiamo accelerare per non rimanere indietro. Dobbiamo giocare il tutto per tutto per non staccarci dal treno franco-tedesco". Da qui la decisione di inserire anche le pensioni nel pacchetto.

L'Italia, osserva una fonte di governo, si trova oggi in una situazione simile a quella vissuta nel settembre del 1996, quando Romano Prodi andò a Valencia per cercare di convincere Aznar (ma la ricostruzione è sempre stata negata da Prodi) a fare fronte comune per ammorbidire i parametri di Maastricht necessari ad entrare nell'euro. Aznar, come sembra fare oggi la Merkel, ci chiuse la porta in faccia. E l'Italia, con Ciampi ministro del Tesoro, fu costretta a raddoppiare la Finanziaria per centrare l'obiettivo: da 32.500 a 62.500 miliardi di lire. È lo spettro che agita Monti. Quello di dover somministrare al cavallo una cura troppo pesante, che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione spingere il paese verso la recessione.

Per questo ieri mattina, prima dell'incontro con i suoi ministri, il premier ha proseguito la due diligence sui conti pubblici del 2012. Una ricognizione fatta insieme al direttore generale di via XX Settembre, Vittorio Grilli, al ragioniere generale dello Stato Mario Canzio e al capo di Gabinetto Vincenzo Fortunato, che starebbe restituendo un quadro della situazione più complicato rispetto alle attese. Se il precedente governo puntava a uno 0,6 per cento di Pil nel 2012, le nuove stime europee vedono un misero 0,1 per cento di crescita. E l'anno prossimo potrebbe arrivare la recessione. Per questo le speranze di Monti sono tutte appese alla trattativa in corso sui nuovi criteri di valutazione del pareggio di bilancio. Un braccio di ferro segreto, giocato sulla richiesta italiana di poter modulare la manovra in base al ciclo economico. "Tutta l'area euro - spiega una fonte di palazzo Chigi - deve rivedere il concetto di deficit. Fermo restando il principio del rigore non si può non tenere conto della congiuntura. Nel rapporto tra il deficit e il Pil bisogna stimolare il denominatore, il Pil, non si può agire solo con i tagli o le tasse". Un concetto che Berlusconi cercò invano di far digerire a Tremonti. Ora il professore intende "verificare a livello europeo" quali margini ci sono per arrivare a un "nuovo approccio" di questo genere.
Prima che al Consiglio europeo si compia il blitz della coppia Merkel-Sarkozy sull'euro a due velocità. Monti gioca d'anticipo, proponendo nuovi criteri di misura del rapporto deficit/Pil e una nuova governance dell'euro che non spacchi l'Europa. Già domani potrebbe partire per Bruxelles per prendere contatto con le delegazioni francesi e tedesche prima dell'Eurogruppo.

(27 novembre 2011)

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